Farmaci troppo cari

Cresce la spesa farmaceutica nel Belpaese. Secondo i dati elaborati da Federfarma, i primi sei mesi del 2006 hanno registrato, rispetto allo stesso periodo del 2005, un aumento del 10,8%8% rispetto allo stesso periodo del 2005
Cresce la spesa farmaceutica nel Belpaese. Secondo i dati elaborati da Federfarma, i primi sei mesi del 2006 hanno registrato, rispetto allo stesso periodo del 2005, un aumento del 10,8%8% rispetto allo stesso periodo del 2005. Aumento ancor più preoccupante se si tiene conto di una particolarità tutta italiana. Nel nostro Paese, infatti, quando il farmaco esce dalla fabbrica ha il prezzo più conveniente che si può trovare in Europa; quando lo stesso farmaco arriva sul bancone della farmacia, ha subìto tali ricarichi di prezzo che diventa più caro nel nostro Paese che in Gran Bretagna, Francia, Olanda, Portogallo, Spagna e Belgio. Questo, secondo un’inchiesta di Altroconsumo, il triste primato che detengono i prezzi dei farmaci di fascia A.
L’indagine (vedi tabella) è stata realizzata su un paniere di 19 farmaci venduti in otto paesi dell’Ue, Italia compresa. “Altroconsumo – si legge in un comunicato stampa -ha messo sotto la lente alcuni dei farmaci più venduti di fascia A, poiché in media ogni consumatore, nel 2005, in Italia, ha acquistato 28 confezioni di farmaci: di queste 15, più della metà, erano a carico del Ssn”. Dall’inchiesta emerge dunque che il Servizio sanitario riesce a spuntare buoni prezzi con i produttori, vantaggio competitivo vanificato, però, dalle quote spettanti a grossisti e farmacisti. Risparmiare è dunque possibile ma “occorre migliorare l’efficienza della distribuzione”.
E poi dirigere le proprie attenzioni verso “l’utilizzo e quindi la prescrizione dei farmaci equivalenti (generici) a discapito di quelli ’griffati’ più costosi”, consiglia Rosario Trafiletti, presidente della Federconsumatori. L’uso dei medicinali equivalenti (generici) su larga scala permetterebbe, infatti, una diminuzione dei costi di oltre il 20% rispetto a quelli di marca con un risparmio complessivo pari a circa 250 milioni di euro. Intanto qualcosa si muove. “Un passo concreto è stato fatto – assicura Altroconsumo - ma solo per i farmaci di fascia C, con il decreto Bersani e con le nuove opportunità per stimolare la concorrenza: l’apertura della distribuzione dei farmaci OTC e SOP nei supermercati, il superamento del principio dell’ereditarietà della farmacia, l’applicazione dello sconto sul prezzo del farmaco liberamente deciso dall’esercente”.
Ed è proprio da questo elemento che è possibile notare una prima, seppure modesta, inversione di tendenza relativa al mese di luglio. Rallentamento del trend di crescita che per Federfarma “è legata alla efficacia delle riduzioni di prezzo giustamente introdotte dall’AIFA a decorrere dal 15 luglio” e che ha consentito alle farmacie di assicurare “un risparmio di oltre 340 milioni di euro, a fronte dei circa 40 milioni di euro derivanti dallo sconto dello 0,6% posto a carico delle industrie”. Ma si può e si deve fare di più per mutare rotta e ottenere benefici concreti per la collettività. Proprio per questo Altroconsumo chiede “che sia avviato un confronto tra le parti affinché il Servizio sanitario nazionale realizzi risparmi che l’esperienza europea ha dimostrato essere possibili”.
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