Il tempo libero come tempo della noia

Oggi viviamo l’epoca degli orari dove si ha il dovere di cacciare la noia. I tempi sono calcolati, gli impegni hanno una sequenza incalzante e le sollecitazioni sono continue.

di Massimo Stefano Russo - venerdì 14 luglio 2023 - 1347 letture

La noia, legata al male di vivere, esiste da sempre e quando è messa in relazione a dimensioni morali la si vede ancor più negativamente. I filosofi antichi e moderni si sono occupati del suo profilo morale ed esistenziale, mentre gli storici e sociologi presentano la noia come un fenomeno moderno. Blaise Pascal ha sottolineato come per l’essere umano stare in una condizione di riposo completo sia insopportabile: si sente il proprio nulla, l’abbandono, l’insufficienza, il vuoto. Leopardi dal canto suo eleva la noia a bisogno intellettuale.

Oggi viviamo l’epoca degli orari dove si ha il dovere di cacciare la noia. I tempi sono calcolati, gli impegni hanno una sequenza incalzante e le sollecitazioni sono continue. Il tempo come lo viviamo è formato da eventi e dalla noia si deve fuggire, si ha l’obbligo di scappare. Annoiarsi non fa bene, non va bene! Basti pensare alla noia, vista da vicino durante il lockdown, senza la possibilità di relazionarsi di presenza, con molti impedimenti e costrizioni. Le emozioni ci appartengono e servono per raggiungere gli obiettivi e soddisfare i bisogni. Ma se tutte le emozioni sorgono per esprimere un perché e dire qualcosa di importante, la noia, è proprio così negativa ed è mai possibile che non serva a nulla?

Con i suoi aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali anche la noia esprime un proprio messaggio. Come si manifesta la noia e come possiamo gestirla? Il tempo vuoto mantiene una dimensione importante, indispensabile per dare spazio al pensiero. La noia è anche condizione di crescita e merita la nostra riflessione. I sentimenti spiacevoli hanno una funzione e da essi si può uscire rinvigoriti. La noia, da esperienza vissuta direttamente, è la risposta a situazioni estreme, quando viene meno l’attenzione. Pensiamo alla noia indifferente a cui ci abbandoniamo in attesa del treno. Frustrazione e rabbia si mescolano facilmente con la noia. Il tempo, nel suo cambiamento, con le sue abitudini e le sue routine, definisce la continuità del nostro Sé. Il tempo psicologico, vissuto interiormente, si lega profondamente agli eventi e alle relazioni tra essi. Il senso del tempo vissuto, dipende da quanto ci accade e in condizioni di deprivazione, assume significati diversi rispetto alla norma. Nella noia il tempo fattosi stagnante avvisa che occorre cambiare. Nella restrizione dello spazio si perde la libertà e il senso del “tempo morto” incombe come una cappa di piombo. Il tempo vuota rappresenta una sfida.

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La noia di Cavez

Chi vive uno stato di detenzione deve fare i conti con tre forme di uso del tempo “nemiche”: il tempo amministrativo, quello interpersonale e quello esterno. Nelle istituzioni totali le attività normali torturano il tempo e arrivano a ucciderlo con benevolenza. Le caratteristiche mentali sono intrinsecamente temporali. I ricordi e le routine che immagazziniamo in una sequenza temporale, esistono nella nostra coscienza. Il cervello, sempre attivo, funziona in chiave temporale. Immersi nel tempo, ricerchiamo i modi per ingannare il tempo e fuggire la noia. La perdita di interesse rende meno attivi e porta a essere scontenti.

La noia è un fattore a rischio che facilmente porta ad azioni devianti. Gli adolescenti trovano interessanti le attività scelte autonomamente e facilmente noiose quelle proposte dagli adulti. C’è una noia che riguarda anche i rapporti interpersonali. Molte persone lamentano la noia nel tempo libero che costringe a far i conti con se stessi. La noia, nel segnalare il bisogno di cambiare, può essere l’occasione per nuove scoperte e invenzioni.

Nel tempo libero, dove ci si lascia andare ancor di più, la dopamina agisce sul desiderio e nel vagabondare, trascinati dallo stato fluido e informe della brama, si genera un desiderio senza oggetto e senza meta. In un mondo fatto di processi dinamici dove nulla è permanente, col semplice che alla lunga risulta noioso, come avere il controllo di una situazione noiosa, e farla diventare di relativo benessere interiore, coltivando pensieri positivi?

Le attività di “microflusso” aiutano a superare i momenti di blocco e anche per questo il quotidiano è intessuto di “giochini” che servono a ridurre la noia. Il benessere compare al confine tra la noia e l’ansia. La mente, quando la concentrazione è perfetta, pienamente calati in quello che si fa, non ci si distrae. L’energia scorre fluida e ci si sente risanati, a proprio agio, pieni di energia, senza essere separati da ciò che fa: le azioni si susseguono in modo scorrevole e la coscienza lavora con continuità. Concentrati e attenti sul compito che si svolge la mente non trova spazio per le informazioni inadatte.

Quando gli obiettivi sono chiari diventa possibile una immedesimazione completa, tenendo conto che nelle attività creative gli scopi non sono definiti chiaramente in anticipo. I pensieri e le preoccupazioni invadono la coscienza contro la propria volontà, ma sono le attività strutturate a imporre l’ordine, eliminando l’intromissione del disordine nella coscienza.


Per saperne di più

- S. Benvenuto, Accidia. La passione dell’indifferenza, il Mulino, Bologna 2011

- A. S. Bombi-D. Malagutti, Il diritto di annoiarsi, il Mulino, Bologna 2023

- E. Goffman, Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell’esclusione e della violenza, Einaudi, Torino 2010

- A. Lambken, L’era della dopamina. Come mantenere l’equilibrio nella società del “tutto e subito”, ROI edizioni, Macerata 2022

- R. Manfredini, Un tempo per ogni cosa, Piemme, Milano 2019 L. Mumford, Tecnica e cultura, il Saggiatore, Milano 2005

- G. Northoff, Il codice del tempo. Cervello, mente e coscienza, il Mulino, Bologna 2021



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