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La nuova tendenza in tema di bandi e appalti

GPP Green Public Procurement - Gli acquisti verdi della pubblica amministrazione

di Nicola Natale - giovedì 23 novembre 2006 - 3826 letture

Gli acquisti verdi della pubblica amministrazione, in sigla inglese GPP green public procurement, sono in un certo qual modo il timbro di un territorio avanzato. Lo sono perché introducono criteri di qualificazione ambientale nell’acquisto di beni e servizi delle Pubbliche Amministrazioni. L’introduzione di criteri ambientali minimi nei bandi di gara, per ora pubblici, prende in considerazione non solo il prezzo, ma l’impatto ambientale di tutto il ciclo di vita dei beni in questione, dalle materie prime allo smaltimento dei rifiuti (dalla culla alla tomba). Il Gpp, quindi, fornisce un nuovo punto di vista sul “prodotto” mettendone in relazione l’efficienza e l’impatto ambientale. Applicare la sostenibilità ambientale cominciando dalle pubbliche amministrazioni, enfatizzando e divulgandone il vantaggio in termini ambientali, significa diffondere una cultura “ecosostenibile” che coinvolga le aziende private e i singoli cittadini.

L’importanza della sostenibilità ambientale all’interno delle società civili, e l’attenzione verso le risorse naturali, che possono essere salvaguardate con l’utilizzo di beni e servizi realizzati con materiale riciclato, sono alla base dell’invito della Commissione Europea agli Stati Membri ad adottare Piani d’Azione Nazionali per il GPP entro il 2006. L’Invito è stato accolto dall’Italia che, consapevole dell’importanza della sostenibilità ambientale e della necessità di ridurre gli impatti ambientali, con l’art. 162 della finanziaria 2007 ha adottato il proprio Piano d’Azione Nazionale sugli Acquisti verdi.

Il Piano d’Azione Nazionale ha l’obiettivo di diffondere la conoscenza del GPP e di definire i prodotti e i servizi identificati come prioritari per gli impatti ambientali e per i volumi di spesa.

Gli obiettivi strategici di riferimento considerati dal Piano sono: l’efficienza e il risparmio nell’uso delle risorse, in particolare dell’energia da fossili mediante l’incremento dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili; la riduzione dell’uso di sostanze pericolose, promuovendo l’acquisto di prodotti con la minor quantità di tali sostanze; la riduzione dei rifiuti prodotti mediante l’acquisto di prodotti di più lunga durata o riciclabili. L’approvazione del Piano d’Azione Nazionale riafferma quanto contenuto nel Decreto Ministeriale 203/2003, nel quale sono riportate regole e definizioni affinché le Regioni adottino disposizioni che garantiscano che manufatti e beni realizzati con materiale riciclato coprano almeno il trenta per cento del fabbisogno annuale.

L’importanza degli acquisti verdi e l’opportunità concreta di far diventare più sostenibili le pubbliche amministrazioni è stata colta anche dalla Regione Puglia che con la Legge Regionale n. 23 dell’1 agosto 2006, ha stabilito “norme per promuovere l’introduzione di criteri di eco-efficienza e sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche” [art. 1, LR n. 23/2006]. Nelle amministrazioni pubbliche la Legge Regionale comprende la Regione, le Province, i Comuni con popolazione residente non inferiore a 5 mila abitanti, nonché le società a capitale prevalentemente pubblico, i concessionari di pubblici servizi ed Enti, Istituti e aziende dipendenti dagli stessi che operino sul territorio regionale.[art. 2, LR n. 23/2006]. Tale legge implica la predisposizione di un Piano d’azione di durata triennale finalizzato alla definizione di un programma operativo per l’introduzione dei criteri ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi, che preveda l’ottimizzazione della resa del prodotto o servizio; riduzione dell’uso di risorse naturali, riduzione della produzione dei rifiuti, riduzione dell’emissione di inquinanti, riduzione dei rischi ambientali, nonché le rispettive priorità.

In Puglia, il compito di redigere il primo bando verde è stato supportato da Eco-logica Srl, società di ingegneria, consulenza e servizi ambientali. In quel caso si trattò delle forniture e degli arredi necessari al nuovo Centro Studi e Ricerche, istituito all’interno del Progetto Life Ambiente “EcoFlowerTerlizzi”. Se l’Ecoflower, la dichiarazione ambientale di prodotto era la possibile risposta pubblica alla riorganizzazione economica del principale settore produttivo, il bando di gara verde ne è stato il necessario corollario applicativo. Insomma se si credeva che fiori prodotti in maniera eco-sostenibile dovessero essere premiati dal mercato, allora non aveva senso continuare a comportarsi in maniera ecologicamente non sostenibile nei propri acquisti. Ma è chiaro che si tratta di un work in progress: gli effetti di questa strategia “verde”, che coinvolge tutti gli attori pubblici a livello comunitario, saranno monitorati al fine di valutare e diffondere i risultati e stabilire le eventuali correzioni da apportare, per meglio raggiungere l’obiettivo di una società ecosostenibile. Ciò che importa in conclusione al di là dell’applicazione bruta della norma è la possibilità per le amministrazioni di acquisire know- how in questo campo, di arrivare prima. Quando le maglie ecologiche si faranno come è probabile più cogenti allora forse non ci sarà il tempo e le competenze necessarie per redigere velocemente bandi nei tempi richiesti.


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