La realtà delle agromafie

Diseguaglianze, nuove povertà e lavoro nelle campagne in condizioni disumane e senza nessuna tutela in mano ai caporali...
Ho letto con interesse il documento della Cei, pubblicato sul giornale Avvenire, sulle agromafie. Un documento che parte dal valore dell’agricoltura per la produzione di beni primari e sorgente di grandi valori per il legame sociale che crea tra i lavoratori e la cooperazione fruttuosa. Una attività che apprezziamo, prosegue il documento, oggi più che mai in un tempo segnato dalla guerra perché la mancata produzione di grano affama i popoli e li tiene in scacco.
Le scelte assurde di investire in armi anziché in agricoltura non può non allarmarci per il destino d’interi popoli in un quadro drammatico di crescente diseguaglianze e povertà. Quest’anno sono cadute in estrema povertà altri 263 milioni di persone. E per converso la pandemia ha prodotto 573 nuovi miliardari nei settori dell’alimentare, della tecnologia, della farmaceutica e delle armi . Ed oggi le industrie dei settori energetici.
- agromafie e caporalato
Diseguaglianze, nuove povertà e lavoro nelle campagne in condizioni disumane e senza nessuna tutela in mano ai caporali. Parlare di agromafie " significa anche parlare di pratiche agricole insostenibili dal punto di vista ambientale e di sofisticazione alimentare così come uso di terreni agricoli per l’immagazzinamento di rifiuti tossici industriali e urbani." " La terra è creata ed affidata all’umanità come giardino per trasmetterla alla generazioni future".
Un documento che si chiude nel mantenere il proprio impegno contro le mafie e il caporalato e un’invocazione nei confronti delle autorità pubbliche per un’azione di prevenzione e di contrasto contro le infiltrazioni criminali. Anche in questo campo c’è una presa di coscienza della Chiesa come non mai. Forte, impegnata, consapevole, solidale. Un solidarismo reale e non parolaio.
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