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Ex (2009). Regia di Fausto Brizzi. Con Claudio Bisio, Silvio Orlando, Fabio De Luigi, Nancy Brilli

di Dario Adamo - mercoledì 11 febbraio 2009 - 4549 letture

L’amore dà, l’amore toglie. Anche il cinema. Si può dare consistenza, vigore, ritmo a una storia che si lascia seguire con trasporto, con attenzione, con una buona dose di passione così come si può togliere ognuno di questi elementi e svuotare un film come si farebbe con un deumidificatore pieno fino all’orlo, ormai in procinto di straripare. Certo, in questo caso si tratta di una necessità tecnica e funzionale. Nel caso del film significa invece mancare di rispetto nei confronti di chi al cinema tutte quelle cose le vuole vedere, ha bisogno di avvertirle per sentirsi coinvolto e appagato. Per carità, poi c’è anche chi del vuoto ne fa religione e pratica vitale, chi nel vuoto si sente comodo perché c’è tanto spazio attorno.

Ci sono otto coppie, ognuna con i propri problemi relativi al trattamento di fine rapporto sentimentale: Caterina (Brilli) e Filippo (Salemme) si rivolgono a un giudice (Orlando) per la causa di divorzio, ma soprattutto per un affidamento dei figli che nessuno dei due vuole; lo stesso giudice torna a casa e non ha pace con la moglie Loredana (Signoris) che non sopporta più e che pianta in asso per andare a vivere nella casa in affitto del giovane figlio tornando giovane come non mai, mentre l’altra figlia invece va in nuova Zelanda, lasciando il suo fidanzato triste e solo a Parigi (in un monolocale di fronte il Moulin Rouge!). Paolo (De Luigi) invece non si sente libero di amare la sua nuova compagna (Cassel), una giovane e provocante dj, perché perseguitato dall’ultimo ex della stessa (Gassman), un poliziotto duro come l’acciaio. Sergio (Bisio), un “felicemente divorziato” da otto anni, scomparsa prematuramente la moglie torna a vivere con le due giovani figlie che non sa come gestire, tra richieste d’eccessiva libertà e restrizioni al menù del giorno. Infine una coppia con un piede già sull’altare (Gerini e Tognazzi), è a rischio scoppio proprio al cospetto del prete (Insinna) che li dovrebbe consacrare marito e moglie, ma che nasconde un passato da Ex di prima qualità, anzi da dieci e lode.

Gli ingredienti per condire una sfiziosa commedia degli equivoci in pieno stile italian(s) ci sono tutti, anzi forse ce ne sono troppi, così come grande è il rischio di banalizzare impietosamente su tutto ciò che riguarda i rapporti tra uomini e donne, sui divorzi, sugli allontanamenti con conseguenti crisi da relazione a distanza, proto-corna eccetera eccetera. E’ c’è voluto davvero poco a fare centro, nel senso di passare in rassegna tutte queste situazioni e collezionare cento punti nel grande bersaglio dei luoghi comuni, dal difficile rapporto genitori-figli, tra finti imbarazzi e docili concessioni, al professore universitario che approfitta della sua posizione per fare strage di studenteschi cuori volubili, alla moglie che recrimina insoddisfazione, al marito che rivendica libertà.

Il tutto visivamente contraddistinto da una fotografia da spot pubblicitario (ora della Scavolini - cucine per voi, ora da pubblicità tim con tanto di festa in villa bianca su spiaggia ocra) e da un’ambientazione a tratti sconcertante, come le improbabili aule universitarie con tanto di cuoricini videoproiettati, i monolocali da dodicimila euro d’affitto mensile in pieno centro parigino, ma abitati da giovani guide turistiche con incarichi d’ambasciata intercontinentale e le australiane ville dei sogni (di barbie). Sogno o son desto? Il pubblico se la ride ed è questo che conta, il botteghino è salvo e tutti vissero felici e contenti. L’amore trionfa sempre, alla fine.


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