Il quadro della settimana: “Manifesto del 17 Ottobre 1905” di Ilya Efimovic Repin
1911
olio su tela
cm 182,9 x 322,6
Ubicato al Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
La gente in festa sta celebrando la concessione di una Duma, una sorta di parlamento. La parola "Duma" in russo trae origine dai verbi pensare, meditare, contemplare. Quindi, il significato intrinseco non è esattamente "Congresso", che significa "un insieme", né equivale a "Parlamento", che è "un luogo per parlare". Il "Duma" è qualcosa in più, "un luogo per riflettere" e contempla l’essenza stessa di ciò che il popolo russo ritiene necessario per la nascita di un’assemblea legislativa.
E ’uno dei motivi principali per cui i russi non hanno le stesse aspettative o lo stesso modo di intendere l’occidentale concetto di "democrazia" . Occorre ricondurre il tutto al pensiero guida che proviene dal mondo della lingua russa e che si differisce significativamente da quanto pervade le culture delle lingue occidentali. Ciò non è da sottovalutare. È anche uno dei motivi per cui risulta sempre particolarmente difficile la traduzione dal russo nelle lingue occidentali. Non solo grammatica e linguaggio diverso, ma, i concetti trasmessi sono spesso incomprensibili in un’altra lingua.
Tornando al dipinto, il primo impatto che si ha guardando la tela è intriso di inquietudine: la folla di gente, che ride, esulta, urla, sembra dirigersi verso lo spettatore, sembra poterlo travolgerlo. Al centro, un gruppo di proletari, donne e uomini in divisa portano sulle spalle uno scarcerato che scuote allegramente le catene. La gente canta, ride, grida; nei loro occhi brucia il fuoco della gioia estatica. Solo due personaggi ai lati della folla rimangono in silenzio quasi in una sorta di premonizione delle future sofferenze della Russia. Il quadro si avvicina molto all’impressionismo, in quanto le figure delle persone si riversano l’una nell’altra e i loro volti sono come maschere che esprimono il massimo del coraggio.
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