Pubblicato mercoledì 17 dicembre 2003.
27 - 29 dicembre - Napoli - ingresso a sottoscrizione
Programma
sabato 27 dicembre ore 17.00 Teatro Mediterraneo* - Mostra D’Oltremare
Saluto dell’assessora alla cultura Rachele Furfaro
dibattito "Embedded : i media e la guerra"
Vauro (il manifesto), Maurizio Matteuzzi (giornalista il manifesto), Marco
Bascetta (il manifesto), Massimo Brancato (segretario Fiom Napoli), Gennaro
Migliore (responsabile esteri Prc), Francesco Caruso (movimento dei
disobbedienti)
Coordina: Luciano Scateni
È possibile testimoniare una guerra? Televisioni, radio e Internet possono
essere lo strumento per aprire finestre differenti sulle molteplici verità
del reale? Nel 1966 Francois Truffaut in Fahrenheit 451 ci raccontava di un
potere indefinito che aveva sottomesso una comunità facendo leva sulla sua
indolenza e apatia. Non a caso nella pellicola il ruolo strategico del
dominio spettava a un grande fratello televisore che proiettava immagini
soporifere dove non esistevano più conflitti (o quantomeno venivano
taciuti), mentre gli uomini inghiottivano psicofarmaci nella tranquillità di
villini monofamiliari. Oggi si parlerebbe di Matrix, per evocare
immediatamente l’era multimediale che costringe a vivere la nonrealtà.
Paradossi della finzione cinematografica? Eppure la globalizzazione
massmediatica sta lavorando affinché “il mettiamo per assurdo” di Truffaut
divenga pratica. La guerra preventiva dell’amministrazione Bush, l’attacco
prima in Afghanistan poi in Iraq hanno chiarito che nell’informazione deve
prevalere un’unica voce: quella dei media “embedded”. I media non più
testimoni di ciò che vedono, bensì ciò che gli si dice di vedere, e ogni
singola notizia, monitorata dai comandi politico-militari, deve divenire
“virtuale”. Così le notizie che tendono ad orientate l’opinione pubblica non
possono offrire analisi degli avvenimenti, ma sono filtrate attraverso
racconti e episodi di scarsa rilevanza, per distogliere l’attenzione dalla
reale portata della guerra permanente. In altre parole significa che se in
un conflitto aperto questo meccanismo ha un dichiarato valore strategico,
anche nella “normalità” il ruolo degli embedded non cambia. I racconti del
reale sono una merce da mettere sotto gli occhi di tutti. Mascherata per
fare meno torti possibili alle lobby di potere. Sempre più distanti dalla
realtà di chi li subisce perché deturpato del diritto di replica. Un
processo inventato dai media statunitensi, ben conosciuto oramai da quelli
di casa nostra. Un’autocensura dei mezzi di informazione che lasciano
passare per lo più le notizie che possono far comodo a tutti e non far
dispiacere a nessuno. Ed è così che chi esce da questo circolo vizioso,
viene subito additato come “sovversivo” e messo alla porta. La posta in
gioco è alta: accendere i riflettori su un palcoscenico di uno spettacolo
che deve creare consenso alle scelte dell’Impero.
Dalle ore 21.00 Teatro Mediterraneo* - Mostra D’Oltremare
Concerto
++ 24 Grana
++ E’Zezi & Daniele Sepe
++ Antonio Onorato band e Joe Amoruso
++ Marco Zurzolo
++ Salvatore Tranchini
++ Popularia
++ video live di E. Avitabile per la Palestina
sabato 28 dicembre ore 17.00 Teatro Mediterraneo* - Mostra D’Oltremare
dibattito "Concentrazione dei media e libertà di informazione"
Maurizio Torrealta (giornalista, Rainews 24), Gabriele Polo (giornalista, il
manifesto), Samuele Ciambriello (presidente del Corecom), Raffaele Tecce
(assessore alle politiche sociale del comune di Napoli), Francesco Romanetti
(giornalista, il mattino)
Coordina: Gordon Poole
Come si può continuare a parlare di libertà d’informazione in un sistema
globale dominato da un ridotto numero di colossi mediatici onnipotenti? L’
informazione e la cultura stanno lasciando il posto alla mercificazione
delle idee imposta dalle regole dei grandi gruppi politici-mediatici,
editoriali e televisivi. Il flusso delle notizie è oramai gestito da un
oligopolio di canali di comunicazione che filtrano, controllano e
selezionano le informazioni. Il percorso tutto in discesa della libertà di
stampa è stato scandito da tappe ben precise, in cui gli unici esclusi
sembrano essere proprio i fruitori delle notizie. Quattro agenzie di stampa
detengono da sole l’80 per cento dell’informazione sull’intero pianeta. La
Commissione federale Usa per la comunicazione, nel febbraio 2002, ha abolito
le regole anti-trust nel settore audiovisivo cancellando limiti e
restrizioni imposti dal secondo dopoguerra, consentendo ai colossi
multimediali americani di espandersi in maniera smisurata. La situazione di
certo in Europa non cambia. La fretta di conformarsi ai must statunitensi è
tanta. L’involuzione dei nuovi imperatori dei media cui stiamo assistendo
minaccia il pluralismo della stampa mondiale. La libertà di comunicare, di
esprimere pensieri e opinioni “altre” non è più un diritto, ma sembra essere
diventato un’ideale, quasi un’utopia da rincorrere, da preservare. Qual è la
strada allora per garantire almeno i pochi spazi di libertà d’espressione
rimasti? Il diritto ad un informazione libera è diventato il baluardo dei
movimenti e di un residuale giornalismo indipendente in agonia. Ma in una
crescente incapacità d’opposizione conflittuale il processo di
semplificazione della cultura a merce di scambio sta facendo indisturbato il
suo corso. L’Unione Europea intanto chiede più pluralismo nel mondo delle
telecomunicazioni. Il governo italiano risponde con una riforma del sistema
radiotelevisivo che assicura il controllo della Rai da parte del governo,
fotografa la realtà delle emittenti televisive già esistenti senza regolare
il conflitto d’interessi e rende possibile la proprietà incrociata di
emittenti tv e di quotidiani. Una legge che contribuisce a stabilire i
presupposti per la concentrazione dei mass media nelle mani dei pochi. Così
come sta accadendo nel resto del mondo dunque anche l’Italia è condannata ad
essere privata degli ultimi ed esigui mezzi (ne sono rimasti?) di
comunicazione per manifestare liberamente il proprio pensiero. Un evidente
contrasto con il principio costituzionale che sottrae volutamente la stampa
ad autorizzazioni e censure.
Dalle ore 20.00 Teatro Mediterraneo* - Mostra D’Oltremare
teatro con
dal Progetto Petrolio
++ Compagnia I Liberanti in collaborazione con la Casa Circondariale di
Lauro
"Studio per Calderon" progetto A. Monetti e A. Cutolo - regia A. Cutolo
++ Compagnia Babbaluck e Associazione Chiaradanza
"Allegerire - studio per una eucarestia del poeta" di M. Braucci - regia S.
Longobardi
++ Compagnia Saltarelli-Giuliani
"Menefrego" scritto e diretto da L. Saltarelli
++ Le Bazarre
"Pa" drammaturgia F.Iacobelli - regia A. Redi
Interventi di
++ Peppe Lanzetta
++ I Toscana ’93
musica con
++ Nuovo Compagnia di Canto Popolare
++ Brunella Selo
++ Roberto Del Gaudio e Lorenzo Hengeller
++ Pietrarsa/Mimmo Maglionico
lunedi 29 dicembre ore 17.00 facoltà di Architettura - palazzo Gravina
dibattito "La discriminazione nella società e nella comunicazione di massa"
Prima parte : "Stereotipi della comunicazione di massa" con Ida Dominiani
(giornalista il manifesto), Michele Gravano (segretario regionale Cgil),
Claudio Marta (docente Istituto Universitario Orientale), Benedetto Vecchi
(giornalista il manifesto).
Coordina: Loris Campetti (giornalista ilmanifesto)
Seconda parte : "il ruolo degli enti locali nel riconoscimento dei diritti
di cittadinanza" con Adriana Buffardi (assessora regionale al lavoto),
Roberto Faure (avvocato genovese), Sandro Fucito (consigliere comunale di
Rifondazione), Amato Lamberti (presidente della provincia di Napoli), Mario
Avoletta (Rete no global campana), Lassad (rete antirazzista).
Coordina: Cinzia Gubbini (giornalista il manifesto)
La comunicazione dei mass media risponde sempre di più alle logiche del
mercato e il flusso delle notizie diventa sempre più istituzionalizzato.
Pochi sono i mezzi di comunicazione alternativa che riescono a resistere.
Una normativa meno restrittiva in questo senso aiuterebbe la pluralità dell’
informazione. Spesso le leggi però non espandono i diritti ma li
restringono, li limitano. Le normative di regolamentazione della stampa
tendono a mettere un bavaglio all’informazione. L’egemonia delle classi
dominanti omologa anche il mondo dei mass media, ci ritroviamo così un
sistema di telecomunicazione che seleziona le notizie in base al gradimento
del pubblico. Se una notizia tira, allora valica le barriere dei veicoli di
comunicazione perché sono in molti a volerne sentire parlare. Questo è il
meccanismo che fa di un fatto una notizia. La smania per le quantità delle
informazioni ne abbassa sempre di più la qualità. Ecco che tendono a
scomparire dal giornalismo le inchieste, i dossier e gli approfondimenti sul
campo. Non c’è posto per queste cose nel supermarket della notizia “mordi e
fuggi.” I mass media giocano un ruolo fondamentale nel processo di
rivendicazione dei diritti di soggetti che non possono alzare la voce. E’
anche grazie ad una corretta informazione che queste fette di popolazione
potrebbero ritagliarsi spazi politico-sociali significativi . Solo i media
indipendenti finora hanno saputo svolgere un ruolo decisivo (ma di nicchia)
per garantire libertà di espressione a chi spesso non può rivendicare
neanche il diritto di cittadinanza. La discriminazione che vivono i soggetti
deboli nella società è la stessa che i mass media sono pronti a rifilargli.
I giornali, la radio e la televisione rappresentano un’immagine negativa dei
migranti e delle minoranze. Sono poche, anzi pochissime, le fonti
alternative alle agenzie di stampa ufficiali. Appare decisivo quindi
cogliere ogni occasione di scambio di idee per creare canali e finestre di
informazione differenti da quelli finora conosciuti. I weblog, per esempio,
sono dei diari informatici, molto seguiti dal popolo dei navigatori di
Internet, continuamente aggiornati, forniscono notizie che altrimenti non
riescono a rompere la barriera dell’informazione ufficiale. Contro il
monopolio delle informazioni i giornali, le radio, i siti web indipendenti
possono favorire l’organizzazione di iniziative dal basso.
Dalle ore 21.00 facoltà di Architettura - palazzo Gravina
Concerto
++ M. Capone
++ Daniele Sepe group
++ la Contrabbanda di Luciano Russo
++ Bisca
++ Rainbow
++ Osanna
++ Codice 22
++ Enrico del Gaudio e Bande Rumorose
++ Rua Portalba
++ Alan WurzBurger
* Uscita della metro "campi Flegrei" o della Cumana "Mostra"
Manifesto.it