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Giovanni Paolo II, il grande... inascoltato

La religione incide sempre meno sulle società occidentali e la guerra continua ad insanguinare il pianeta. Ciò nonostante Karol Wojtyla grazie al suo grande carisma, ha saputo influenzare il dibattito culturale mondiale e rimarrà un’icona a cavallo di due millenni.

di gianni monaco - mercoledì 13 aprile 2005 - 10153 letture

Giovanni Paolo II è stato una delle principali icone dell’ultimo quarto di secolo: su questo non possono esserci dubbi. Da qui, però, a dire che questo papa ha cambiato la storia, come i sette tg a tinta unica vorrebbero farci credere, il cammino è lungo. Molto lungo.

Karol Wojtyla è stato certamente un personaggio molto complesso: una complessità che impedisce di classificarlo tout court come conservatore o progressista, integralista, anticomunista e altre categorie. Si è reso conto sin da subito della crescente importanza dei mezzi di comunicazione di massa nella società semi-globilazzata e ha cercato di sfruttarli il più possibile pur essendo sempre critico nei confronti degli stessi. Quella di servirsi del potente mezzo televisivo, più che un’intuizione straordinaria o una scelta voluta, come dichiarato nei giorni scorsi da presunti esperti in materia, è stata una strada obbligata. Che, se non percorsa, avrebbe completamente escluso la Chiesa dalle dinamiche di cambiamento che hanno investito l’umanità e accelerato ulteriormente il processo di secolarizzazione.

Nonostante il trattamento riservato alla Chiesa da parte dei media più influenti sia sempre stato, durante il pontificato di Wojtyla, come in passato, di servilismo quasi assoluto, un servilismo spesso ipocrita e patetico, tipo quello di questi giorni, le parole di questo papa sono quasi sempre rimaste inascoltate sui tanti temi da lui sollevati.

Fedele ai dogmi della Bibbia, Giovanni Paolo II è stato sempre contrario al divorzio come all’aborto. Eppure, praticamente in tutti gli Stati del mondo, divorzio e aborto sono due diritti sanciti dalla legge. In Italia, come in tutti i paesi occidentali, le separazioni sono in costante aumento; l’aborto legalizzato ha salvato la vita a tante possibili mamme costrette, dapprima, ad operare in clandestinità con tutti i rischi che ne seguivano.

Molto intransigente, Giovanni Paolo II, è stato sul tema dei contraccettivi. Niente pillole o preservativi, ha tuonato più volte il papa. Anche quando quest’ultimi avrebbero salvato la vita a milioni di vite umane colpite dall’AIDS. Una posizione, questa, ritenuta inaccettabile oltre che dai non credenti o non cristiani, anche da molti cattolici.

Sul tema della morale sessuale, nel 1999, l’80% degli statunitensi dichiarò di essere in disaccordo con le opinioni del pontefice. Poco da dire sul capitolo omossessualità: anche in questo caso il “no” di Giovanni Paolo II alle famiglie formate da soli uomini e sole donne è stato categorico.

In questi giorni, i telegiornali a tinta unica ci hanno mostrato spesso le immagini di giovani (erano centinaia di migliaia, se non milioni) di ogni parte del mondo, che rendevano omaggio al grande pontefice. “Perché siete qua?”, chiedeva il fantasioso cronista di turno. “Perché il papa credeva in noi giovani.” Nessun dubbio sulla sincerità del pontefice: ma i giovani, loro, credevano davvero alla parole di Wojtyla sui temi della sessualità, dell’omosessualità, dei contraccettivi, del divorzio?

Qua le cose sono tre: o le parole del papa venivano messe veramente in pratica dai giovani. Difficile. O i giovani non capivano bene il suo messaggio e lo interpretavano in maniera molto singolare. Possibile. Oppure abbiamo assistito a una delle più grandi manifestazioni collettive di ipocrisia condita di retorica mediatica del nuovo millennio. Probabile. Si è detto che Giovanni Paolo II, quasi da solo, ha abbattuto il comunismo. Premesso che il crollo del socialismo reale nei paesi dell’est è stato un fatto positivo, non c’è dubbio che queste affermazioni sono esagerate. Come hanno sottolineato alcuni opinionisti non ancora allineati al potere, un uomo, pur carismatico come Wojtyla, da solo non può sconfiggere un sistema politico-ideologico; il comunismo sarebbe comunque crollato a causa delle contraddizioni interne che via via avevano portato alla sua erosione.

Ma andiamo oltre. Come stanno i paesi dell’Est dopo la caduta del muro di Berlino? Le cose non sono cambiate di molto rispetto a più di un decennio fa. I mutamenti semmai, sono stati soltanto formali. Molti Stati rimangono poveri e sono in mano a governi corrotti. Emblematico è il caso della Russia dove Putin è al comando di un regime autoritario e dispotico di cui, tra la metà degli anni ’90 e l’inizio del terzo millennio, ha fatto le spese soprattutto il popolo ceceno (i Radicali europei parlano apertamente di “genocidio”). Una Russia dove le istituzioni hanno sempre meno credibilità e la libertà di informazione è praticamente inesistente. Nessuno, sia chiaro, rimpiange i tempi nefasti dell’Urss, ma certo è che questa Russia, temuta e protetta dall’occidente, tutto è tranne che uno Stato ricco e democratico. Gli stessi problemi attanagliano tutte le ex repubbliche sovietiche, caratterizzate, oltre che da deficit di democrazia, anche da una preoccupante instabilità politica.

Crollato il muro di Berlino, il comunismo - o regimi di sinistra (ma i regimi hanno colore politico?) che dir si voglia - è ancora vivo in Cina e a Cuba. E, purtroppo, non è l’unico male del pianeta. Bene ha fatto Giovanni Paolo II a denunciare il carico di ingiustizia diffuso dal capitalismo selvaggio che ha come unica legge quella del profitto e si dimentica dell’Uomo. Più volte il papa ha parlato di solidarietà riferendosi agli uomini più ricchi e le nazioni più sviluppate. Appelli che non sono valsi a nulla. Il gap tra paesi sviluppati e poveri aumenta col passare dei decenni. La ricchezza è sempre più concentrata. In USA i meno abbienti non hanno diritto a curarsi.

In Italia Berlusconi, il cattolicissimo Berlusconi, affiancato dall’altro cattolicissimo Follini, abbassa le tasse ai più ricchi col pretesto di far ripartire l’economia che, invece, resta ferma da anni: il tutto a scapito dei più deboli, dei giovani, degli ultimi: le persone che più di tutte il papa amava.

Giovanni Paolo II, sul tema guerra, non è mai stato ambiguo. Ha sempre detto di no, ha sempre sottolineato l’importanza della concertazione, del dialogo tra le nazioni. Eppure, nel mondo, i conflitti paiono inarrestabili e continuano a mietere vittime nel disinteresse più assoluto dell’occidente. Che, quando interviene nei conflitti, lo fa vendendo armi oppure bombardando direttamente (vedi Afghanistan e Iraq). Giovanni Paolo II non è stato ambiguo nemmeno con la mafia.

“Convertitevi” disse ai mafiosi in un suo viaggio in Sicilia, “un giorno arriverà il giudizio di Dio!” Parole pienamente condivisibili ma, anche queste, mai ascoltate. La mafia, in Sicilia come nel meridione, è più forte che mai così come i suoi legami con la politica. Sconcertante il fatto che molti esponenti di partiti cattolici siano indagati, sotto processo o dietro le sbarre, proprio per rapporti con “Cosa Nostra”. Karol Wojtyla ha mostrato straordinaria sensibilità sul tema istruzione, sottolineando quanto sia importante nello sviluppo morale degli individui.

E’ stato molto innovativo insomma, rispetto a quelle che erano le idee delle chiesa in passato. Anche questo appello è rimasto disatteso. Nel mondo quasi un miliardo di persone non ha ricevuto alcuna istruzione: gravissime colpe sono da attribuire ai paesi sviluppati che hanno costretto quelli più poveri a politiche di risparmio proprio nell’educazione.

Due parole ancora sulla pena di morte, che, nonostante l’opposizione ferma del pontefice, continua ad essere in vigore in decine di Stati del mondo. Compresi gli USA del “religiosissimo” Bush, dove ogni anno, decine di persone, anche innocenti, vengono giustiziate. Roba da medioevo. In questi giorni, in Italia, si parla, grazie anche allo sciopero della fame intrapreso da Pannella, di una possibile amnistia per i detenuti, in coerenza con quelle che erano le volontà del pontefice. Chissà se, almeno da morto, qualcuno lo ascolterà...

Che dire in conclusione? Giovanni Paolo II, questo è innegabile, è stato un personaggio di grande influenza nel panorama culturale mondiale, spessore, rigore morale e coerenza. Ha avuto grandissimi meriti, tra i quali quelli di denunciare le colpe della Chiesa, ma, allo stesso tempo, in concreto, ha potuto incidere poco sulle scelte degli Stati. Più che unire, ha diviso. Da una parte c’è chi ne ha condiviso le idee socio-politiche e solo quelle; dall’altra parte chi ne ha approvato in principi religiosi in fatto di morale (almeno a parole) e nient’altro.

Ai suoi funerali però, c’erano tutti i potenti della terra. Non è facile immaginare cosa pensassero in quei momenti intrisi di retorica e ipocrisia, in cui si faceva a gara per mostrare il volto più commosso davanti alle telecamere: “Speriamo che il prossimo papa la pensi integralmente come me o che almeno mi dia meno fastidio possibile.” Se lo augura soprattutto il Bush delle “guerre in nome di Dio”, tanto quanto noi ci auguriamo che rimanga deluso.


- Ci sono 2 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> Giovanni Paolo II, il grande... inascoltato
10 maggio 2005, di : LORIS

NON CERCHIAMO DI BARRICARCI DIETRO A TANTE PAROLE: VIVIAMO LA NOSTRA FEDE DA VERI CRISTIANI, DIAMO ESEMPIO A CHI CI STA VICINO: NOI VOGLIAMO MERITARCI LA VITA ETERNA E CHIEDIAMO A GIOVANNI PAOLO II DI ASPETTARCI VICINO A CRISTO!
    > giovanni paolo ii
    11 maggio 2005, di : gianni m

    io nn sono nemmeno cristiano, quindi d certo il discorso nn era riferito a me...
    > Giovanni Paolo II, il grande... inascoltato
    11 febbraio 2007, di : carmela

    Forse, pensandoci bene a 45 anni, la nostra vera debolezza è il non seguire le regole della chiesa cattolica, noi che diciamo di essere cattolici! io non capisco come mai il papa, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI in particolare, vengono rispettati ma non ascoltati... eppure le loro parole sono comprensibili a noi comuni mortali...; oppure i nostri politici, (vedi per esempio il governo di destra con l’amnistia e questo di sinistra con i "dico"),hanno una traduzione diversa del linguaggio ecclesiastico rispetto a ciò che noi tutti sentiamo in semplice italiano?
Giovanni Paolo II, il grande... inascoltato
10 maggio 2007

Non strumentialiazziamo muna figura grande di papa e di uomo con i nostri mal di pancia politici. Grazie