Non resta che
Recensione del libro "Occhi blu capelli neri" di Margeurite Duras.
Quanto può essere lunga una passione? Cento, duecento pagine? In quanto può essere scritta? In quanto narrata? E quanto può durare, poi, una passione? Il tempo di una stagione calda? Il tempo di un bacio dirompente? Il tempo di tutto ciò che si sarebbe potuto fare e non si è fatto aspettando quel bacio? Il tempo dell’attesa dunque, magari vana.
Con il suo "Occhi blu capelli neri" Margeurite Duras ci consuma pian piano nella confusione di una passione inspiegabile ed inspiegata. Una passione che travolge per la follia che la compone e che, paradossalmente, si consuma nell’attesa e nel desiderio fortissimo. Non negli amplessi, non nella carne.
Superate dunque le perverse contorsioni tutte sessuali che l’hanno resa celebre con "L’amante" (che dell’autrice rimane comunque il capolavoro assoluto) la Duras ha ancora tentato di narrare le turbe morbose di quando amore e follia si mescolano insieme. Il racconto stavolta però si fa ancora più sfuggente, la soluzione da vaga diviene inesistente.
Tutto ciò che esiste sono un uomo ed una donna, e poi un altro uomo ancora (occhi blu, capelli neri), una casa, le lenzuola bianche, la seta nera. E poi il mare che si agita forte contro una parete. Per il resto ciò che rimane è un amore che stavolta oltre a non riuscire ad essere detto non riesce neanche ad esser fatto. Intanto l’ambientazione teatrale e la scelta di un intorno scarno, fatti solo di luci ed ombre archetipiche, enfatizzano lo sgomento del lettore, sempre alla ricerca di una catarsi che alla fine manca. E di tutto non rimane che morirne.
"Occhi blu capelli neri", di Margeurite Duras, edito da Feltrinelli.
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m.duras...ho letto l’amante,bellissimo..emozionante,e ora,sto leggendo occhi blu e capelli neri...avendo solo letto l’opinione di duras,alla fine del libro...mi ha incuriosito...infatti alla fine in libreria,al posto di un altro,l’ho preso..meglio leggerne prima uno e poi l’altro,quando ne ho voglia,che lasciarli li,ha prendere la polvere...stavo dicendo!!...l’ho preso...alla sera,cm sottofondo un po di musica..incomincio!!incuriosita vado avanti...ma sependo poche informazioni,continuo...ma nn mi sn bastate..xke sz aver capito molto,nn risco ad andare avanti...ed ora,sn qui,x saperne di +...ricevute e leggendolo...capisco!!!!!che bello!!!sn contenta!!!avendo fatto un anno di teatro,questo libro,mi incuriosisce sm di +..si vede ke è diverso dagli altri...poi,il teatro,e qlc,di unico,di forte...penso ke sia il miglio mezzo x comunicare emozioni,di livelli diversi..e sentire dei sorrisi di fondo,dp aver detto.una battuta...x me,la prima volta,é QLC GRANDE...MI RENDO CONTO,KE AVER FATTO RIDERE KI TI SEGUE NELLO SPETTACOLO;é TANTO,MA é DI +,AVER INSERITO IN QUEL MOMENTO;TUTTO IL LAVORO KE CE STATO DIETRO...RECITARE,NN E FACILE...SPERO DI RIPRENDERE QUEL PERCORSO KE HO DOVUTO ABBANDONARE X MOTIVI PETRSONALI...mi ha aiutato...sn contenta di aver fatto questa esperienza...ho fatto questo VIAGGIO cn persone di diverse eta(ero la + piccola!!!!!!!!),personalita,ecc...MA DI TESTA MIA,nel senso ke,cn difficolta,paure,ecc..sn sm andata avanti xke credevo a quello ke facevo,grazie anke a ki,mi e stato vicino...ma alla fine,mi sn sentita la + VINCITRICE,delle altre 6 ragazze!!le donne!!!mammamia...basta cn le seghe mentali,invidie,ecc.....se dovessi,ora,riprendere...nell’ambiente ke si e creato,nn so,se ce la farei a inserirmi!ci proverei...xo bhooooo!cm dc 1a mia cara amica:"nn mollare mai"...e dp tutto,nn lo faccio....affronterei la cs,a mio modo,cm sm ho fatto...cn dolore,amore,simpatia,sincerita,fedelta,e ki + ce nà,+ ce nè metta!!!!!oggi,mi sento cs!!!strana!ciao duras!è stato un piacere aver lasciato delle mie considerazioni...spero di incontrarci ha teatro!!....
RACCONTO
<<...dopo il dimezzamento della figura umana ogni parte rimpiangeva quel suo doppio...>>
Platone
Come sempre il ciclo ricominciava. Eravamo lì: una densa scia che percorreva la circonferenza. Per mettere fine alla ripetizione dei cicli dovevamo raggiungere l’unità; ma non era chiaro cosa ciò volesse significare. Ecco che di nuovo abbandonavamo la circonferenza per inoltrarci sul cammino a spirale che ci avrebbe condotto verso la luce di quell’altra dimensione. Il cammino, se così lo possiamo chiamare, visto che lì non abbiamo le gambe, procedeva con la solita monotonia. Proseguivamo sul percorso che si stringeva e addensava sempre di più. Alcuni compagni di viaggio li avrei incontrati dopo, nel mondo fisico. Ad un certo punto intuii una nuova presenza, si era accesa improvvisamente nella folla incolore e si avvicinò a me. Percorrevamo la spirale insieme,scattando sinuosamente tra gli altri, perdendoci di vista per pochi istanti per poi riavvicinarci, quasi toccandoci; ogni tanto ci allontanavamo dal percorso nella speranza di isolarci; ma il flusso ci trascinava –contro le nostre forze- verso la luce. Così pensammo di accodarci nelle zone di maggior traffico, in modo da impiegare più tempo per concludere il viaggio e stare insieme. Le nostre energie in alcuni momenti vibravano all’unisono, per brevi istanti diventavamo un’unica presenza, poi ci smorzavamo subito dopo. Beh potremmo dire che ci stavamo conoscendo sempre meglio. Poi io caddi nella luce e nacqui, lei mi seguì qualche anno dopo. Fu quella sera in estate che la rividi nella folla, la riconobbi nei bagliori dei suoi occhi. Avanzavamo nel vischioso mare di gente scrutandoci con veloci guizzi dello sguardo. Ogni tanto, intimiditi, ci nascondevamo tra le ombre che ci circondavano. Il giorno dopo non la incontrai. Ho attraversato numerosi cicli. Sono stato avvocato albero assassino, ma cerco ancora quegli occhi che mettano fine a questo faticoso viaggio.
RACCONTO
<<...dopo il dimezzamento della figura umana ogni parte rimpiangeva quel suo doppio...>>
Platone
Come sempre il ciclo ricominciava. Eravamo lì: una densa scia che percorreva la circonferenza. Per mettere fine alla ripetizione dei cicli dovevamo raggiungere l’unità; ma non era chiaro cosa ciò volesse significare. Ecco che di nuovo abbandonavamo la circonferenza per inoltrarci sul cammino a spirale che ci avrebbe condotto verso la luce di quell’altra dimensione. Il cammino, se così lo possiamo chiamare, visto che lì non abbiamo le gambe, procedeva con la solita monotonia. Proseguivamo sul percorso che si stringeva e addensava sempre di più. Alcuni compagni di viaggio li avrei incontrati dopo, nel mondo fisico. Ad un certo punto intuii una nuova presenza, si era accesa improvvisamente nella folla incolore e si avvicinò a me. Percorrevamo la spirale insieme,scattando sinuosamente tra gli altri, perdendoci di vista per pochi istanti per poi riavvicinarci, quasi toccandoci; ogni tanto ci allontanavamo dal percorso nella speranza di isolarci; ma il flusso ci trascinava –contro le nostre forze- verso la luce. Così pensammo di accodarci nelle zone di maggior traffico, in modo da impiegare più tempo per concludere il viaggio e stare insieme. Le nostre energie in alcuni momenti vibravano all’unisono, per brevi istanti diventavamo un’unica presenza, poi ci smorzavamo subito dopo. Beh potremmo dire che ci stavamo conoscendo sempre meglio. Poi io caddi nella luce e nacqui, lei mi seguì qualche anno dopo. Fu quella sera in estate che la rividi nella folla, la riconobbi nei bagliori dei suoi occhi. Avanzavamo nel vischioso mare di gente scrutandoci con veloci guizzi dello sguardo. Ogni tanto, intimiditi, ci nascondevamo tra le ombre che ci circondavano. Il giorno dopo non la incontrai. Ho attraversato numerosi cicli. Sono stato avvocato albero assassino, ma cerco ancora quegli occhi che mettano fine a questo faticoso viaggio.