Un posto dove non morire

Anche da morti a Lentini non si riposa in pace per mancanza di luoghi dove riposare, mettere un fiore, fermarsi per una preghiera e raccontarsi.
Anche da morti a Lentini non si riposa in pace per mancanza di luoghi dove riposare, mettere un fiore, fermarsi per una preghiera e raccontarsi. Un luogo di dolore ma di ricordi perché c’è la storia di una città con i suoi tanti volti e le sue inevitabili contraddizioni. Un ritrovarsi di generazioni diverse e una parte di noi nel suo scorrere del tempo.
Per questo insieme di motivi dovremmo avere una cura particolare da non tralasciare all’incuria e al disinteresse. Loro non ci vedono ma ci parlano. Parlano alla nostra coscienza. Forse è proprio questo che non si capisce e che dovremmo farlo capire a chi governa questa città. Un luogo specchio di una città irriconoscibile, insicura e priva di stimoli per un cambio di passo.
La vicenda della mancanza del prosieguo della costruzione dei loculi, che ho ascoltato nell’assemblea del Pd di Lentini, ha dell’incredibile. Ci sono dei cittadini che hanno versato delle somme per i loculi all’impresa costruttrice che, ad oggi, non sanno come andrà a finire in quanto è nato un contezioso tra il Comune e l’impresa. Ma è possibile che su una vicenda così delicata che non riguarda solo chi ha versato le somme, ma la città nel suo insieme, non ci sia un consiglio comunale aperto per capire quello che è avvenuto e come l’amministrazione intenda risolvere la questione?
L’amministrazione se c’è deve parlare e confrontarsi senza scappare. Non si scappa, anche se è diventato un nuovo modo di fare politica. Ritornare alla buona prassi dei consigli comunali aperti fa bene alla democrazia e alla stessa amministrazione, sempre che ci si voglia confrontare con gli eletti e con i comuni cittadini. Se non questo al sindaco non gli resta che l’invio di qualche video. Nemmeno questo non penso, altrimenti non ci resta che affidarci a qualche artista per la storia.
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