Scalfarotto, Magherini e il monopattino

L’ex onorevole non costituisce reato, il monopattino sì. E Magherini? Boh! Tanto è morto

di Adriano Todaro - mercoledì 28 novembre 2018 - 4895 letture

Freddo, umidità, tristezza. È il mio stato d’animo guardando dalla finestra prima di uscire per acquistare pane e giornali. Il termometro segna 5 gradi, il cielo è grigio come sa solo esserlo un cielo sopra la Brianza. Ho ascoltato il giornale radio che mi ha raccontato delle bizze dei gialloverdi, della crisi con l’Europa, delle probabili tasse che aumenteranno e ridurranno ancora di più il potere d’acquisto. Insomma, un disastro. E, in più, mi debbo sentire anche le lamentele della Ninetta moglie perché ieri non ho portato fuori il secchio della spazzatura e amenità varie.

Secondo voi, uno così cosa dovrebbe fare? Suicidarsi? Mavalà! È necessario reagire, essere positivi. Guardate il prode Salvini o l’ineffabile Toninelli. Sempre positivi. Guardate Alessia Morani (Pd) che va a lavorare, alla Camera con il raffreddore, una cosa durissima, ma lei, stoicamente, resiste e lo scrive su Facebook per farlo sapere a tutto il mondo. Guardate Ivan Scalfarotto che pur avendo avuto la sfortuna di un cognome simile, reagisce con fermezza e forza d’animo. Addirittura è intenzionato a fondare i “Comitati civici” per rilanciare il Pd. Ma non li aveva già fondati Luigi Gedda nel 1948 per far vincere la Dc? Certo. E la Dc ha vinto alla grande e così l’ardimentoso Ivan ha pensato bene di riproporre il metodo. Ha dichiarato che in sole tre settimane sono nati 380 comitati. Anvedi un po’! Sono più di 126 ogni settimana. Se va avanti così, alla fine dell’anno tutti gli italiani faranno parte dei Comitati civici. Comunque se sentite suonare il campanello, vi consiglio di non aprire: potreste trovarvi davanti la faccia di uno Scalfarotto qualsiasi e vi assicuro che non è un bello spettacolo.

Comunque tutto ciò non c’entra nulla con quello che volevo raccontarvi oggi. Dunque parlavo di tristezza ambientale. L’unico modo per farmela passare non sono le gocce di Serenum quanto, piuttosto, la lettura dei quotidiani. Leggere mi tira su l’animo, mi fa apparire un mondo migliore, più colorato, un mondo positivo, senza umidità.

Ecco, ad esempio, pensate un po’ alla coraggiosa decisione della Cassazione che ha cancellato due gradi di giudizio negativi e ha assolto tre carabinieri accusati di avere immobilizzato e ammanettato un signore e di averlo messo a terra con il torace premuto sul fondo stradale, causandone così la morte. La motivazione della sentenza dice che “il fatto non costituisce reato”. Ohibò! Vedi mai che qualche volta prendo il ragioniere Filippetti, quello del terzo piano e gli premo il torace sul fondo stradale? Così non rompe più le balle nelle assemblee di condominio. Se “il fatto non costituisce reato”, posso estendere il metodo anche nei confronti di altri inquilini.

Ma torniamo indietro un momento. Il 3 marzo 2014 il signor Riccardo Magherini, un ex calciatore di 40 anni si aggira per San Frediano, rione popolare di Firenze, in preda ad allucinazioni. Ha usato anche cocaina, dice frasi sconnesse ecc. Intervengono tre carabinieri che lo ammanettano, lo sdraiano per terra a pancia sotto e lo premono sul fondo stradale con le ginocchia. Magherini urla “Aiuto! Sto morendo!”. Secondo il procuratore generale in Cassazione, l’ex calciatore sarebbe deceduto per lo stress respiratorio dovuto all’assunzione di stupefacenti e alla posizione prona nella quale era stato tenuto dai militari. Quindi? Il “fatto non costituisce reato”.

Bene. Meglio tre carabinieri liberi che un Magherini vivo. E poi, diciamola tutta, questo ex calciatore si faceva e rompeva le balle a tutti quelli di San Frediano che se fosse vivo ancora Vasco Pratolini avrebbe scritto “Cronache di un Magherini morto”.

E un’altra bella notizia mi ha colpito favorevolmente e mi ha fatto intravvedere, al di là delle grigie nubi, che può apparire il sole perché quando si è ben amministrati, il futuro ricomincia, lo si vede. Da Firenze andiamo in un’altra bella città, Venezia. E cosa è successo a Venezia? Che un bambino di 5 anni si permetteva di andare sul monopattino nella piazza principale. E allora, giustamente, i poliziotti urbani hanno dato al suo papà una multa di 66 euro e 80 centesimi. In piazza San Marco, a Venezia, ci possono stare le grandi navi ma non un monopattino. Il fatto non costituisce reato per le grandi navi ma costituisce reato per il monopattino.

D’altronde, cari lettori, se in Parlamento a proposito dell’approvazione dell’emendamento sul peculato, i deputati di Forza Italia hanno gridato in coro: “Onestà! Onestà! Onestà!”, a Venezia ci può stare anche la multa al monopattino.


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