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Mine vaganti. Regia di F.Ozpetek. Con R.Scamarcio, N.Grimaudo, E.Fantastichini

di Dario Adamo - mercoledì 10 marzo 2010 - 4854 letture

Quant’è difficile far fronte alla realtà, soprattutto quando la realtà, così com’è, è difficile da digerire. Quando, cioè, le aspettative e le speranze si infrangono improvvisamente e ciò che si pensava fossero certezze incrollabili su cui investire e credere fino in fondo, finiscono per rivelarsi solo illusioni strettamente personali, egoistiche proiezioni dei propri desideri.

A Vincenzo Cantone, proprietario di un grande pastificio salentino, succede qualcosa di molto simile: pronto a lasciare la guida dell’azienda di famiglia ai figli, in occasione del ritorno del più piccolo, Tommaso, che ha studiato per anni a Roma, scopre che quello che pensava fosse un quadretto di encomiabile perfezione formale in realtà è tutto il contrario di quello che ha sempre pensato. Tommaso, tornato per fare chiarezza e dichiarare finalmente la sua omosessualità, viene anticipato di un istante dal fratello maggiore Antonio che sconvolge tutti, confessando di aver amato un dipendente dell’azienda per molto tempo. La preoccupazione maggiore del capofamiglia Vincenzo ora non è più quella della gestione del nuovo assetto societario, bensì la necessità di salvare le apparenze affinché in città non si diffonda la notizia della “sciagura” che ha colpito i Cantone. A scompigliare ulteriormente il nuovo complicato equilibrio saranno anche la bella e difficile Alba, figlia del nuovo socio dei Cantone e l’arrivo improvviso dai vivaci amici di Tommaso, giovani, attraenti, ma anche loro un po’”strani”. In questa bufera che spazza via ogni certezza, a fare da trait d’union intergenerazionale della famiglia è la comprensiva e saggia nonna che dispensa consigli super partes, cercando di convincere tutti che è meglio seguire il proprio cuore, assumendosi però sempre le proprie responsabilità.

Lasciandosi alle spalle la Roma dei quartieri come Testaccio, Ozpetek scende al sud fino a giungere nel Salento della bella Lecce per ambientare la sua nuova storia, quella di una famiglia che si crede ”normale” e invece deve fare i conti con il “diverso”. Se questo “diverso” poi è l’ultimo dei figli, quello su cui si pensava di poter contare, l’attacco di cuore per il padre-uomo-del-sud-tutto-ad-un-pezzo, non può che essere dietro l’angolo. L’autore de Le Fate Ignoranti e Saturno Contro, mette insieme un cast di bravi attori, dai bei Scamarcio (in un’apprezzabile e inusuale-omosessuale veste), Preziosi e Grimaudo ai navigati Fantastichini, Sofia Ricci fino a un’ottima Ilaria Occhini per filmare, forse con troppi carrelli attorno alla tavola da pranzo delle confessioni pericolose, una commedia a tratti piacevole che invita a credere nelle proprie scelte (e non si tratta solo degli orientamenti sessuali), estremizzando un po’ qua e là toni e atteggiamenti e lasciando spazio a un ottimismo salvatutto. Il risultato è caricaturale più che satirico e la morale della favola incerta. C’è spazio per la comprensione in famiglia (anche se maledettamente, intrinsecamente, profondamente meridionale)? E’davvero (e ancora) questa la realtà? Comunque sia, al grande pubblico piacerà…


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