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Un mese di 34 giorni

La donna orgasmo : e altri 33 racconti / di Carlo Gregori. - Lesmo : EtaBeta (EBS print), 2023. - 328 p. - ISBN 979-12-5585-256-8.

di Alessandra Calanchi - venerdì 26 luglio 2024 - 794 letture

Nella mia precedente recensione, raccomandavo di leggere un racconto al giorno. Sì, perché un racconto al giorno toglie l’ignoranza di torno. Ma qui mi trovo in difficoltà, perché non ci sono mesi di 34 giorni. Dopo lunghe riflessioni sono approdata al seguente suggerimento: fate un po’ come vi pare. Ma leggételo.

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Copertina di La donna orgasmo, di Carlo Gregori

Il titolo attira, non c’è dubbio. E anche la copertina rossa e gialla. E anche la quarta di copertina: “34 racconti crudi per un inno alla risata, alla luce, alle nostre vite. Un titolo contro l’intelligenza artificiale, contro il marketing, contro il moralismo”. Sembra un pamphlet, ce n’è per tutti. E l’autore se la prende anche con l’editoria italiana, che continua a propagare il “pregiudizio apodittico e stereotipato” (p. 8) secondo cui agli italiani i racconti non piacciono. E non è vero – prova ne è che “La donna orgasmo” è stata in testa ai successi in ebook dal 2020. Ora resta da vedere se i racconti abbiano un mercato anche cartaceo, o se dobbiamo arrenderci a una categoria di lettori-di-racconti che chiameremo papirofobica (= chi ha paura della carta).

Personalmente, io, che sono stata cresciuta ad haiku e fumetti, con valori che vanno dalla Filosofia della composizione di Edgar Allan Poe a Breve brevissimo di Roberto Barbolini, trovo che i romanzi lunghi o A) sono dei capolavori o B) sono noiosi, e siccome in questo scorcio di secolo se ne trovano davvero pochi nella lista A), mi godo l’universo del racconto breve, che, oltre a permettermi sedute di lettura compatibili coi miei ritmi di vita, rivela punti di forza indiscutibili anche a livello contenutistico. Provate un po’ a dirmi se preferite un bicchierino di grappa monovitigno o una damigiana di vino annacquato. Ecco, appunto.

Carlo Gregori ha scritto altri libri, fra cui due raccolte di poesia, diversi saggi, un romanzo e numerosi racconti. Sa dunque quel che fa – cioè, sa scrivere bene e credetemi, non è un dato scontato. E sa anche compiacere con classe il lettore, sa che al pubblico piacciono (lo leggiamo nel retro di copertina) “Il sogno, il mistero, il caso”, ovvero quegli “elementi imprevedibili” che fanno irruzione nella realtà della nostra esistenza, conditi con una certa dose d’ironia.

Ecco, sono già a metà recensione e non ci siamo ancora addentrati nei racconti. Il paratesto è malandrino, si sa.

Ma ho tante cose da scrivere. Innanzitutto, i ritratti femminili rivelano una profonda sensibilità non solo psicologica, ma anche sociale (vedi il dramma della violenza domestica e la condizione delle donne che vengono dall’est ad assistere i nostri anziani), e l’universo tratteggiato da Gregori comprende un’umanità variegata, fatta di playboy e lavoratori estivi, sfruttatori e sfruttati, coppie in crisi, e si dipana in vicende iperrealistiche eppure surreali, grottesche eppure plausibili. L’amarezza è forse il sentimento più intenso, soprattutto quando prende il posto del climax lungamente atteso.

E gli incontri: una magia. La Liliana è un gioiello, ogni volta che andrò in piscina la cercherò fra le persone stese a prendere il sole. E Lo stronzo (variazione su un tema di Kureishi) è una metafora esistenziale indimenticabile. Le valigie, poi, sarebbe degno di Raymond Carver. E arriviamo ai capolavori: Visita allo zoo andrebbe letto obbligatoriamente a scuola. La macchia è il più breve racconto noir che io abbia mai letto (20 righe), e lo ritengo sublime. Un noir sublime nella sua brevità. E L’ambulanza, un racconto breve sul Covid, forse il più efficace tra i tanti che hanno affollato questi anni post-(?)-pandemici. E una giostra di personaggi e situazioni estreme, dalla bancarotta della signora col Suv al continente Senzanome: una giostra che tocca tante tematiche – il denaro, la rabbia, l’ingiustizia, la (s)fortuna, la responsabilità, i rapporti genitori-figli, insomma: un libro ora divertente ora drammatico, da non perdere, da centellinare e su cui riflettere.


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