Qualcuno ancora non ha capito chi è Giorgia Meloni

Pulsazioni fasciste tra vittimismo e aggressività con tratti eversivi, coerenti con quelli che hanno incarcerato Spinelli, Rossi, Colorni, i visionari che hanno scritto il Manifesto per l’Europa Federalista.
Pulsazioni fasciste tra vittimismo e aggressività con tratti eversivi, coerenti con quelli che hanno incarcerato Spinelli, Rossi, Colorni, i visionari che hanno scritto il Manifesto per l’Europa Federalista.
Qualcuno ancora non ha capito chi è Giorgia Meloni. Che ogni qualvolta è in difficolta per le contraddizioni interne alla destra scarica sempre sugli altri. Ed ecco l’emergere del vittimismo, non contenta perché capisce che non fa presa, cambia ed aggredisce. Il suo volto si oscura, legge, si ferma, attacca senza fermarsi e poi scappa. Sì, scappa. Perché non vuole ascoltare gli altri, incapace di un confronto. Per comunicare fa i video per non essere smentita e per farsi bella perché lei è l’insuperabile Giorgia. Venuta da lontano per la sua lunga permanenza in parlamento nelle file della Fiamma che arde. Non è nuova anche perché è portatrice di idee che camminano insieme alla destra razzista e illiberale europea.
I conti col passato si fanno sempre, nella vita come in politica, se si vuole migliore e capire come cambiare in particolare quando si fa politica e si governa un Paese. La Meloni i conti col suo passato non se li vuole fare. Qualcuno della sinistra le ha creduto con il risultato d’averle aperto la strada del governo. Un capolavoro con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti sia sul piano economico che sociale.
Se si mettono in fila i dati negativi dell’industria, l’occupazione che non cresce nella fascia di mezzo 24-34, la sanità che si trova in un bivio tra lo smantellamento del servizio pubblico e il privato, il Sud che si spopola, non solo frana per il dissesto idrogeologico e trema per le continue scosse sismiche, non c’è da stare sereni e senza un futuro.
Invece di fare i conti con la dura realtà e indicare una strada, l’altro giorno alla Camera, e non al Senato dove aveva parlato prima, ha attaccato l’Europa di Ventotene con un mix di malafede e di arroganza, e di smaccata ignoranza. Non capisco perché non l’ha letto tutto. L’avrebbe potuto fare chiedendo più tempo e, nelle stesso tempo, dimostrando la conoscenza del testo. Sulla lettura non ho dubbi, ma per il commento tantissimi, però, le avrebbe potuto venire incontro a partire dal ministro della cultura. I ministri ci sono anche per questo per aiutarla come fa il ministro Salvini sempre puntuale come gli orari dei treni. Però questa volta non essendo in parlamento le ha fatto sapere che nel vertice europeo non avrebbe dovuto equivocare perché "questa non è la nostra Europa".
Nemmeno quella di Meloni perché entrambi pensano a Trump, di sfasciarla; in più il leghista anche a Putin. In queste giravolte la guerra in Ucraina continua se non prima non si mettono tutte le carte degli affari sul tavolo per chiudere l’accordo di pace. Non sarà facile ma uno spiraglio si è aperto. Vedremo, ma l’oscurità proviene da Gaza con morte e fame. Se non è genocidio spiegatemi cos’è.
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