Provincia di Enna: in una realtà economicamente modesta, avanza la presenza mafiosa

"Sviluppo Sud" è il titolo di un rapporto curato da Giuseppe Brunaccini, Silvia Furfaro e Nizio Calmieri che fa il punto sulla condizione socio-economica del Mezzogiorno
Sviluppo Sud è il titolo di un rapporto curato da Giuseppe Brunaccini, Silvia Furfaro e Nizio Calmieri che fa il punto sulla condizione socio-economica del Mezzogiorno, cercando di analizzarne i problemi con una visuale tale da superare la ‘generica insoddisfazione, il secolare scetticismo, lo splenetico disgusto del pretendere’ che caratterizzano spesso la mentalità dei cittadini del Sud; ma allo stesso tempo il rapporto non ha potuto che far emergere i ritardi, gli sprechi e gli svantaggi che caratterizzano la realtà meridionale, in particolare quella siciliana, nelle sue varie peculiarità provinciali.
Relativamente a queste e per quanto riguarda la provincia di Enna, il rapporto fornisce qualche dato sull’economia del territorio, ma più che altro indica come male recente e pericoloso la penetrazione della piovra mafiosa nel suo territorio.
Nella provincia di Enna, tra il 2001 e il 2004 l’occupazione è aumentata del 92,6% e i minori assunti sono stati il 9% del totale. Si è registrato un aumento dei contratti a tempo indeterminato, pari al 76,1%, che hanno fatto attestare la provincia al secondo posto, dopo Palermo, nell’utilizzo di questo tipo di contratto. In quanto ad extracomunitari, Enna ospita 24 diverse cittadinanze con una maggiore presenza di marocchini (rappresentativa del 26,5%) ed ha anche il minor numero di alunni stranieri (78) della Regione.
In questo contesto economico, però, risulta pesante e preoccupante la presenza della criminalità. Secondo l’analisi condotta nel dossier, l’ennese si caratterizza come territorio controllato dagli uomini di Cosa Nostra del nisseno, che obbediscono al capo-mafia Piddu Madonia. La presenza mafiosa è caratterizzata da una delittuosità non di tipo violento ma che persegue precisi interessi: lo sfruttamento delle cave, l’infiltrazione negli appalti e la pratica estortiva, la commercializzazione di inerti e materiale bituminoso, l’ infiltrazione nelle imprese per il movimento terra, il condizionamento degli appalti pubblici, il coinvolgimento nel traffico, anche internazionale, delle droghe.
Inoltre precisa il documento ‘la conformazione del territorio favorisce la latitanza dei ricercati’. Nella provincia operano, al servizio di Madonia, diverse famiglie mafiose che hanno il controllo del territorio dei Comuni di Catenanuova, Leonforte, Valguarnera; Regalbuto Piazza Armerina, Barrafranca, Pietraperzia Villarosa, Calascibetta e Agira.
L’esigua presenza di extracomunitari non fa registrare una criminalità importata, mentre è presente una ‘pericolosa e forte criminalità rurale che si estrinseca in numerosi furti di mezzi agricoli e bestiami’. Un quadro di una certa pericolosità sociale è quello che viene fuori da questo rapporto sullo Sviluppo del Sud, presentandoci una provincia sempre più nel mirino della Mafia e dei suoi tentacolari e loschi affari, che di certo non aiutano lo sviluppo, anzi lo deprimono, scoraggiando le poche realtà imprenditoriali coraggiose e che credono nelle risorse, materiali e umane, del territorio.
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sono la signorina trinciabue che mangia un bue,no anzi due!Avete visto matilda?