Maria Attanasio: Amnesia del movimento delle nuvole
...un brillìo ironico, l’ethos della conoscenza con cui attraversare il negativo dell’esistenza...
E’ stato presentato al Centro Culturale Cavallotto (Catania, marzo 2004) "Amnesia del movimento delle nuvole" (La Vita Felice, Milano, 2003) di Maria Attanasio.
Narratrice, poeta, saggista, "scrittrice di alto profilo", ha esordito il primo dei relatori, Antonio Di Grado, docente di Letteratura italiana del nostro ateneo, "testimone di bellezza e della necessità dei suoi libri. Nella scrittura di Maria Attanasio si rivela la sostanza, il rigore dell’intellettuale con cui l’autrice affina il linguaggio, lo rinnova ma, allo stesso tempo, comunica e coniuga pubblico e privato, come ad esempio nella sezione Poesia in tempo di guerra. Nel campo metaforico che segna il tragico passaggio tra le guerre, epocali o domestiche, le violate nudità primigenie, le morti collettive e le morti private, la scrittrice sfiora l’indicibile, l’orrore evocato da T.S.Eliot ne La terra desolata".
Non a caso Di Grado ha voluto sottolineare l’aspetto della comunicazione poetica, che in Attanasio è vivida, bene articolata, diretta, mentre, si rammarica, in altri autori viene a mancare, il linguaggio è oscuro, difficilmente fruibile; e il docente confessa che questo è uno dei motivi per cui predilige la prosa ,della quale dichiara il primato letterario tout court (e cita Hugo, Sciascia, la stessa Attanasio, autrice di tre libri di prosa pubblicati con Sellerio).
Entusiasta di potere parlare di questo libro in versi il secondo relatore, la docente di Letteratura italiana dell’Università di Palermo, Flora Di Legami, affrontando in premessa il rapporto poesia/prosa, a cominciare dalla antichità greca, quando la poesia era "poemata, cioè racconto in versi".
"La prosa è un’acquisizione successiva", ha proseguito la docente, ristabilendo il sempre messo in discussione primato, non solo temporale, della poesia "Tant’è che principio di scrittura in Maria Attanasio è la scrittura in versi, non la prosa; poesia in cui la molteplicità presenta diversi gradi di lettura, connotata da forti condensazioni metaforiche, ma soprattutto da una vigilanza stilistica, da un taglio rigoroso che rifiutano la tentazione lirica o consolatoria; piuttosto, Nel titolo si condensa uno stile nominale il cui segmento centrale - il movimento - si incastona tra il primo e il terzo, determinando delle dinamiche tra testo, scrittura, parola. Valenza dinamica della memoria, al limite del non più esistente, del non più facente parte del nostro bagaglio quotidiano. Tempo inclinato verso un radicale smottamento, dimenticanza di sé. Lo stile è fluido, avvincente, e il lettore rimane catturato da questa geometria, da questa scrittura tagliente e risentita".
Il pubblico ha mostrato di apprezzare la lettura dell’autrice di versi densi, magmatici, quasi altra esistenza nell’esistenza quotidiana, di un vigile e compatto racconto allegorico testimone e interprete del mondo.
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