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Papa Ratzinger contro Nietzsche, per il destino del mondo

Aspettavo da tempo che papa Benedetto XVI fosse più chiaro in questa sua denuncia del Relativismo, una disamina in toto del pensiero postmoderno...

di Giovanni Schiava - mercoledì 13 settembre 2006 - 9686 letture

MONACO DI BAVIERA, 10 settembre 2006 - L’Islam, così come le popolazioni dell’Africa e dell’Asia, si spaventano di fronte ad un Occidente che esclude totalmente Dio dalla visione dell’uomo. La vera minaccia per la loro identità, mette in guardia papa Benedetto XVI, non viene vista nella fede cristiana, ma nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della liberta ed eleva l’utilità a supremo criterio morale per i futuri successi della ricerca. (Repubblica.it).

Aspettavo da tempo che papa Benedetto XVI fosse più chiaro in questa sua denuncia del Relativismo, una disamina in toto del pensiero postmoderno, profusa momento per momento e argomento per argomento dalla sua ascesa al pontificato in poi. Siamo arrivati ad una svolta da quando il filosofo tedesco Nietzsche denunciò nella seconda metà dell ’800 la crisi del “pensiero moderno” e l’inesorabile tramonto dei valori assoluti. All’epoca era solo una questione tra intellettuali, oggi è il destino del mondo che si compie sotto gli occhi anche dello più sprovveduto, e pertanto Ratzinger diventa il primo uomo di stato che si fa portatore della causa del pensiero “forte”, dei valori assoluti contro il pensiero “debole”, il pensiero dei valori relativi, non stabili.

La crisi dei valori assoluti, dei valori che devono essere ugua li a se stessi nel tempo, dei valori eterni che trovano il loro primo e ultimo fondamento nell’Assoluto medesimo, Dio, tale crisi affonda le radici storiche nella fine del Medioevo (l’epoca della Chiesa, in cui la ragione umana era al servizio della fede), quando all’uomo si riconosce una centralità nell’universo seppur ancora dipendente da Dio. Questa centralità dell’uomo acquista gradualmente nei secoli un’emancipazione attraverso filosofi come Cartesio (“Penso, dunque sono”), che indica nel pensiero umano la legittimazione di se stesso senza dover ricorrere a Dio, anzi giustifica l’esistenza di Dio per il semplice fatto che noi lo pensiamo, fino ad arrivare a Kant che separa definitivamente il pensiero umano, la ragione dalla fede, dalla religione, sostenendo che quello che noi possiamo sapere del mondo è solo ciò che la ragione è in grado di conoscere, in altre parole, ciò che sappiamo è solo merito nostro e non di un Dio che ci fa conoscere le cose.

La realtà, dirà Hegel, assolutizzando il pensiero di Kant, è razionalità, il mondo esiste grazie alla ragione, il mondo esiste grazie all’uomo! Ciò che accade nei secoli è uno spostamento psicologico dell’asse esistenziale dell’uomo. Dalla dipendenza da un Dio all’affrancamento da questi per la conquista della propria autonomia, nel senso letterale di “darsi delle leggi da soli”. Nietzsche è il filosofo che rappresenta la “presa di coscienza” di tutto questo percorso e del suo risultato. E’ il filosofo che denuncia e annuncia l’uccisione di Dio e di tutti i valori ad esso collegati, o meglio, di tutti i valori assoluti, che non cambiano. Annuncia, in sostituzione, l’avvento del Superuomo, cioè, dell’epoca in cui gli unici valori che fanno testo sono quelli che l’uomo è consapevole di produrre da se e che in quanto umani è consapevole che sono valori relativi; possono cambiare, adattarsi ai tempi e ai contesti. L’Uomo diventa Superuomo perché è cosciente ed accetta con responsabilità, senza paure, l’impegno di farsi autore dei propri valori.

Come dicevo all’apertura, aspettavo da tempo che Ratzinger prendesse una posizione più chiara, più politica in merito alla questione. Ciò che è cambiato è che con papa Benedetto XVI la storia della crisi dei valori, della morte di Dio, del nichilismo, del Superuomo esce dai banchi della discussione accademica ed investe la vita politica. E’ vero, la lotta dell’Islam contro l’Occidente è una lotta di reazione, di sopravvivenza. L’Islam, come ogni altra civiltà radicata in valori assoluti, si sente minacciato e attaccato dal “pensiero debole” che ormai sta conquistando passo dopo passo tutto l’Occidente. Si sente minacciato da un possibile predicatore come Nietzsche. Fenomeni come il “fodamentalismo islamico”, la più esasperata religiosità, sono reazioni per la sopravvivenza di una cultura medievale ove la ragione è al servizio della fede. Quella tra Occidente e Islam non è una lotta tra religioni ma è una difesa della religione e di Dio. Cristianesimo e Islamismo stanno dalla stessa parte. E’ una lotta tra culture, tra una cultura che ha licenziato Dio e una che a Dio non vuole rinunciare, per il momento. Una disparità quasi storica: Illuminismo contro Medioevo. E se Giovanni Paolo II fu il Papa-uomo, tenace, dall’osso duro, che volle tuffarsi nella crisi dei valori per vedere dal di dentro ciò che si poteva recuperare, Benedetto XVI sembra il Papa affaticato che dappertutto vede dilagare il relativismo e l’unica forza che ha è di denunciare.

Ancora una volta abbiamo smentito il detto “la filosofia è quella cosa con la quale e senza la quale il mondo rimane tale e quale”. Il mondo sta cambiando e come se sta cambiando.


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Papa Ratzinger contro Nietzsche, per il destino del mondo
19 settembre 2006, di : Giulio

Sono perfettamente d’accordo con l’articolo in questione. La chiesa cattolica ancora stenta a capire che una visione assolutistica dell’esistenza umana è incompatibile con la realtà del mondo post-moderno. Dobbiamo renderci conto che il relativismo culturale ed etico nell’occidente di oggi, determinato chiaramente dalla presenza di persone di varia estrazione culturale e di diversa provenienza geografica, è un dato di fatto che va preso per quello che è ,segno dei tempi. A mio avviso, la condizione necessaria per poter vivere in questa realtà composita non è l’assunzione di valori assoluti (ciò che affermo io è giusto, perchè è razionale e quindi non si discute), ma la coscienza che nel mondo di oggi non si può più parlare di unica verità assoluta, bensì dell’esistenza di verità parziali. Soltanto premesso ciò può condurci alla pace effettiva. Alimentare il pensiero forte,da qualunque parte esso provenga, fomenta violenza e guerra e nuoce ad un corretto funzionamento della democrazia.

www.pizzinipensanti.altervista.org

Papa Ratzinger contro Nietzsche, per il destino del mondo
20 settembre 2006, di : Ornella Guidi

Penso che Ratzinger abbia "assolutamente" ragione perché il relativismo è la negazione della democrazia.

Democrazia non significa accettare per buona ogni idea, questo è caos.

Sì lo so, tutti o quasi abbiamo indossato la Tshirt con la frase di Nietzsche " dal caos... nasce una stella danzante", più o meno..

Democrazia significa un confronto libero fra gli uomini ma, esiste un ma..infatti non può esistere la democrazia senza la civiltà e quindi la democrazia deve basarsi ed operare come concetto teorico e pratico in una società che basa se stessa su regole elementari civili.

Il concetto di democrazia non può essere ridotto a concetto di parità perché ogni uomo conosce le vere regole civili, una per tutte:

Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.

Accettare qualsiasi posizione giustifica in pratica qualsiasi crudeltà, è il ripudio della nostra crescita di esseri consapevoli, è il ritorno alla barbarie, è l’ignoranza che vuole sconfiggere il bene.

Il bene non è un concetto relativo ma assoluto, uccidere un uomo è un delitto, torturare, massacrare gli uomini, gli animali...sono delitti...la nostra società deve perseguire i migliori modelli, le verità elementari di bene.

Allontanarsi da queste verità e confondere la cultura con la varietà delle offerte commerciali che troviamo negli ipermercati ci espone ad un rischio di regressione morale che mina il fondamento e il cammino della civiltà occidentale.

La forza degli Occidentali sta nel fatto di interrogarsi, di mettersi in discussione, di autocriticarsi, cosa che non accade in altre culture bloccate nel loro divenire, ma tutto ciò ha valore se continuamo a basarci su regole basilari imprenscidibili.

Se dovessimo tollerare qualsiasi idea non sarebbe più tolleranza ma vigliaccheria, un lasciare che sia, un’offesa per il nostro futuro, un’offesa per tutti coloro che hanno perso la loro vita per farci arrivare a vivere in una società libera come questa, imperfetta sì ma perfettibile e che ha bisogno di riaggregarsi su fondamentali valori morali.

Papa Ratzinger contro Nietzsche, per il destino del mondo
19 ottobre 2006, di : x |||||| Sito Web: xxxxx

Chi ha scritto queste cose su filosofi come Kant, Hegel, Nietzsche ne sa ben poco di filosofia altrimenti non postulerebbe delle conclusioni proprie attribuendole a loro.

Papa Ratzinger sa bene queste cose ed è contro la strumentalizzazione come queste che hanno dato vita all’attuale crisi dei valori che combatte.

Il voler prendersela con intellettuali-idealisti come i filosofi sopra citati non è il problema, è come se un medico che diagnostica una malattia fosse ritenuto colpevole della malattia stessa. Così un filosofo perchè ha saputo leggere il suo tempo e le possibili ripercussioni sul futuro non è artefice di queste. Altrimenti vista la corruzione che si legge anche da parte di potenti dovremmo essere tutti corrotti.

    Papa Ratzinger contro Nietzsche, per il destino del mondo
    19 ottobre 2006, di : 000000 |||||| Sito Web: ooooo

    Infatti queste persone come l’autore dell’articolo si vada a leggere "ratio et fides" l’eciclica di Giovanni Paolo II e forse gli servirà per aprire gli occhi! concordo con quello che ha scritto xxxx
    Papa Ratzinger contro Nietzsche, per il destino del mondo
    19 ottobre 2006, di : Giovanni S.

    So bene che Papa Ratzinger è sufficietemente a conoscenza di quanto hanno detto tali filosofi. Nessuno vuole mettere niente in bocca ad altri, ho semplicemente interpretato il percorso filosofico degli ultimi sei secoli. "Semplicemente"... una eccezionale sintesi euristica. Non è stato facile, visto che l’articolo è rivolto ad un’utenza non accademica. In ogni caso, caro amico/a, se non sei d’accordo dovresti confutare con altrettante argomentazioni. Io credo che quanto abbia detto sia sotto gli occhi di tutti e, al momento, sono convinto di ciò. Devi sapere che in ogni epoca il testo di un autore viene interpretato e reinterpretato assumendo di volta in volta significati diversi.