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La discarica di Via Toscana

Uno degli ingredienti della città moderna è la discarica. Ci sono discariche più o meno celate, quelle contestate, quelle abusive. Infine, quelle umane…

di Piero Buscemi - mercoledì 3 novembre 2004 - 4809 letture

Non sempre i lavori di restauro negli angoli più nascosti delle nostre città, il giorno dell’inaugurazione, copriranno i problemi che quella determinata zona ha provato a nascondere da sé. E’ il caso di Via Toscana, a Siracusa. Una strada secondaria che collega le viuzze a senso unico, parallele al più importante Viale Tunisi con i suoi esercizi commerciali.

Fino ad un paio di anni fa, Via Toscana era l’ultima frontiera della campagna che circondava le vecchie abitazioni in barocco povero della zona alta della città. Era costituita da uno spazio in terra battuta, nel cui lato destro, provenendo dall’incrocio tra Viale Tunisi e Via Sicilia, imperava un grosso albero di fico, orgoglio ed invidia per i bambini che lo utilizzavano come nascondiglio e i cani che in esso riconoscevano Madre Natura.

La zona al centro della nostra attenzione è situata fin troppo vicino a quella che, partendo da Via Algeri, prosegue fino alla "Mazzarrona", noto quartiere popolare dai suoi innumerevoli problemi di convivenza e di contraddizione. Troppo vicina, tanto da far venire in mente a qualcuno, sensibile ai bisogni quotidiani della cittadinanza, di trasformarla in un pseudo-parchetto giochi con adiacente strada asfaltata, ben più indicata a soddisfare le esigenze del traffico cittadino.

I lavori vennero affidati ad una società edile palermitana, forse per sfruttare l’esperienza pluriennale dei manovali del capoluogo abituati a ben altri cantieri cittadini, di lunga durata. La squadra, neanche troppo numerosa, si è presentata ogni mattina per quasi un anno e con le sue dovute pause, per migliorare l’aspetto estetico e funzionale di questi cento metri di "architettura" urbana. Il costo iniziale era stato fissato intorno a 500 milioni di lire, così almeno si poteva leggere sul cartello "pubblicitario", all’entrata del cantiere. La cifra effettiva sembra abbia toccato il miliardo.

La prima vittima sacrificale è stato l’albero di fico, con la promessa che il suo sacrificio avrebbe permesso la costruzione del parchetto giochi e dell’utilissimo parcheggio pubblico da sfruttare durante la corsa all’affare nei due attigui supermercati.

Alla fine dei lavori, interrotti diverse volte per motivi "misteriosi", si poteva ammirare un’aiuola perimetrale e semicircolare, sostenuta da un muretto di altezza media di due metri e mezzo. A spina di pesce, i posti auto ad uso shopping, un’altra aiuola triangolare ad uso parchetto giochi, con la sua colorata altalena biposto, il cavalluccio a molla e qualche altro gioco non facilmente individuabile. Anche i cani, come promesso, hanno avuto la loro macchinetta distributrice di sacchetto e paletta, ad uso…feci.

Adiacente al parchetto, la famosa strada asfaltata che lo separa da altre due aiuole, ad uso "discariche secondarie". Si, perché qualche giorno dopo…va bene, non esageriamo…un mese dopo l’inaugurazione, il parchetto, per la legge di natura del panta rei, aveva trovato migliore giustificazione nell’ospitare i resti delle scampagnate notturne di una trentina di giovani di belle speranze. Giovani che, da allora, dopo l’appuntamento fisso della partita a calcetto delle tre del mattino, seguita dalla gara su due ruote dedicata al campione Valentino e da qualche imitazione di Tarzan della jungla cittadina, rifocillano le membra stanche dalle scorribande notturne, con pizza a taglio e birra a fiume. Senza dimenticare di lasciare traccia del loro passaggio sul prato inglese che, forse, era stato progettato per altri utilizzi.

Anche l’ex consigliere di quartiere Strazzulla aveva trovato il modo per sottolineare la magnificenza dell’opera urbana di recente realizzo, della quale più di una volta, ebbe l’ardore di vantarne il concepimento. Questa sua malcelata soddisfazione la manifestava tutte le mattine. Arrivava sul suo due ruote dal fondo della nuova strada asfaltata. Veleggiava sui 70 orari e dopo aver sgommato nella manovra di inversione, si prodigava in un sermone paternalistico sulle buone regole di civiltà e di convivenza sociale, sottolineando la malacreanza del passeggiatore occasionale con annesso cane a seguito che, imbrattando le aiuole con gli escrementi, dava un pessimo esempio educativo ai bambini che, di quell’opera ludica, avrebbero dovuto goderne. Ogni tanto, qualche interlocutore ribatteva al consigliere di come fosse veramente difficile contrastare il suo esempio educativo dall’alto dei suoi 70 orari…senza casco.

A questa accusa, Strazzulla non ha mai risposto, impegnato a rendere il soggiorno notturno della banda di Via Toscana, il più accogliente possibile. Lo ha fatto illuminando la zona con 22 lampioni, collocando 4 panchine panoramiche sulla strada e infondendo a tutti un grande senso di educazione stradale con i segnali di stop da provare a rispettare.

I ragazzi lo hanno ringraziato modificando lo stile architettonico dell’area: hanno divelto le panchine antiestetiche, hanno spaccato un biposto dell’altalena colorata per darle un tocco kitch, hanno reso più accessibile la macchinetta per la raccolta feci dei cani staccando lo sportellino anteriore e hanno costretto i cittadini del quartiere a chiedere l’intervento della polizia, a turno con i carabinieri, per sedare una discussione in corso, i cui contenuti apparivano poco comprensibili senza l’ausilio di qualche pugno nei denti o qualche calcio in pancia.

Strazzulla ha ricambiato abdicando l’incarico di consigliere di quartiere per candidarsi, lo scorso giugno, ad un più prestigioso posto al Consiglio Comunale. La cittadinanza irriconoscente non lo ha seguito in questo suo nuovo progetto. Le madri, intanto, non mandano più i bambini al parchetto giochi…per paura.


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