Pubblicato domenica 25 dicembre 2011.
E’ morto oggi pomeriggio nella sua casa di Milano Giorgio Bocca. Il grande giornalista e scrittore era nato a Cuneo il 28 agosto del 1920. Bocca, uno dei fondatori di Repubblica, è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Al suo attivo, in una carriera più che cinquantennale, anche una vasta produzione saggistica che spazia dall’attualità politica e dall’analisi socioeconomica all’approfondimento storico e storiografico.
Il suo trascorso di partigiano nelle file di Giustizia e Libertà lo ha portato a studiare a lungo il periodo della Resistenza e del fascismo, mentre per quanto riguarda l’attualità si è occupato in particolare dei fenomeni come Tangentopoli e l’ascesa del movimento leghista.
L’11 gennaio uscirà in libreria per Feltrinelli l’ultima fatica di Bocca: "Grazie no. 7 idee che non dobbiamo più accettare". Un testamento ideale che si va ad aggiungere agli ultimi articoli scritti per Repubblica e alle ultime interviste rilasciate. "Tutti quelli che fanno il giornalismo lo fanno sperando di dire la verità: anche se è difficile, li esorto e li incoraggio a continuare su questa strada", disse ad esempio nell’aprile 2008, ricevendo nella stessa casa di Milano dove oggi si è spento il premio Ilaria Alpi alla carriera.
Tra i primi ad esprimere cordoglio per la morte di Bocca, Carlo De Benedetti. "Giorgio, oltre ad essere da più di trent’anni un caro amico, è una persona che ho molto ammirato, soprattutto per la sua coerenza e per la cocciutaggine piemontese con cui da grande giornalista è sempre stato dalla parte di chi, per una ragione o per l’altra, godeva di meno privilegi e soprattutto di meno libertà. Penso - aggiunge il presidente del Gruppo Espresso - che i lettori del nostro giornale ne sentiranno la mancanza; l’impegno civile che lui ci ha insegnato rimarrà una delle più profonde caratteristiche del nostro giornale".
"Giorgio Bocca ha fatto la Resistenza sempre", scrive Walter Veltroni su twitter per ricordare il grande giornalista. "Con la scomparsa di Giorgio Bocca - aggiunge il vice presidente del Senato e parlamentare del Pd Vannino Chiti - perdiamo una parte della nostra storia. Resterà un punto di riferimento per le giovani generazioni".