Pubblicato mercoledì 28 giugno 2006.

- Alessio Fasano
Incontro riservato quello svoltosi tra il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca ed il ricercatore Alessio Fasano, pediatra e gastroenterologo partito nel 1993 da Salerno verso gli Stati Uniti.
Fasano, uno dei maggiori esperti mondiali nel campo della ricerca per la lotta alla celiachia, è titolare della Cattedra di Pediatria presso l’Università del Maryland e dirige un Istituto di Ricerca a Baltimora, ed ai disturbi gastrointestinali. La celiachia colpisce in Italia circa 55mila persone ma, in realtà, sono oltre mezzo milione gli italiani che non sanno di essere malati. Ogni anno vengono effettuate cinque mila nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 9%. I celiaci sono costretti a una dieta rigorosa, che mette al bando numerosi alimenti: dalla pasta al pane ai biscotti, ma anche le salse e tutto ciò che può essere contaminato con la farina, come ad esempio la frittura. I sintomi della malattia (vomito, diarrea, perdita di peso) nascondono difetti di malassorbimento intestinale degli alimenti.
Ma quali conseguenze può provocare una diagnosi errata?
In una recente intervista rilasciata, il 23 aprile 2006, al quotidiano ‘L’Unione Sarda’, Fasano è estremamente esplicito: “intanto l’osteoporosi (il degeneramento delle ossa) se l’intestino non assorbe più i cibi. Può provocare anche infertilità, sia negli uomini che nelle donne, aborti spontanei, dermatiti, diabete, epatite autoimmune, perdita della memoria e disturbi della persona che possono degenerare in autismo”.
Ciò non significa che i celiatici saranno, per sempre, condannati ad un rigoroso rispetto di una dieta priva di glutine. I risultati degli studi effettuati dall’equipe di Fasano si sono rivelati estremamente incoraggianti. Fra quattro o cinque anni questa malattia, spesso legata a stati di stress, potrà essere, infatti, curata con una semplice pillola.
A restituire il gusto dei sapori ai celiatici sarà la zonulina, proteina in grado di bloccare la tossicità del glutine impedendo il suo ingresso nella parete intestinale.
vincenzo r. greco