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Il solitario. Regia di F. Campanini. Con L.Magri, F. Siciliano, F. Barilli

Noir di casa nostra, noir fatto in casa, partorito in provincia e ambientato nella metropoli, tra Bologna e Roma, passando brevemente per Prato e Parma , Il solitario è l’opera prima del giovane regista Francesco Campanini, classe 1976.

di Dario Adamo - sabato 4 aprile 2009 - 5121 letture

Noir di casa nostra, noir fatto in casa, partorito in provincia e ambientato nella metropoli, tra Bologna e Roma, passando brevemente per Prato e Parma , Il solitario è l’opera prima del giovane regista Francesco Campanini, classe 1976.

Sèguito ideale de Nel cuore della notte, noir low-budget realizzato nel 2002 di cui Campanini curò montaggio e produzione, Il soltario ripropone la figura principale di Leo Piazza (interpretato da Luca Magri che ha curato anche la sceneggiatura) il quale, dopo una rapina valsa tre miliardi di vecchie lire, si trova da solo con tutto il bottino ed è perseguitato da un gruppo di sanguinari gangster che vogliono a tutti i costi recuperare il denaro. Aiutato da un vecchio amico (Massimo Vanni) che riesce a tenerlo nascosto in un’abitazione della capitale, Leo passa interminabili giorni in completo isolamento in attesa del via libera, con la sola compagnia di un mazzo di carte, una televisione che trasmette telegiornali e telefilm e qualche scatoletta di cibo precotto. Ad aggiornarlo della situazione viene saltuariamente Saeda (Giancarla Malusardi), squillo professionista, ma dal cuore tenero che alla fine lo accompagnerà fino alla resa dei conti conclusiva.

Vittima un po’ indifesa dei soliti problemi che affliggono le produzioni indipendenti, Il solitario “è un noir controcorrente, nel senso di un noir puro, come stile, come taglio, come ambientazione e non ibridato con la commedia così come sarebbe stato più facile fare” tengono a sottolineare il regista Campanini e il protagonista principale nonché co-sceneggiatore Luca Magri, presenti all’anteprima bolognese del film al cinema Galliera, in via Matteotti 27, dove il film sarà in programmazione a partire dal 3 aprile.

Animati dalla nobile intenzione di rivitalizzare il poliziesco all’italiana anni ’70, in realtà regista e protagonista dicono di essersi ispirati “ossessivamente” al noir di derivazione francese alla Melville: epica della predestinazione (con eroe solitario annesso, appunto), rispetto del codice d’onore, la fuga malinconica e disperata sono le caratteristiche di Leo Piazza, eroe solo per scelta.

Buona l’intenzione, ma la mira non è bastata a fare centro: i personaggi si muovono sulla scena con troppa poca sicurezza (quella che invece dovrebbe contraddistinguere ogni buon malavitoso che si rispetti), così come ora un po’ forzata, ora un po’ sottotono è sembrata l’interpretazione dei protagonisti. Ultima colpa, ma probabilmente da addebitare alla limitatezza dei mezzi a disposizione, la fotografia caratterizzata da eccessiva disomogeneità (soprattutto nei passaggi da interni a esterni e nei cambiamenti improvvisi di piano). Tutto risolvibile magari, con il tempo, l’esperienza e un po’ di mezzi in più. Tra gli interpreti figurano due bertolucciani: Francesco Siciliano, nel cast di Io Ballo da sola del 1996 e Francesco Barilli, protagonista di Prima della Rivoluzione(1965).


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