Elezioni provinciali 2025

Con tutta la buona volontà dei nuovi organismi non sarà facile riorganizzare la macchina amministrativa, provvedere alle risorse finanziarie e programmare spesa e interventi. Ci vorrà del tempo anche se queste elezioni...
Dal voto ponderato alla ponderazione si avrebbero dovuto attenere i segretari dei vari partiti dell’isola, invece di esultare alla vittoria e di analizzare i fatti. Il centrodestra vince ovunque ad eccezione di Enna e Agrigento dove prevale il centrosinistra con una delle note operazioni trasversali. In queste due province nel centrodestra volano gli stracci con minore e maggiore intensità per aver mancato il successo e continuare a farli volare. Non sono aquiloni ma parole di tradimenti in pratiche strettamente interessate.
Ad Enna vince il sindaco di Calascibetta Capizzi del centrosinistra, ma non ha la maggioranza in consiglio. L’inciucio, dicono i ben informati, non è stata opera di Vladimir e di Totò, ma dalla deputata regionale Lanteri di Forza Italia e dal deputato regionale del Pd Fabio Venezia. Stento a crederci, ma è possibile per l’illuminazione ricevuta da qualche votante dentro la cabina all’istante del voto. Non si tratta di miracolo, ma di volontà dei capi tribù. Ad Agrigento si ha un fenomeno più controverso con un centrodestra che vince, con l’aiutino del Pd e 5Stelle, e un altro che perde.
A Siracusa con tutte le spaccature dentro il centrodestra vince il sindaco di Ferla Giansiracusa, non si sa bene a chi appartenga, mentre il candidato alternativo Giuseppe Stefio, sindaco di Carlentini, non è andato oltre ai voti dello schieramento alternativo. Voti che ha ricevuto, se non tutti, per l’elezione a consigliere provinciale contro certi giochi interni che lo volevano fare fuori. Non ci sono riusciti però qualcuno se ne dovrebbe fare una ragione.
Capire le dinamiche interne al partito democratico siciliano non è sempre facile. Però per i 17 eletti il segretario regionale Barbagallo esulta, non valutando che a vincere è stata la linea "inciucista" molto praticata, con notevoli risultati, all’Ars dal gruppo parlamentare. L’esultanza di Barbagallo non si capisce perché fuori da qualsiasi contesto politico per la fragilità e l’inconsistenza di un partito privo di un’anima e di idee. Non si capisce il perché non si presenti dimissionario al congresso per avviare un processo reale di rinnovamento per ridare slancio e idee.
Anche per evitare che lo scontro avvenga tra lui e l’altro decano della sacra rota Antonello Cracolici. Da sei legislatura dimora nell’aula di Palazzo dei Normanni, distinguendosi per le politiche agricole portate avanti, anche da assessore del governo della "rivoluzione gentile" di Saro Crocetta. Non c’è stata nessuna rivoluzione gentile ma caos e incompetenza. Però c’è stato qualcosa di più sconvolgente: la nomina di 47 assessori in 5 anni, e aver lasciato nella più totale confusione le province creando un danno immenso e per alcuni aspetti irreparabile.
Con tutta la buona volontà dei nuovi organismi, non sarà facile riorganizzare la macchina amministrativa, provvedere alle risorse finanziarie e programmare spesa e interventi. Ci vorrà del tempo, anche se queste elezioni con il voto ponderato non sono andate giù ai siciliani. Al centrodestra benissimo a prescindere delle polemiche interne, al centrosinistra non bene, anche se quel 17 non lascia molto sperare a causa di un ceto politico non in sintonia con i problemi della Sicilia.
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