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Franco Bertolino, l’artista artigiano

La cultura siciliana attraverso il folklore. Francesco Bertolino è l’ultimo costruttore e soprattutto decoratore di carretti siciliani.

di Paola Fagone - mercoledì 15 giugno 2005 - 10921 letture

Francesco Bertolino è l’ultimo costruttore e soprattutto decoratore di carretti siciliani. In tutta la Sicilia rimane l’unico artista artigiano che da cinque generazioni, fin da quando il suo antenato decorava le eroiche gesta dei picciotti di Garibaldi sbarcati a Marsala, rimane operativo nel territorio palermitano.

Il carretto siciliano, famoso luogo comune della nostra Sicilia, originariamente di un inedito colore giallo taxi squillante e solare, era equipaggio di ricchi latifondisti, possidenti o “nobili” come li chiama il signor Bertolino.

Utilizzato per il trasporto di operai, merci, in ausilio al lavoro dei campi, nelle saline, (quello con le ruote grandi e altissime), per gli scambi commerciali, fin da subito ha stuzzicato la fantasia di qualche siculo antenato, che tediato da lunghe giornate lavorative, lo ha decorato per farlo sembrare meno rigoroso. Il carretto diventava un murales da scarabocchiare a piacimento. I primi decoratori, la famiglia Bertolino comincia intorno al 1860, descrivono minuziosamente, è obbligatorio decorare fino all’ultimo centimetro quadrato di carretto, avvenimenti che hanno fortemente condizionato l’opinione pubblica.

Può sembrare ovvio ripensare alle gesta dei Paladini di Francia, di Orlando e la sua Angelica, spesso invece la cronaca giornaliera che suscitava scandalo o fortissimi contrasti nel popolo, era il tema preferito da imprimere sulle fiancate del carretto, quasi si volesse esorcizzare, attraverso la rappresentazione grafica nei cosiddetti “mascillari” (fianchi spioventi del carro), le brutte storie di amore e sangue, guerra e vendetta. La Baronessa di Carini ad esempio, è stata ampliamente rappresentata per la barbara esecuzione cui fu sottoposta poiché cedette alle lusinghe di un amore clandestino. Allo stesso modo, sempre con nuovi spunti, la famiglia Bertolino ha raccontato la cronaca e la storia, passando dalle imprese di Salvatore Giuliano fino alla riproduzione dei bozzetti preziosissimi di un pittore alle prime armi prestato alla decorazione, che si chiamava Renato Guttuso...

Il carretto siciliano divenuto richiamo internazionale, riconoscibile simbolo di folklore, diventa quindi cultura, testimonianza di un popolo creativo e dotato di gusto. La tecnica decorativa predilige colori squillanti, brillanti, primari e secondari e difficilmente cede ai mezzi toni con figure elementari incorniciate in un trionfo di fregi coloratissimi, che immediatamente saltano all’occhio.

Esistono esemplari di carretti definiti impropriamente di “arte povera”, che sono il miracolo di ebanista puntiglioso. Intagli, decori in rilievo e scavati nel legno, tinti noce, privi di colore e di altissimo pregio. Questi carretti ad uso esclusivo dei vignaioli, servivano per trasportare l’uva.

Esempi diversi, stesso mezzo di trasporto, soppiantato dai moderni motori a scoppio. Ci sarà un tempo per riabilitare pure loro, come lo si è fatto per la mitica 500, che il signor Bertolino ha rivisitato nella carrozzeria usando i temi decorativi tipici del carretto siciliano. “Ho decorato vespe, macchine, lapini, ora sono alle prese con un carrettino dei gelati. Sto lavorando anche per una produzione cinematografica, con protagonista Giancarlo Giannini”. In effetti in questi giorni a Palermo è allestito un set nei pressi di Palazzo dei Normanni. Non c’è molta richiesta, ed i pezzi antichi, i più rari, oltre cento anni, sono autentiche rarità, conservate in un magazzino, come patrimonio di famiglia.

Con l’ultima generazione Bertolino è troppo presto per pensare ad un futuro decoratore, la più portata sembrerebbe una delle figlie, ma storicamente questo non è un mestiere da donna. Speriamo bene. Da buon padre pretende che, a differenza sua, possano studiare, trovare sbocchi diversi ed eventualmente ripiegare a questo antico mestiere. Tante persone, ogni giorno, passano dalla bottega Bertolino, tante figure, tante facce dipinte sui mascillari, con sensibilità e diligenza. Il signor Franco ha sentito pure l’esigenza di raccontare il tragico epilogo di un eroe dei nostri giorni, Paolo Borsellino.

Ha quindi decorato un carretto raffigurante gli ultimi passaggi di vita del magistrato. Il carretto, custodito presso il Centro Borsellino, è l’ultimo evento storico immortalato in questo modo inusuale, a dimostrazione che la cultura popolare può essere testimonianza, storia, cronaca dei fatti che caratterizzano il nostro tempo.

“Sono l’unico, spero non ultimo depositario di un mestiere che non serve a nessuno”. Speriamo che qualcuno prenda esempio da me e continui la tradizione, non posso obbligare i miei figli”. Nel frattempo si potrebbe organizzare un laboratorio-scuola per apprendere le tecniche, acquisire la manualità necessaria per decorare le opere d’arte. E’ necessario l’intervento istituzionale. Il Signor Bertolino non sembra pensarci tanto, non ama farsi pubblicità, anche se si rende conto della caratteristica di unicità che possiede. “Spero che i miei figli crescano in fretta e mi aiutino a trascrivere i testi nei pannelli delle scene. Sbaglio ogni volta e qualche lettera salta sempre...”

Una imprecisione che lo caratterizza, che rende imperfetto il dettaglio di un lavoro minuzioso e paziente, ma assolutamente unico nel suo genere. Auguriamo al signor Bertolino molta strada da fare, e che qualcuno un giorno possa rappresentare la storia della sua famiglia e tramandarla negli anni a venire.

Info: Franco Bertolino, salita Ramirez (dietro la Cattedrale) - Palermo.


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