Associazione Cittadina per la Difesa e la Qualificazione delle coste siracusane: comunicato stampa del 24.07.2004

Pubblicato lunedì 26 luglio 2004.

Associazione Cittadina per la Difesa e la Qualificazione delle coste siracusane Via Cavour 25, 96100 Siracusa

Sabato 24 luglio 2004, nella sede dell’Associazione per la Difesa delle Coste, è stato presentato al pubblico e alla stampa l’ultimo numero de “L’Altra Campana”, dedicato ancora una volta al tema del turismo e delle coste. Dopo l’improvvisa scomparsa di Bruno Ragonese, l’indimenticabile fondatore dell’Ente Fauna Siciliana, la direzione della testata è stata assunta dalla dottoressa Anna Giordano, segretaria del W.W.F. Sicilia. È stata annunciata anche l’apertura di un sito internet. I contributi principali di questo numero si devono a due docenti dell’Università di Catania. Il primo, del prof. Pietro Alicata, su “Biodiversità a rischio in Sicilia”, si sofferma sui cambiamenti drastici che gli habitat naturali hanno subìto nell’Isola negli ultimi decenni, con particolare riferimento alle zone costiere. Secondo lo studioso è necessaria una chiara presa di coscienza, da parte dei cittadini e degli amministratori, del rischio che proprio adesso, quando più si parla di “sostenibilità” dello sviluppo, si verifichino le perdite più dolorose, a spese di quel poco che si è salvato di quel patrimonio, un tempo ricchissimo. Il secondo contributo si deve al compianto prof. Giovanni Montemagno, docente di Economia del Turismo, ed è tratto dal prezioso “libro bianco” pubblicato di recente a cura dell’A.P.I.T. Il prof. Montemagno, che per altro avrebbe dovuto tenere una relazione proprio sul tema, qui trattato, dello sviluppo turistico a Siracusa al Convegno INU del 2002 sul “turismo sostenibile”, e ne fu impedito dalla sua malattia, insiste con forza, in questo suo ultimo contributo, sulla necessità di una programmazione attenta, che abbia come obiettivo, appunto, un turismo “sostenibile, endogeno e diffuso”. Il contrario, vale a dire delle politiche sin qui seguite a livello regionale e comunale, le quali, lungi dal perseguire la “delocalizzazione” e la “destagionalizzazione” dei flussi turistici, ormai da tutti raccomandate, nella prassi concreta hanno seguitato e seguitano ad incoraggiare come in passato, a dispetto dei buoni propositi, “l’abusato e declinante turismo del sole e del mare”. Nel giornale sono offerte alcune esemplificazioni di questa politica, con particolare riguardo alle modalità di assegnazione dei contributi regionali, vera chiave di volta del “nuovo affare siciliano”. Sono pubblicati anche ampi stralci della relazione, assai critica, che la Corte dei Conti ha diffuso poche settimane fa proprio sul tema della politica siciliana in materia di turismo sostenibile, giungendo essa pure alla conclusione che alle sempre più frequenti dichiarazioni di principio in questo senso non si sono accompagnati finora, se non episodicamente, provvedimenti amministrativi che le mettessero in pratica. Altri due contributi sono dedicati alla questione della variante delle aree C12, prima bocciata e poi approvata con prescrizioni dagli organi regionali, e a quella del noto e controverso villaggio turistico di Asparano. In entrambi i casi l’accento è posto sulle numerose illegittimità che hanno accompagnato l’iter dei rispettivi procedimenti. Nel caso del villaggio, in particolare, è stata richiamata la mancanza di quella Valutazione d’Impatto Ambientale che le norme comunitarie rendono obbligatoria per strutture di tali caratteristiche e dimensioni. Tale procedura – secondo l’Associazione – sarebbe stata elusa scorporando artificiosamente il progetto ricadente nell’area C12 dalle strutture situate nell’antistante area ex F2c e addirittura all’interno del Verde Naturalistico (è principalmente a questa infrazione che si deve, fra l’altro, la “bandiera nera” che qualche giorno fa Goletta Verde di Legambiente ha assegnato all’Alpitour). Parimenti illegittima, secondo l’Associazione, l’installazione di solarium in aree a ciò precluse dalle linee guida del piano paesistico regionale e a suo tempo dichiarate “infungibili”, nel suo decreto di vincolo, dalla Soprintendenza ai BB. CC., la quale ora, invece, le ha sorprendentemente autorizzate: in merito si annunciano ricorsi. Un altro clamoroso elemento d’illegittimità riguarda, addirittura, il piano di lottizzazione del villaggio, già oggetto di ricorso al Tar da parte dell’Ente Fauna Siciliana, e adesso dichiarato nullo dall’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente, con una nota che ha ingiunto all’Amministrazione Comunale la revoca in autotutela della delibera di Giunta che l’autorizzava. Tale vicenda, non ancora conclusa, è stata oggetto di un’interrogazione urgente all’Assemblea Regionale da parte dell’on. Egidio Ortisi, capogruppo della Margherita. Questi, presente all’incontro, è intervenuto illustrando il testo dell’interrogazione. Le conseguenze di tale vizio del procedimento, anche a prescindere dal comportamento che terrà l’Amministrazione ora insediatasi, potrebbero essere rilevanti, non esclusi il blocco dei lavori o la revoca, totale o parziale, dei contributi assegnati al villaggio ai sensi della legge 488/92. Tali contributi ammontano ad oltre sette milioni di euro. Altre iniziative, sia in sede amministrativa, sia contabile e penale, sono state annunciate da esponenti dell’Associazione per la Difesa delle Coste e di altre associazioni, presenti all’incontro.

Siracusa, 24 luglio 2004



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