Riflessioni
C’è una crepa, Paolo Rumiz, che squarcia l’Italia dalla Sicilia al Friuli: terremoto. Una crepa che si allarga, ogni giorno che passa, economica e sociale...
C’è una crepa, Paolo Rumiz, che squarcia l’Italia dalla Sicilia al Friuli: terremoto. Una crepa che si allarga, ogni giorno che passa, economica e sociale che svuota comuni e territori creando vuoti e abbandoni. Si scappa quando la terra trema e si va via per la mancanza di lavoro e di servizi. Entrambe le cause hanno sconvolto la vita di intere generazioni di famiglie ed hanno impoverito e desertificato anche la vita sociale di intere comunità.
Chiudono le scuole per mancanza di alunni, gli sportelli bancari per scarsa redditività, non rendono come vorrebbero i signori delle banche, i negozi per scarsi affari, anche i medici dopo una breve presenza scappano. In queste condizioni abitare e vivere è difficile, resistono gli anziani che non sanno dove andare e sono sempre in attesa di ascoltare la voce lontana dei figli o dei nipoti.
Le prospettive, leggendo i vari report sulle aree interne, non sono per nulla buone anche per mancanza di progettualità e di personale in grado di portarli avanti. Non è facile anche per i comuni che mostrano una certa vivacità nel cercare delle soluzioni. Quella della case ad un euro che inizialmente aveva suscitato un certo interesse si è dimostrata un flop. Senza servizi per tutto l’amore del luogo non è facile viverci anche per pochi mesi. In determinate condizioni l’inserimento degli immigrati sarebbe possibile con dei programmi di formazione lavoro attraverso i comuni per invertire la rotta.
Il governo dovrebbe agire senza ulteriore perdita di tempo perché necessita della manodopera per il sistema produttivo e i servizi. Legale e contrattualizzata non schiavizzati. Un Paese che invecchia, con molti comuni che si svuotano e con la fuga dei giovani verso l’estero per reggersi ha bisogno degli immigrati. Si dovrebbe capire leggendo l’articolo sul Sole 24 ore intitolato: la grande fuga dei giovani, 377 via dall’Italia, con la Lombardia e il Veneto in testa. In tredici anni dal 2011-2023 sono andati via verso l’estero 550 mila rientrati 172 mila, per un saldo negativo di 377 mila. Dopo Lombardia e Veneto seguono due regioni meridionali la Sicilia e la Campania.
Non siamo un paese per giovani anche per la mobilità interna i giovani vengono penalizzati in quanto non trovano appartamenti dove abitare. Ultimamente ci sono state delle rinunzie di posti di lavoro a causa di carenze di abitazioni e affitti stratosferici.
Il caso più eclatante è il bando di concorso dei vigili urbani del comune di Milano dove la metà dei vincitori, circa 700, hanno rifiutato il posto di lavoro a causa degli affitti alti non potendo reggere per i bassi stipendi. La testimonianza di un vincitore: la mattina in divisa per l’ordine e la sicurezza, la sera sotto i portici a dormire. Resto dove sono in attesa di espatriare in Olanda. I motivi per cui i giovani di Milano vanno via sono proprio questi bassi salari e affitti alti. Ovunque così.
Mi domando: chi governa le grandi aree urbane? Le lotte al profitto per aumentare i salari si riescono a fare, anche se con ritardo e difficoltà unitarie, ma quelle alla rendita fondiaria e finanziaria non si riescono lasciando le cose come stanno.
Una voce dal Profondo / Paolo Rumiz. - Milano : Feltrinelli, 2023. - 288 p., br. - (I narratori). - ISBN 978-88-07-03573-9
Su Girodivite: Una voce dal profondo, di Paolo Rumiz / di Maria Teresa Cassini, 6 dicembre 2023.
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