Catania: Scapagnini indagato per i parcheggi

Pubblicato martedì 4 settembre 2007.

Parcheggi, avvisi e sequestri

CATANIA - Il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, è indagato, insieme ad altre quattro persone, per il reato di abuso d’ufficio aggravato e continuato. Il provvedimento rientra nell’ambito delle indagini sulla realizzazione in project financing di due parcheggi sotterranei - "Europa" e "Lupo" - sequestrati questa mattina dalla Guardia di Finanza. I parcheggi si trovano sul lungomare di Ognina e nel centro storico cittadino.

A rendere noti i particolari delle indagini sono state le Fiamme Gialle ed il procuratore aggiunto Renato Papa, nel corso di una conferenza stampa. Nell’ambito dell’inchiesta risultano indagati anche il direttore dell’Ufficio per l’emergenza traffico Salvatore D’Urso ed i componenti della commissione di valutazione delle proposte di aggiudicazione: Mario Arena, Salvatore Fiore e Giovanni Laganà.

Il provvedimento di sequestro dei due cantieri è stato emesso dal gip Luigi Barone al termine di indagini del Gico, coordinate dai sostituti procuratori Giuseppe Gennaro e Francesco Puleio. Secondo le indagini il sindaco, nella sua qualità di commissario delegato per l’emergenza traffico e gli altri quattro indagati, avrebbero procurato "un ingiusto vantaggio patrimoniale" alle società aggiudicatrici delle concessioni.

Per gli inquirenti, gli atti degli indagati avrebbero consentito la realizzazione di strutture diverse rispetto al progetto di parcheggio interrato multipiano: al primo piano sarebbe stato costruito un centro commerciale con botteghe cedibili a terzi o date in locazione. "Il cuore del problema - ha detto Papa parlando con i giornalisti - è quello che, rispetto alla realizzazione di parcheggi, che assolvono alle funzioni di alleggerire il traffico veicolare, si sarebbe ottenuto l’effetto contrario: la presenza di centri commerciali attira traffico in misura maggiore rispetto a quello esistente".

04/09/2007, la sicilia


Sinistra Democratica sull’indagine nei confronti del Sindaco Scapagnini

Come più volte abbiamo affermato pubblicamente, i poteri straordinari per il traffico concessi dal governo Berlusconi al sindaco Scapagnini non sono serviti a risolvere i problemi del traffico a Catania, ma solo a peggiorare la situazione.

Il piano parcheggi messo a punto dall’amministrazione Scapagnini è un autentico fallimento, sia per quanto riguarda gli inutilizzati parcheggi scambiatori, sia per i parcheggi in project financing che aumentano il traffico veicolare verso il centro della città.

Circa la regolare gestione dei poteri straordinari da parte del Sindaco e dell’apposito ufficio, abbiamo espresso da tempo i nostri dubbi. L’indagine in corso di cui oggi si è avuto notizia avrà il suo autonomo svolgimento, ma al di là dei risvolti giuridici, conferma le nostre perplessità.

Dal punto di vista politico non può esserci un giudizio peggiore per l’amministrazione Scapagnini e la maggioranza che lo sostiene, Mpa compreso.

Hanno ridotto sul lastrico le casse comunali. L’illegalità dilagante e il degrado della città sono sotto gli occhi di tutti i catanesi. Che il sindaco e la sua maggioranza traggano le dovute conclusioni del loro fallimento e vadano a casa.

L’addetto Stampa Giovanni Vindigni


Claudio Fava sul caso Scapagnini

Claudio Fava, capogruppo di Sinistra Democratica al Parlamento Europeo: "A Catania sono tornati i comitati d’affare"

L’inchiesta della magistratura conferma ciò che da anni continuiamo a ripetere: a Catania oggi governano i comitati d’affare. E non vi è scelta amministrativa o urbanistica che non sia piegata al profitto di pochi privati, a danno dell’intera collettività.

"Il gioco delle tre carte" (espressione dei magistrati) con cui il sindaco Scapagnini ha trasformato due parcheggi in altrettanti centri commerciali é solo la punta dell’iceberg. Dietro quei "simulacri di gare d’appalto" (sempre parole dei giudici) c’è l’obbedienza dell’amministrazione comunale di centrodestra agli interessi e ai capricci dei più forti gruppi imprenditoriali della città, quelli che fanno capo al costruttore Ennio Virlinzi e all’editore Mario Ciancio, assegnatari delle concessioni incriminate.

Ancora più grave è che su questa sordida speculazione pesi da mesi il silenzio imposto dal quotidiano di Ciancio, beneficiario dei favori della giunta Scapagnini ma anche padrone dell’informazione nella città. Ai catanesi oggi è negato il diritto di sapere e di giudicare: di questa emergenza democratica è bene che comincino a farsi carico tutti, senza facili deleghe alla magistratura.




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