Essere donna in Sicilia

Giovanna Marano, candidata alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, a Catania il 19 ottobre alla scalinata Alessi per LIBERAFESTA.

di Pina La Villa - mercoledì 17 ottobre 2012 - 7439 letture

"Essere donna in Sicilia" è il titolo di un libro della Editori Riuniti che raccoglieva, nel lontano 1976, saggi di Simona Mafai, Gigliola Lo Cascio, Chiara Ottaviano, Beatrice Vittorelli, Giuliana Saladino, Maria Venuti sulla condizione femminile in Sicilia.

Non so perché, per parlare di Giovanna Marano, candidata alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana alle prossime elezioni del 28 ottobre, mi è venuto in mente questo titolo e questo libro.

Forse perché nella casualità della sua candidatura, nella coerenza della sua biografia, nel rigore e nell’impegno che sta mettendo in questa campagna elettorale, ritrovo in qualche modo la fatica, le difficoltà e gli ostacoli, ma anche la forza e la generosità che hanno caratterizzato l’impegno politico delle donne in Sicilia.

Giovanna Marano è catanese, ha 53 anni e una lunga militanza politica alle spalle, iniziata alla Fgci catanese, continuata alla Fiom Cgil come segretaria regionale e approdata all’incarico di presidente del comitato centrale della Fiom.

Registro con orgoglio siculo la distanza rispetto ad altri criteri di selezione del personale politico femminile a cui siamo stati abituati negli ultimi anni.

Certo, anche in questo caso la scelta è stata travagliata e Giovanna Marano è arrivata per caso e per necessità ad essere candidata, a causa delle note vicende legate alla candidatura di Claudio Fava.

Per lei fatica doppia, quindi. Non è un nome conosciuto, ed è arrivata a campagna elettorale già avviata, alla fine di Settembre.

Una vera sfida contro il tempo, oltre che contro le insidie di questa campagna elettorale fra gli elettori della sinistra: il non voto, il voto utile, il solito fascino del nuovo.

Tutte reazioni comprensibili, di donne e uomini che via via hanno perso il senso e le ragioni della lotta per una società più giusta e giocano al ribasso: il non voto per punire chi ci ha deluso; il voto utile perché dobbiamo battere il nemico costi quel che costi, e pazienza se il nemico ha già fatto man bassa dei posti in lista (Il riferimento è ovviamente alla lista Crocetta); il voto grillino come momento di purificazione da tutti mali, perché è più facile e perché non ricordiamo più nulla della nostra storia (dal ruolo degli uomini della provvidenza a quello dei lavacri purificatori).

Ritengo che non sia più il tempo di giocare agli innamorati delusi, è il tempo di riprendere e rilanciare le ragioni della sinistra.

Dopo questa crisi pesante e portatrice di cambiamenti epocali niente tornerà come prima. Occorre quindi guardare oltre e assumersi la responsabilità di rispondere ai mutamenti in atto con strumenti e modelli di sviluppo ben diversi da quelli che hanno generato la terribile situazione di crisi che ci troviamo a vivere.

Occorre, al di là del voto, parlare di crescita, lavoro, coesione sociale, sostenibilità ed eguaglianza; occorre alzare lo sguardo e sfidare il futuro.

E’ un compito difficile, sembra fatto apposta per le donne e per una sinistra radicale e responsabile.

Il prossimo appuntamento con Giovanna Marano è il 19 ottobre alla scalinata Alessi

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