Il dibattito sulla Sanità al Senato

Un capovolgimento della cultura ospedalcentrica che ha privato il territorio di risorse e competenze necessarie per rispondere alle esigenze delle popolazioni.

di Luigi Boggio - giovedì 11 giugno 2020 - 2455 letture

GRAZIE PRESIDENTE CONTE, ma per tracciare le nuove linee del sistema sanitario nazionale non occorrono gli "stati generali": basta riascoltare il dibattito che c’è stato ieri al Senato con l’avvio dell’interessante comunicazione del ministro Speranza. Un buon dibattito e molto convergente su molti punti da parte di tutti i gruppi parlamentari.

Tutti gli intervenuti, ma dico tutti, hanno riconosciuto il valore universale del sistema e l’impatto sulla pandemia anche se ci sono state disfuzioni e squilibri dovuti ai tagli subiti negli ultimi anni.

In questo quadro bisognerà rivedere i rapporti tra Stato e Regioni per una migliore armonizzazione degli interventi e una radicale modifica nella gestione delle aziende e nelle nomine. Un punto questo, come è stato richiamato, che deve camminare di pari passo con la medicina territoriale e il servizio socio-assistenziale. Cioè la prevenzione delle malattie e l’assistenza domiciliare come fulcro di una moderna rete sanitaria.

Un capovolgimento della cultura ospedalcentrica che ha privato il territorio di risorse e competenze necessarie per rispondere alle esigenze delle popolazioni. Un’impostazione dura a morire per motivi spregevoli di potere e di subalternità ai padrini politici.

Per vedere come hanno ridotto il PTA di Lentini basta farsi un giro, anche se la stampa vede e non vede a causa dei fumi provenienti da Grotte San Giorgio e dalla zona industriale. La verità è che con questa realtà bisogna confrontarsi e non demordere nell’attesa delle nuove scelte che il Parlamento farà. Le quali andranno, come più volte sottolineato dagli interventi, anche in direzione dello sviluppo della ricerca e dell’assunzione del personale medico e paramedico. Non dimenticando, anche questo sottolineato, le condizioni delle strutture dove si lavora e la questione stipendiale che non va minimamente sottovalutata per evitare che molti bravi professionisti vengono attratti dalle sirene del privato e i giovani medici spinti verso altri Paesi.



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