I dittatori non finiscono con Saddam…

Dopo la caduta di Baghdad e la cattura di Saddam Hussein, chi sono gli altri leader nel mondo che negano ai propri popoli la "democrazia"?
La caduta di un dittatore in qualsiasi latitudine storica e geografica, sia venuta da lotte o da cause naturali, è fonte di immensi lutti. Si pensi alla sorte dell’ex Jugoslavia dopo la morte del maresciallo Tito. Si tema, in vista del domani, per la Cuba del dopo Fidel Castro. Paradossalmente, dimenticando le sofferenze dei loro popoli, fermandosi al contingente e in assenza di una prospettiva storica e un’etica, si potrebbe sostenere che certi despoti non dovrebbero mai morire! Venendo a noi, debellato, deposto e catturato il sanguinario tiranno iracheno, quanti "altri Saddam" ci sono ancora oggi in giro per il mondo? Un metodo incerto per identificarli potrebbe essere quello di guardare ai cosiddetti "Stati canaglia" e ai loro leader. Ma, prima di tutto, chi ha il diritto di stabilire quali siano questi "cattivi" paesi? L’espressione ebbe successo già con Bill Clinton e il suo segretario di Stato Madeleine Albright che la adottarono a proposito di Iran, Libia, Iraq, Corea del Nord e Cuba. Successivamente all’11 settembre dal 2001, con maggior forza fu fatta propria da Gorge Walker Bush che aggiunse alla lista l’Afghanistan. A quanto affermano gli studiosi, caratteristiche precise degli Stati canaglia sono: volontà e tentativi di entrare in possesso di armi di distruzione di massa, sostegno al terrorismo, trattamento biasimevole dei propri cittadini, propaganda ostile nei confronti degli Usa che, in quanto nel mirino, si arrogano il diritto di includere nell’elenco, o escludere, questo o quello Stato. Un secondo, possibile approccio potrebbe essere quello di guardare al sistema di governo. Chi comanda al di là o contro la democrazia è, in questa prospettiva, un "altro Saddam"? Ma cosa è mai la democrazia, per esempio, nel mondo islamico e arabo in particolare? Ci si può ben fare tale domanda ove si pensi che perfino il mite ed equilibrato presidente Hosni Mubarak ha di recente invitato gli occidentali a farsi i fatti loro visto che la democrazia sarebbe del tutto estranea al modo di vivere e pensare dell’Islam appunto arabo. Per inciso, è fortemente da dubitare che ovunque, specie nel terzo mondo, si sappia cosa davvero sia la più volte citata democrazia. Dunque alla fine restano forse il coreano del Nord Kim Jong-il, forse Fidel Castro. Ma non va mai dimenticato che, con i continui mutamenti della politica internazionale, il nemico di oggi può domani diventare un fedele alleato, si pensi al Saddam sostenuto dagli americani ai tempi della guerra Iraq/Iran.
10 Lader senza opposizione:
Cuba: Fidel Castro In carica dal 1959. Dopo la rottura con gli Usa è stato a lungo alleato dell’Urss. Sotto embargo dal ’63, ha eliminato l’opposizione.
Guinea Equatoriale: Teodoro Mbasogo In carica dal 1979. Alle elezioni del 2002, caratterizzate da brogli e violenze, ha riscosso il 99% dei consensi.
Zimbawe: Robert G. Mugabe In carica dal 1980, Padre-padrone dell’ex Rodhesia. Con lui è finita la segregazione razziale. Ma anche le libertà politiche.
Uzbekistan: Islam Karimov In carica dal 1989. Dopo l’11 settembre ha soppresso l’opposizione interna. I partiti islamici sono stati bollati come terroristi.
Sudan: Umar al-Bashir In carica dal 1989. Nel ’93 impone la legge cranica e inizia una guerra civile contro la popolazione cristiana.
Myanmar (ex Birmania): Khin Nyunt: In carica dal 1992. Dietro il generale c’è il potente ministro degli Esteri Shwe. E’ dal ’62 uno dei regimi più repressivi del pianeta.
Eritrea: Isaias Afewerki In carica dal 1993. Addestrato militarmente dalla Cina nel 1966. Dal ’93 ha spento con la forza ogni forma di opposizione.
Corea del Nord: Kim Jong-il: In carica dal 1994. Ha reso ancora più dure le condizioni di vita di una popolazione stremata da carestie e isolata come un lager.
Turkmenistan: Saparmayrat Niyazov:In carica dal 1999. Nel 2002 ha rinominato i mesi dell’anno con i nomi ispirati a lui e a sua madre.
Pakistan: Perzev Musharraf:In carica dal 1999. Al potere in seguito a un sanguinoso golpe. Dopo l’11 settembre è diventato un prezioso alleato degli Usa.
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Ho letto l’articolo con molto interesse perche’ trovo importante che tutti possano seguire le sorti di quei paesi che normalmente vengono alla ribalta solo quando scoppiano le crisi senza che se ne conoscano le ragioni. Tuttavia nel caso dell’Eritrea sono rimasto perplesso, le informazioni riportate nell’articolo non corrispondono all’idea che mi sono fatto conoscendo ed amando molto quel paese. Parlo dal punto di vista della gente comune che ama moltissimo il suo presidente ed insieme al quale festeggera’ il 24 maggio i tredici anni di indipendenza. Come detto parlo da testimone e sempre nel pieno rispetto delle altrui opinioni ribadisco che attualmente l’Eritrea rappresenta un esempio in Africa per gli sforzi che sta’ compiendo per la propria emancipazione e rifiutando gli aiuti internazionali. Grazie Stefano
Non metto in dubbio ke quel dittatore stia ben lavorando... ma sempre dittatore è(opinione personale)! Io preferisco l’aretratezza invece ke l’ipossibilità di esprimere la propria opinione politica, qualunque essa sia... Anke durante il ventennio "nero" gli ospiti in Italia credevano ke il paese funzionasse "bene". I treni arrivavano in orario, il colonialismo aumentava il prestigio nazionale... ecc ecc Personalmente non concordo minimamente con la sua opinione personale. Forse lei a confuso "l’amore x l’eritrea" con "abitare in eritrea"... Anke io amo Cuba ma non condivido minimamente il governo castrista... I dati vengono dall’ultimo rapporto di AMNESTY. Saluti Cesare Piccitto
Sono un ragazzo eritreo e nell’ immaginario che mi ero fatto, anche io la pensavo come Stefano.Purtroppo sono stato smentito di recente, da alcune persone informatissime,anche e di conseguenza non so più da che parte stare! mi dareste una mano?
Ritengo che quanto puntualizzato dall’autore dell’articolo sulle sue osservazioni sia davvero pertinente e preciso. Infatti, non bisogna mai confondere il regime politico con quello che il popolo "sembra" percepire di esso. Non dimentichiamo mai che ogni regime pone tra i suoi punti di forza la propaganda. E purtroppo la propaganda ha presa su chi non riesce a comprendere la differenza tra l’apparire e la realtà. Cordialmente Antoniox.
Si interessante....,ma ti sei dimenticato i finti eroi americani...,di nominare!Giocano con la guerra ma sono stati definiti come "eroi". Gli piace non sporcarsi le mani ,e poter ottenere il potere e sempre di più mascherandosi da eroi..!!! Tutti ricordano i dittatori e le loro azioni,ma pochi ricordano LE bombe atomiche ed il numero di morti e le conseguenze...,oltre alle azioni della CIA,nascoste e camuffate...,per non parlare del commercio delle armi in Oriente etc...!!!!