Quel monellaccio di Oskar Panizza
La riscoperta di uno dei più estrosi interpreti letterari del secolo scorso. Troppo sommariamente e opportunisticamente dimenticato.
Molti di voi si stanno chiedendo chi fosse, vi capisco, anch’io fino a qualche settimana fa ero nelle stessa situazione, ignoravo, finché mi sono imbattuto casualmente in lui. Perché non prima? Perché questo pesante sipario d’oblio? Forse disturbava troppo? Deve proprio averla combinata grossa Oskar Panizza (1853-1921), ancora oggi condannato all’ostracismo a quasi un secolo di distanza. Perché?
Alla ricerca di tracce biografiche e bibliografiche, fin dalle prime battute mi piace, mi affascina; mi piacciono gli apoti, aborro quello che piace alla maggioranza, quando mi accade mi preoccupo, sicché seguo l’istinto di leggere i suoi scritti. Ma, a parte le biblioteche ufficiali, è molto difficile procurarsi dei libri suoi, almeno in italiano; son tutti fuori produzione, se ne trovano di usati su amazon e su ebay, forse su qualche bancarella. Voglio proprio leggerli.
Traspare un uomo di immensa cultura, medicina, psichiatria, musica, letteratura. Ironico, sarcastico, maestro del paradosso, fantasioso, non le manda a dire, sopratutto a quella potentissima istituzione bimillenaria che condiziona le coscienze e la politica. Sicché viene processato e condannato per "oltraggio alla religione" e successivamente per "lesa maestà". Dopo la reclusione, percepita l’impossibilità di vivere ed operare in Monaco, girovaga per l’Europa, continuando a fare il ...monellaccio, ed intanto gli requisiscono i beni.
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Stupendo il suo "Addio a Monaco" (..."Perché tra di voi c’è sempre stato qualche principe pazzo che, innalzatosi al di sopra del vostro mediocre orizzonte di macellai ... pensò di essere originario dell’Attica o dell’Arcadia. Volle quindi inaugurare cave di marmo e costruire panteon invece che mattatoi, ... costruire gliptoteche e pinacoteche ...." .... "Vi siete sempre chiusi a chiave, nemici di tutto ciò che significa spirito." ..... "Avete letto abbastanza Büchner e Voltaire da riuscire a riconoscere che oggi i protestanti non si possono più sterminare direttamente bruciandoli sul rogo o annegandoli nell’Isar come negli anni 1519-1521.")
Stupendo il punto di vista del cane, ne "Dal diario di un cane", l’uso superlativo di metafore e fantasie "canine", nel descrivere e nel classificare l’etica degli uomini nelle diverse circostanze e nella natura intorno.
Bello il riferimento ironico e dissacrante nel racconto "La locanda della trinità" o, nel racconto "Scandalo in convento", in cui trova la "scusa" per parlare di ermafroditismo.
Bella la satira avverso i regnanti dell’epoca, coi "suggerimenti" sulla sicurezza, nel racconto "Mania anarchistica progressiva" ("Causa i sempre più numerosi attentati contro personalità principesche e l’aumentata usura di teste coronate, provocata dalla politica occidentale, non si può procrastinare oltre l’assunzione di misure atte a contenere tali orribili decimazioni") Ancora ironia nei racconti "Il quattordici luglio" e "Intra muros et extra", buffe cronache parigine di un esule irredimibile.
Nel racconto "La fabbrica degli uomini", da visionario, si approccia alle problematiche della procreazione e della clonazione con un secolo di anticipo. Come in un giallo si scopre solo alla fine che il protagonista, in visita in una fabbrica di ceramiche estremamente belle e realistiche, s’era perso, compiaciuto, nei meandri della fantasia creativa.
Ancora ironia anticlericale nel racconto "Il baraccone delle figure di cera" in cui viene inscenata una "passione e morte" con attori veri e figure di cera ed il coinvolgimento viscerale del pubblico sfociante in una rissa collettiva.
I racconti "Il tizio dei corsetti" ed "Il rospo giallo" affrontano tematiche tanto care a Panizza, ossia l’influenza familiare e religiosa nello sviluppo psichico e sociale dell’individuo, con sottofondo ironico e dissacrante.
Nel "Concilio d’amore", allo scopo di porre rimedio alla dissolutezza dei costumi degli uomini (e quale migliore occasione per ambientarla durante il "regno" di Alessandro VI Borgia?) viene immaginato un "Concilio" in cui, con un’idea a dir poco geniale, a fianco delle figure "istituzionali" del cattolicesimo, partecipa pariteticamente(!) il diavolo, che alla fine troverà la "sua" soluzione, ovvero avrà la meglio. Fin dalle prime battute della commedia, mentre leggevo, mi compariva prepotentemente e gradevolmente il sorriso beffardo di Panizza. Deve essersi proprio divertito ... "divertito come un pazzo". Già, come un pazzo. Per questo l’hanno rinchiuso in manicomio alla fine del suo girovagare per l’Europa? O per castigarlo?
Oskar Panizza è ancora oggi, dicevo, vittima d’ostracismo, forse potrebbe ancora turbare "l’ordine costituito", forse potrebbe turbare le ... percorelle. Figuratevi che non esiste una Oskar Panizza Strasse né in Monaco né in tutta la Germania ... nemmeno una, se google maps non mente. E dire che l’umanità è andata avanti tutte le volte che qualcuno s’è posto e ha posto delle questioni, anche "scomode" come fece Oskar Panizza. Occorrerebbe rendergliene merito, come faccio qui, nel mio piccolo.
Per saperne di più:
https://en.wikipedia.org/wiki/Oskar_Panizza
http://www.viaggio-in-germania.de/oskar-panizza-biografia.html
http://www.lacittaonline.com/index.php?q=node/1300
http://www.lacittaonline.com/index.php?q=node/1302
http://www.spirali.it/newsletter/oskar-panizza-la-satira-la-scrittura-la-salute/20111018172734/
http://www.viaggio-in-germania.de/oskar-panizza-papi.html
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