Un muro di gomme, a loro insaputa

Purtroppo anche il ’’Muro di gomme’’ rischia di diventare una rubrica
Il rischio, riportato nel titolo dell’articolo, sta diventando plausibile, anche perché riteniamo sia utile parlarne, considerando che un certo modo di ’’sgovernare’’ è diventato, in Italia, una specie di epidemia che contagia molti comuni, regioni ed anche gli amministratori centrali.
Riepiloghiamo l’accaduto. A Villasanta (MB) da mesi, alcuni cittadini si sono lamentati per un muro di gomme nuove ed usate che è stato eretto, all’aperto, da una ditta che rifornisce buona parte dell’Italia settentrionale. Due mesi fa, questi cittadini si sono costituiti in un comitato ed hanno conquistato le pagine di settimanali locali e di alcuni quotidiani nazionali, hanno protestato civilmente in Comune, hanno contattato tutte le autorità dai Vigili del Fuoco alle forze dell’ordine, Arpa, Ats e Prefettura.
Il prefetto, a seguito delle segnalazioni pervenute, ha emesso, dopo accertamenti, un ordine di sgombero delle gomme dagli spazi all’aperto pena la sospensione dell’attività. Un provvedimento che, almeno in parte, ha tranquillizzato i cittadini, fiduciosi che la soluzione del problema non si dilazioni per ulteriori intoppi o ritardi burocratici. Tutto bene dunque? Chiaramente no.
Non saremmo in Italia se così fosse! Hanno brillato per la loro mancata presenza due organismi comunali di cui non si è avuta notizia: l’assessorato all’Ecologia e il CdQ (Coordinamento di Quartiere) San Fiorano, diretti il primo dalla vice sindaco, che è contemporaneamente anche assessore alla partita, il secondo il cui presidente abita abbastanza vicino al ’’muro’’ e dal quale, ci si sarebbe aspettato qualche reazione al miasma difficilmente ignorabile.
Certo fa una certa impressione tale silenzio, anche perché non possono non aver udito o letto delle lamentele e delle proteste dei cittadini che abitano nelle vicinanze della ditta. Il CdQ, tra le altre cose, fu fortissimamente voluto da questa amministrazione affinché segnalasse i problemi del quartiere, senza alcun potere reale ad onor del vero, ma più che altro per far sapere ai cittadini che esisteva un organo di democrazia partecipativa. Altra sua attività preminente è quella, ogni tanto, di organizzare qualche festa.
Si è provato negli ultimi tre anni, di intervenire alle riunioni di tale organismo ma i tentativi sono andati vani per mancanza di informazioni su data e luogo delle riunioni e le email sono rimaste desolatamente senza risposta, anche se sono state espressamente richieste per informare i cittadini. Ci sarebbero poi gli uffici comunali che dovrebbero controllare e benché siano diretti dalle stesse persone da decenni, a differenza dei sindaci e degli assessori che ogni cinque anni spesso cambiano, sono rimasti silenti.
Una proposta che ci sentiamo di fare per le prossime elezioni, sarebbe quella di mettere in atto una certa turnazione negli uffici, anche per evitare che le cose vadano avanti per forza d’inerzia o di abitudine. Una soluzione che consentirebbe di garantire sempre un servizio alla cittadinanza e, soprattutto, escludere qualsiasi forma di alibi a giustificare le inadempienze dell’amministrazione.
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