Meddle by Pink Floyd

...e dal muro attraverso la finestra
arrivano ondeggiando su ali di raggi di sole
un milione di ambasciatori splendenti del mattino
Quando l’album uscì in Inghilterra il 5 novembre del 1971, dopo essere stato ufficialmente pubblicato negli Stati Uniti il 30 ottobre dello stesso anno, forse neanche gli stessi Pinks immaginavano che quei 23,31 minuti della traccia Echoes avrebbero sconvolto l’esistenza e la sensibilità musicale delle future generazioni.
Quei ventitré minuti e mezzo d’incedere psichedelico, che la band aveva già consegnato alla storia della musica rock con l’album Atom Heart Mother, raggiungono l’apice dell’alienazione melodica con un testo scritto da Roger Waters che, da quei versi, traccerà la storia dei futuri successi dei Pink Floyd.
L’album inizia con il pezzo molto strumentale One of these days, che identifica il sodalizio artistico dei due membri fondamentali del gruppo, Roger Waters al basso e la chitarra elettrica di David Gilmour, ha la caratteristica unica frase della canzone, molto discussa e soggetta a diverse interpretazioni che recita "One of these days I’m going to cut you into little pieces". Un verso che sintetizza il pensiero di Waters sulla società a lui contemporanea, ma che verrà ereditata da quelle successive.
Un’altra curiosità di questo sesto album dei Pink Floyd è la canzone Fearless, nella quale è stata inserito il coro dei tifosi della squadra di calcio del Liverpool che richiama il messaggio del titolo del pezzo con l’ossessivo You’ll never walk alone cantato dai supporter durante le partite.
La copertina merita un discorso a parte. Un’immagine che, in sintonia all’estrosità che caratterizza tutta la storia musicale della band, pur lasciando libera immaginazione alle varie interpretazioni e addirittura ricordare la silhouette della testa di ET, in effetti rappresenta un orecchio immerso nell’acqua. Altra particolarità della copertina è la foto del gruppo che, per molti anni, resterà l’unica all’interno dell’intera discografia.
Riportiamo il testo originale della canzone Echoes, che merita l’attenzione letteraria dei lettori, per il suo contenuto lirico ad altissimi livelli:
Overhead the albatross hangs
motionless upon the air
And deep beneath the rolling waves
in labyrinths of coral caves
The echo of a distant tide
Comes willowing across the sand
And everything is green and submarine
And no one showed us to the land
And no one knows the where’s or why’s
But something stirs and something tries
And starts to climb towards the light
Strangers passing in the street
By chance two separate glances meet
And I am you and what I see is me
And do I take you by the hand
And lead you through the land
And help me understand the best I can
And no one calls us to move on
And no one forces down our eyes
And no one speaks
And no one tries
And no one flies around the sun
Cloudless every day you fall
Upon my waking eyes
Inviting and inciting me to rise
And through the window in the wall
Come streaming in on sunlight wings
A million bright ambassadors of morning
And no one sings me lullabies
And no one makes me close my eyes
So I throw the windows wide
And call to you across the sky.
E questo è il video di One of these days, tratto da Live at Pompei
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