É morta Empatia

Ne danno il triste annuncio tutte le anime che tuttavia ritengono ancora di esserne dotate.
Ne danno il triste annuncio tutte le anime che tuttavia ritengono ancora di esserne dotate. Se ne é andata nell’indifferenza assoluta di tutti e di tutto.Nessuno se ne é accorto e nessuno ha fatto nulla per lei.
Era la propensione ad ascoltare l’altrui pathos, la capacitá di far proprie le sofferenze e le esigenze dell’altro prescindendo dal proprio giudizio, sia esso contrario (anti-patia) sia condiviso (sim-patia). Ascoltare la voce ed i sentimenti altrui a prescindere addirittura dagli scopi del nostro interlocutore cioé nella maniera piu critica e obbiettiva possibile, con quel distacco sufficiente ed assolutamente necessario a garantire l’oggettivitá della recezione dell’altrui messaggio, recezione questa propedeutica percio’ ad una profonda immedesimazione nell’animo e nei “panni“ dell’interlocutore.Quasi una totale sostituzione all’altro. Nonostante il suo significato sia di gran lunga piu profondo di quanto fin qui esposto (in greco il termine "empatheia" si riferiva letteralmente all’ingresso nella sofferenza di un’altra persona) si potrebbe comunque, barbaramente, semplificare il concetto con la "semplice" capacitá di riservare del tempo per ascoltare seriamente l’altro.
Fu ripetutamente studiata ed adorata dai filosofi, fu applicata all’arte attraverso il concetto della simpatia estetica che tentava di definire cio’ che si prova di fronte ad un’opera d’arte, fu utilizzata ed approfondita in medicina, per studiare meglio le patologie e ottimizzare il rapporto con il paziente. É stata oggetto di riflessione da parte di numerosi intellettuali, c’é chi ha motivato il suo sviluppo implicito nell’uomo per mezzo di una sorta di senso di sopravvivenza (…immedesimarsi e sapere cosa prova e pensa l’altro puo’ tornare molto di aiuto in uno scenario fatto di uomini in perenne competizione…) c’é chi, addirittura, tenta di trovare delle corrispondenze biologiche all’empatia e risultato di questi esperimenti sono i cosiddetti neuroni-specchio che, nell’uomo, comportano l’accensione di medesime parti del cervello ogni qualvolta viene generata empatia tra due individui che dialogano.
Non limitato al mondo reale, per tramite di filosofi come la Stein l’elaborazione e lo sviluppo del concetto di empatia approdarono all’universo spirituale.Edith Stein espanse il concetto di “altro”, l’alteritá, e definendo marcatamente il sentimento che si prova con l’empatia come "esperienza" sostenne che l’empatia é l’atto paradossale attraverso cui la realtá di "altro", di cio che non siamo e non abbiamo ancora vissuto e che non vivremo mai e che ci sposta altrove, nell’ignoto, diventa elemento dell’esperienza piu intima cioé quella del sentire "insieme" che produce ampliamento ed espansione verso cio che é oltre, imprevisto. Allo stesso tempo sosteneva comunque che anche nel momento di massima immedesimazione l’io non scompare in un “io” fusionale o subordinato ma mantiene una sua diversitá che permette appunto di compiere l’esperienza dell’altro facendola intimamente propria.In questo senso l’empatia é riconducibile a mezzo di coesione e perfino di genesi sociale e dei rapporti sociali. L’esperienza empatica é quindi un’esperienza interiore che porta ad oltrepassare la visione del nostro mondo reale.Si entra nel mondo dello spirito.Per la filosofa tedesca “il mondo dello spirito non è meno reale né meno conoscibile del mondo naturale e poiché l’uomo appartiene a tutti e due i regni, la storia dell’umanità li deve prendere ambedue in considerazione”. A questa importante elaborazione va accostato un altro importante fattore che ne aumenta la sua proiezione sul piano sociale legato al semplice fatto che la competenza o la capacita empatica, non essendo un’operazione di tipo cognitivo non puo essere acquisita mediante apprendimento teorico.L’esperto quindi o il detentore di titoli accademici non é necessariamente una persona empatica. Questi due fattori , trasversalismo nei ceti socio-culturali e contemporaneamente elemento di genesi sociale, rendono in maniera chiara ed esaustiva la straordinaria importanza che l’empatia svolge nella societá e come ne rappresenti chiaramente uno dei pilastri portanti dell’avanzamento e del progresso dei rapporti sociali. Al contrario, nostro malgrado, sono oltremodo chiari anche i nefasti effetti della sua carenza o assenza.... Non era quindi appannaggio dei soli intellettuali.. ...ma questi poco o nulla hanno fatto per tenerla in vita e diffonderne l’importanza. Non é morta certo di vecchiaia.É stato omicidio!qualcuno si scandalizzerá, qualcun altro invece conosce bene i suoi assassini. Il continuo deterioramento che l’ha interessata si é rinnovato e rafforzato continuamente di anno in anno, di generazione in generazione.É chiaro che é un sentimento insito, innato, intimo, interno e primitivo dell’individuo ma é altresi’ comprensibile come la sua esternazione comunque puo’ in ogni caso essere stimolata, seguita e coltivata dai genitori.. ..qualora c’é ne fosse la consapevolezza...
Preso atto del mistero che avvolge la sua genesi che é sicuramente molto complessa e legata a fattori biologici, psicologici e spirituali bisogna ammettere che gia da tempo si é notata la sua carenza cronica nel corpo sociale.I motivi (gli assasini?) sono da ricercare sicuramente tra la sfrenata accellerazione dei tempi moderni e la conseguente diminuzione del tempo a disposizione che risulta paradossalmente insufficiente a mettere in pratica ed ad esternare perfino l’empatia anche quando questa sia presente nell’individuo, in un certo senso empatia non manifestata. Le distrazioni di massa che si avventano sugli individui sconvolgendo radicalmente l’ordine e la scala dei valori e degli ideali sociali.La corsa all’apparire, lo smoderato quanto illusorio sviluppo economico fine a se stesso ed a tutti i costi, l’acquisizione degli status-symbol in quanto ricercatissimi elementi, mezzi di riscatto sociale inter-ceto. Il distaccamento dal mondo reale e l’avvento del mondo virtuale, dove la comunicazione asettica e piatta rende quasi inutile un’empatia che non puo certo manifestarsi "via cavo".Lo sfrenato egoismo che sta avvolgendo il mondo odierno.
Oggi questa mancanza di empatia diffusa fa si che non si riesce piu a dedicare nemmeno una piccola porzione del nostro tempo per ascoltare gli altri.Non solo non c’é piu nemmeno introspezione, ricerca di se, scavo interiore ma non c’é nemmeno la capacitá di ascoltare, cioé l’empatia, il proprio mondo, il territorio in cui si vive e la sua anima, come ci dice Hillman, le sue grida, le sue sofferenze, ecco perché non si colgono e nemmeno si avvertono le numerose problematiche del territorio, delle proprie citta’, che inesorabilmente continuano a sprofondare nell’indifferenza delle assenti masse.
Molti, leggittimamente, saranno portati a non convenire ed a non accettare questa tragica scomparsa, alcuni continueranno ad insinuare di possederla ancora, ma solo una onesta e sincera analisi della societá attuale potrá portare ad una riflessione che confermerá questa assenza nel tessuto sociale ed a individuare proprio nell’ipotetica resuscitazione dell’empatia una possibile soluzione per gran parte dei problemi odierni. Nel frattempo, chi volesse, si prodighi nel suo piccolo , nel suo intimo affinché possa ritornare tra di noi.
Si dispensa dalle visite. Non fiori ma opere di profondo, concreto, intimo ascolto dell’altro.....
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