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A parlar male dei fascisti si fa peccato

La prima sezione penale del tribunale di Roma ha condannato in primo grado girodivite.it per diffamazione nei confronti di Easy London e Forza Nuova.

di Shining - venerdì 16 ottobre 2009 - 13429 letture

Per tredici anni tutte le mattine bisogna affrontrare la solita routine e arrivare prima che rintocchi la campanella delle ottoetrenta. Poi arrivano gli esami di maturità e adesso si che è finita: finalmente sarò io a gestire le mie mattine, non me lo imporrà più nessuno, almeno per un po’. Adesso andiamo a scoprire e vivere il mondo!

La capitale inglese potrebbe essere un buon posto per questa esperienza, un luogo che di certo fa uscire dalla routine. Si arriva in una città che non è per forza in Inghilterra, ma in una terra franca, perché ci sono arabi, indiani, americani, africani, napoletani, catanesi e pure gente di posti come il Northumberland che non si sarebbero mai sentiti nominare prima di partire.

Londra è un pensiero affascinante, ma i soldi sono pochi. Qualcuno offre un’opportunità: «partite ragazzi – fa la sirena – e poi cogli sghei ci aggiustiamo. Abbiamo dei letti a Londra che ci potete pagare una volta che vi abbiamo trovato il lavoro».

Così si parte, speranzosi di una esperienza indimenticabile. E la si trova. Perché il guardiano del letto che ti hanno affidato è un tipo tatuato e con la pelata, anzi no: sono capelli troppo corti. E una mattina quello guarda davvero male uno che esce dall’ostello con la maglietta di Che Guevara.

«Ma in che razza di posto – ci si chiede - sono finito? Il guardiano e quegli altri pelatoni dei suoi amici non sono per niente simpatici. Ma non è così importante perché tanto sono tutto il giorno fuori a cercarmi il lavoro che mi avevano promesso. La cosa che però mi fa incazzare è che quando torno trovo il cesso che è uno schifo». Si torna da Londra avendo dato fondo a quei pochi soldi che nonni e zii hanno sganciato negli ultimi natali e compleanni, per quanto siano stati generosi dopo l’esame e ci si ritrova in Sicilia più poveri e pazzi di prima, convinti di essere stati fregati.

Un pomeriggio noioso, davanti al computer si accende una curiosità: vediamo un po’ che si trova sui simpaticoni che mi hanno convinto a partire...

Allora viene fuori che altri ospiti non hanno apprezzato i servizi offerti dalla Meeting Point, la società che possiede e gestisce gli ostelli di Londra. Altra gente è stata spedita da loro reclutati dalla Easy London, la stessa associazione a cui ci si è rivolti quando si era in procinto di partire.

Se ne parla con degli amici che fanno un giornale i quali dicono: «questa è la tua esperienza? Allora scrivi!».

Due anni dopo arriva la polizia a casa. Niente sceneggiate all’americana, una cosa di routine: giusto la notifica di un atto. Ma quanto basta per mettere in agitazione la famiglia, i vicini e tutta la gente onesta che osserva la scena e che non ha mai avuto problemi con la giustizia.

«Il signor Tano Rizza nato a – recita il documento sotto molti strati di timbri – bla, bla, bla e ancora bla, bla, bla è indagato in un procedimento giudiziario per violazione dell’articolo 595 del codice penale. Si cerchi un avvocato». L’ingiunzione del testo è kafkiana e il poliziotto non aggiunge nient’altro.

Comincia l’iter, ci si trova il legale e, giusto per dare un tocco di solennità e una carrettata di scomodità, il processo si celebra a Roma, piazzale Clodio. Al banco degli imputati il nuovo collaboratore di GiroDiVite insieme al suo direttore responsabile, accusati di diffamazione aggravata dall’utilizzo del mezzo della stampa; allo scranno del pubblico ministero un severo magistrato che chiede sei mesi di reclusione; alla parte civile i signori Maurizio Catena e Roberto Fiore, rispettivamente legali rappresentanti di Easy London e Forza Nuova, che sostengono di averci rimesso ventiquattromila euro e di volerli indietro.

Già, perché nell’articolo incriminato viene ribadito il segreto di pulcinella: Easy London è un’organizzazione collaterale a Forza Nuova, che raccoglie ragazzi e ragazze da tutta Italia per mandarli a dormire negli ostelli di proprietà di Roberto Fiore e dei suoi soci.

Su internet è disponibile un’ampia letteratura sulle vicende del signor Fiore, il quale ha trovato rifugio in Gran Bretagna quando in Italia volevano fargli scontare una condanna per banda armata. Durante gli anni sotto la Corona, Fiore si è occupato di due cose: di politica e di affari. Sul versante politico ha riunito diversi gruppi della destra estremista europea sotto le insegne dell’International Third Position. Cioè Terza Posizione Internazionale, un nome che ricorda tanto quello della sua antica creatura italiana “Terza Posizione”, disciolta di fatto nel settembre del 1980 quando la magistratura romana notificò diciotto ordini di cattura nei confronti dei suoi militanti. Altri non vennero notificati perché i destinatari si diedero in tempo alla latitanza. Sul versante degli affari, racconta il prefetto Ansoino Andreassi alla commissione parlamentare sul terrorismo nella seduta del primo dicembre 1999, «Roberto Fiore e Massimo Morsello, due noti personaggi già aderenti a Terza posizione rimasti a lungo latitanti a Londra, hanno lì avviato, nel corso degli anni, cospicue attività economiche».

E lo stesso Andreassi aggiunge: «Abbiamo trovato riscontri sui finanziamenti da parte di Fiore e Morsello agli Hammer-Skin. I finanziamenti, riscontrati per il passato, appaiono ora attestati nella gestione di questo movimento, che è Forza Nuova, che agita temi di seria politica interna».

Per farla breve: Fiore scappa a Londra per non essere arrestato, lì in qualche modo fa fortuna e tra le altre attività compra degli appartementi che trasforma in ostelli, mentre al contempo consolida la sua rete di contatti nella destra radicale europea, all’epoca spesso organizzata in formazioni di nazi-skin. Coi soldi guadagnati nelle attività lecite finanzia i gruppi suoi alleati. Al momento di tornare in patria perché la pena è prescritta, mette al mondo la sua nuova creatura Forza Nuova, col cuore a Roma e il portafogli nella City.

Finita la digressione si torna all’aula di tribunale: condannati!

No, non i neofascisti che per legge un partito non dovrebbero neanche averlo e neanche chi ha trasformato l’agognata vacanza del neomaturato in un incubo, ma quelli che - insieme ad altri giornali e siti internet - hanno osato sollevare la questione.

Il fascismo oggi di rado usa il manganello per limitare la stampa, potendo minacciare ed attuare querele e cause civili. Repubblica e l’Unità ben lo sanno e il 3 ottobre hanno provato a informare, insieme al sindacato dei giornalisti, anche gli italiani che non leggono queste testate. Il pericolo per l’informazione in Italia esiste e avere sdoganato il fascismo ha contribuito a crearlo.


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A parlar male dei fascisti si fa peccato
1 febbraio 2010, di : Adry

Mi interesserebbe molto vedere le motivazioni della condanna, quelle depositate e a cui l’autore dovrebbe avere facilmente accesso. Infatti mi stupisce che si sia svolto un processo con rito penale se l’unico reato contestato è la diffamazione; peraltro, solitamente tendo ad essere scettico verso le "condanne politiche", per cui vorrei capire in base a cosa si sia arrivati a chiedere (e concedere) una condanna penale. Inoltre, mi piacerebbe sapere se qualcuno abbia fatto ricorso in appello e come sia andata.