Tutto è festival: bilancio della stagione 2011
L’inizio di una nuova stagione è sempre tempo di bilanci per quella precedente. Ma com’è stata l’estate culturale siciliana 2011? A questa domanda noi di Girodivite scegliamo di rispondere oggi per cercare di offrire a i nostri lettori un’analisi ponderata e a freddo.
L’inizio di una nuova stagione è sempre tempo di bilanci per quella precedente. Ma com’è stata l’estate culturale siciliana 2011? A questa domanda noi di Girodivite scegliamo di rispondere oggi per cercare di offrire a i nostri lettori un’analisi ponderata e a freddo. Il fine è quello di offrire spunti per rendere ancora più magiche le estati che verranno (piuttosto che spicce cronache dell’ultima ora) partendo dalle molte iniziative che hanno reso speciale quella appena trascorsa. Per farlo vi raccontiamo i festival più importanti della stagione del sole, sperando di addolcire anche il vostro autunno.
Per l’estate 2011 la bella terra sicula ha proposto agli isolani più attenti e volenterosi un’offerta culturale da leccarsi i baffi. Mai come quest’anno, infatti, da Siracusa a Trapani a Messina (e da lì proseguendo in tutte le direzioni) il percorso si arricchiva di spettacoli teatrali, concerti, proiezioni cinematografiche, dj set e mille altre proposte cultural-conviviali. Detto più semplicemente di mille festival. Ypsigrock (Castelbuono, Palermo), Nebrodifest (Castell’Umberto, Messina), Rock the Casbah (Mazara del Vallo, Trapani), Festival del cinema di frontiera (Marzamemi, Siracusa), campart, Sincero Festival (Palazzolo Acreide , Siracusa), Pubblico Incanto Artheatre Festival (Pagliara, Messina), sono solo alcune delle innumerevoli proposte.
Impossibile per noi impavidi girini seguirle tutti. Per fare un bilancio però potrà bastare raccontarvi i due festival più attesi e discussi della stagione, entrambi alla prima edizione e in spietata concorrenza nella settimana di ferragosto: il Not.fest (tanta musica live e dj set a Noto, Siracusa, dal 12 al 14 agosto)e il Sicily Music Village (anche qui musica live e dj set, ma anche qualche performance artistica, a Scicli, Ragusa, dal 12 al 16 agosto). Due festival simbolici, dunque, per inquadrare un panorama più ampio e certamente sorprendente. Vediamoli nel dettaglio.
Dal Not.fest qualcuno si è sentito deluso perché, si è detto, semplicemente non è un vero festival (ironia del nome?): non c’è il campeggio, c’è un solo palco, due soli bar, la location è poco azzeccata (l’Arena Basket del Centro Polisportivo di Contrada Zupparda, a Noto) e poi i tavolini e i divanetti fanno tanto festa di paese. Bisogna però precisare che per definizione un festival è un “complesso di manifestazioni artistiche che si svolgono periodicamente in un certo luogo” e che, di conseguenza, il Not.fest non solo è a pieno titolo un festival (nello specifico musicale), ma è soprattutto uno dei festival che ambisce a diventare un appuntamento fisso con la musica di qualità, in Sicilia al centro dell’estate (il marchio Mercati Generali era già una garanzia). Il Not.fest insomma si prepara a competere con l’Ypsig, e questo per i Siciliani buongustai aumenta l’offerta. Ottimo.
I difetti però non sono mancati. Innanzitutto l’assenza da una navetta che collegasse il campeggio convenzionato e anche il centro di Noto con i concerti ci è sembrata una grave pecca per un festival così ambizioso. In secondo luogo qualcosa nel programma dell’ultima sera non ha funzionato. Ma andiamo per ordine. La prima serata con i Casinò Royale e come ospiti d’onore è andata via liscia come l’olio (noi non c’eravamo, ma voci fidate raccontano di una grande festa d’agosto, complice l’ingresso gratuito fino alle 21:00). La seconda serata ci ha mandati in estasi mandare in estasi con l’atmosfera insieme delicatissima e potente della musica di Apparat e band: il loro concerto, nella serata del 13 agosto, è stato in assoluto il momento più alto della nostra estate musical-culturale, complici un talento musicale capace di evocare molto più di quanto possa dirsi con le parole. Date le premesse anche nella la notte di ferragosto (serata conclusiva del festival)sul Not.fest nutrivamo grandi aspettative, purtroppo deluse. Non sappiamo se sia stato per colpa dei Nouvelle Vague, che sul palco ci sono sembrati decisamente meno in forma del solito. O più probabilmente è stato a causa dell’esasperante virtuosismo di Francesco Tristano al piano (una performance del genere in un contesto come il Not.festa a nostro avviso non dovrebbe durare più di 15 minuti, ma evidentemente gli organizzatori non la pensavano così). Fatto sta che quando l’attesissimo Carl Craig è finalmente salito sul palco il pubblico era già disperso e poco convinto, e non è stato facile convincerlo a tornare a ballare, complice anche il volume da sottofondo più che da discoteca. Peccato. In generale il Not.fest punta in alto ma spreca un paio di buone cartucce. Confidiamo negli organizzatori che avranno a disposizione la prossima edizione per rifarsi.
Anche il Sicily Music Village ha puntato in alto, molto in alto. Più ancora del suddetto acerrimo concorrente. Innanzitutto per la location, un’area attrezzata (?) nelle sperdute campagne tra Modica e Scicli, nella quale era anche possibile campeggiare ad una cifra irrisoria (5 euro al giorno per chi sceglieva di vedere anche il concerto). In secondo luogo per il lunghissimo (5 giorni di festival)e altisonante programma che, a dire il vero, ci è parso un po’ confuso dato che, con nomi del calibro di Elephant Man, Jeff Mills e Kissogram, si è passati con disinvoltura dalla techno minimal al reggae fino al rock. Attesissimo Shagghy (nella serata del 15 agosto per la prima volta in Sicilia), e sinceramente non ce ne spieghiamo il perché dato che, ammesso che ci sia piaciuto sentirci ancora giovanissimi sul tormentone lanciato dalla pubblicità Levi’s, bisogna ammettere che quella serata ci è parsa una grande tamarrata. Ma forse è esattamente ciò che aspirava ad essere. Impossibile comunque negare la qualità dell’intero programma, che con il concerto dei Pendulum nella serata conclusiva (16 agosto) ha concretizzato il secondo momento più alto della nostra estate (dopo il concerto di Apparat, ma questa è solo una questione di gusti).
Se l’aspetto musicale del festival ci ha convinti (nonostante gli esorbitanti e ingiustificabili aumenti del biglietto al botteghino per chi non si fosse premurato di acquistarlo online) diverso è il nostro giudizio per quanto riguarda l’organizzazione del campeggio. Nulla da ridire sui punti ristoro, che anzi erano tanti, economici e gustosi, diverso è invece il giudizio su tutto il resto: pochissima ombra (si potevano montare un paio di teli), moltissime cacche di coniglio (si poteva rastrellare il terreno) e meno di dieci bagni spesso addirittura fuori uso (lasciare i bagni delle donne senza cestino non è una grande idea se non vuoi che il bagno si insozzi e si otturi). Una cosa poi ci è particolarmente dispiaciuta. Il Sicily Music Village è stato promosso come un festival ecologico, idea che avevamo apprezzato perché pienamente condivisibile oltre che assolutamente al passo coi tempi. Peccato però che i cestini della differenziata fossero colmi di immondizia indifferenziata già dopo soli 2 giorni (colpa anche della scarsa illuminazione che, di notte, impediva di cogliere la differenziazione). Rendersi conto poi che una gran parte dello scarico delle docce confluiva direttamente nel fiume che costeggiava il campeggio ci ha messi decisamente di cattivo umore e ci ha fatti sentire presi in giro. Non si tirano in ballo tematiche importanti per poi trattarle con tanta leggerezza. E poi poche docce, l’acqua che manca per una sera, mille disagi logistici e mille proteste. Peccato. Il Sicili Music Village punta in alto ma l’evento è parecchio ambizioso e l’organizzazione ci è parsa confondersi, finendo per perdere molti punti. Anche in questo caso confidiamo nella prossima estate per gli eventuali miglioramenti.
Ciononostante l’estate siciliana 2011 resta decisamente una stagione culturale da promuovere a pieni voti per tutta l’isola, e sia il Not.fest che il Sicily Music Village restano iniziative da segnalare ed elogiare, oltre che da migliorare per le stagioni che verranno. Perché è grazie ai mille festival tutti diversi e tutti imperfetti di questa estate sorprendente se, dalle note buone dei Mogwai (Castelbuono, Ypsigrock), al cinema di qualità (Marzamemi, Festival del Cinema di Frontiera), alle fanfare i Bregovic (Giardini Naxos, Tindari e Palermo, Circuito del Mito), fino al teatro contemporaneo che si confronta col territorio (Pagliara, Pubblico Incanto Artheatre Festival), così come nelle mille altre iniziative che ci siamo goduti, per un’intera stagione essere Siciliani ci è parso un privilegio.
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