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Eraserhead (La mente che cancella, 1977)Regia di David Lynch

di Dario Adamo - venerdì 5 settembre 2008 - 4131 letture

Chi ama le belle storie, gli aggraziati paesaggi, i bei costumi o chi semplicemente apprezza su tutto la narratività classica con tanto di colpo di scena sui tradimenti coniugali, i sentimentalismi o le trame ben confezionate, stia lontano da questo film, anarchico in stile e ambientazione.

Claustrofobico e opprimente, si tratta del primo lungometraggio del maestro del cinema visionario David Linch. La trama serve solo da sfondo a quello che veramente colpisce e annichilisce senza riserve, sarebbe a dire quelle immagini e quei suoni che inscindibilmente insieme contribuiscono a creare le atmosfere ricercate dall’autore, dominate dalla sensazione di incubo e surrealtà.

Henry (Jack Nance)è uno stralunato tipografo dalla capigliatura elettrizzata, che vive in un buio e alquanto squallido appartamento scricchiolante. Mary è quella che, se si trattasse din una storia tradizionale, definiremmo la sua compagna la quale, in maniera del tutto inconcepibile, dà alla luce uno strano mostriciattolo dalla testa conigliforme e un busto ricoperto da bende. Tale essere non fa altro che piagnucolare e stridere a tal punto da far scappare di casa l’epilettica madre e lasciando solo il povero Henry che tenta di prendersi cura del “piccolo”. Questa presenza scatena nel protagonista una serie di incubi uno dentro l’altro, che rendono l’esistenza(?) di Henry un vero dramma da psicosi.

Il film, per il quale il suo autore ha impiegato circa quattro anni e ha speso poche migliaia di dollari, è , come si è detto, un contenitore di immagini e suoni deliranti più che una storia narrata. In forma embrionale troviamo temi ed elementi stilistici che contamineranno le opere seguenti di questo eclettico regista: la componente surrealista, l’instabilità mentale, le ambientazioni dove predomina il tetro sono qui presenti in chiave ancor più sperimentale e autopioneristica. Il tempo e l’esperienza daranno risultati commercialmente più appetibili e sofisticati, capaci di un raggio d’azione più ampio.

Sconcertante dunque, ma vivamente consigliato a certi amanti di un certo underground cinematografico.

http://cinemaeculture.wordpress.com/


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