La bicicletta

Casa Pound detta una norma di buon senso: divieto di andare in bici per i migranti

di Adriano Todaro - mercoledì 12 giugno 2019 - 5232 letture

I leghisti intesi come aderenti della Lega salviniana sono molto semplici, naïf direi e anche candidi, come lo erano i pittori autodidatti alla fine del XIX secolo. Nello stesso tempo, però, sono determinati, fermi nelle loro concezioni, moderni e, nello stesso tempo, antichi. Tanto è vero che hanno preso il 34,35% alle ultime europee. Il loro Capitano Salvini non fa in tempo a dichiarare che chiuderà tutti i negozi di canapa legale, che subito piccoli Salvini si fanno largo per dire la loro. Che è sempre una novella di pace.

A Bolzano, ad esempio, una mozione è presentata in Consiglio comunale da tre cuginetti dei leghisti, consiglieri comunali di Casa Pound. Era meglio Casa Vianello ma i tempi sono cambiati e così a Bolzano ci sono addirittura tre consiglieri di questa Casa. Che sono persone squisite, naif, appunto. Sono persone che hanno a cuore la nostra sicurezza anche quella stradale.

La mozione presentata è un capolavoro. Breve, sintetica e piena di pathos. Dice: “Sicurezza stradale. Divieto di circolazione per gli immigrati a bordo di velocipedi su tutto il territorio comunale”. Detta così sembra una norma che colpisce solo gli immigrati ma non è così. Dopo le proteste la mozione è stata ritirata e sarà rielaborata da un trust di cervelli della suddetta Casa. Ma intanto, uno di loro, ha spiegato che non era una norma razzista ma di buon senso. Sentite un po’: “La norma voleva tutelare gli immigrati… Ci sono stati almeno due incidenti in cui ciclisti stranieri sono stati travolti e uccisi dalle auto. Perché gli immigrati non conoscono il Codice della strada e non indossano le pettorine colorate previste ci è sembrato opportuno chiedere che vengano tutelate loro e gli automobilisti”.

Insomma xe pèso el tacòn del buso (peggio la pezza del buco). Come dire che solo perché sei immigrato non conosci il Codice della strada. E poi il riferimento alla mancanza delle pettorine colorate è sublime. Infatti gli italiani che vanno in bicicletta hanno tutti, ripeto tutti, pettorine colorate, casco di protezione, fanalini posteriori, fanale anteriore. Così come dice il Codice della strada che essendo italiani lo conosciamo a memoria. La Costituzione no ma il Codice stradale sì. Un immigrato che va in bicicletta lo riconosci subito. Non dal colore della pelle ma se non indossa le pettorine colorate. Non è naïf?

Eppure io non darei del razzista a questa mozione perché il giorno dopo che si è appreso di questo proponimento di Casa Pound, sempre a Bolzano, una ragazza di 15 anni è stata aggredita e violentata mentre tornava da scuola in bicicletta. Sembra siano stati due uomini di colore (i giornali usano la formula politicamente corretta, due di colore), insomma due negher. Una testimonianza afferma che uno dei due aveva i capelli rasta (da qui la prova che non sono stato io). Subito sono stati fermati due negher ma poi rilasciati perché ritenuti estranei alla violenza. E qua rientra in campo la mozione di Casa Pound. I negher, le biciclette, il Codice della strada. Se fosse stata approvata la mozione dei tre consiglieri comunali, questo non sarebbe successo e la ragazzina non avrebbe subìto questa terrificante esperienza.

Cosa dite? Che i negher erano a piedi e la ragazzina era in bicicletta? E che vuol dire. Intanto non permettiamo agli immigrati di andare in bicicletta, poi si vedrà. Magari facciamo una mozione per farli camminare sulle ginocchia. E poi, diciamocelo francamente. Se uno va in bicicletta e non indossa la pettorina colorata è colpevole, comunque. E, quindi, viene buona la proposta di due donne affabili e affascinanti, Giorgia Meloni e Michaela Biancofiore. La prima chiede “tolleranza zero” e “castrazione chimica”. La seconda ha una proposta più articolata come sovviene a chi porta un nome con la ch: “per la sicurezza servono interventi forti, non selfie”.

Dichiarazione un po’ criptica ma che poi, mi hanno spiegato, era indirizzata a Salvini. Bon. Ora attendiamo le prossime mosse di Casa Pound. Nel frattempo se vedete un negher in bicicletta andategli addosso e stiratelo. Tanto la colpa è sempre loro. Anche se procedevano in regola sulla loro destra e avevano casco e pettorina. E poi, quando vi intervistano, gridate che ci vuole la “castrazione chimica” che fa sempre un bell’effetto. E, alla fine, fatevi un selfie con il morto, anche se negher.


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