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Mosaici

Apertura in gran stile della Villa del Tellaro, presso Noto. Per raggiungerla, ci siamo avvalsi del manto, sdrucito dalle attese, della Siracusa-Gela.

di Piero Buscemi - martedì 18 marzo 2008 - 3970 letture

L’occasione era tra quelle da non perdere. Da un lato, la tanto attesa apertura del sito archeologico della Villa del Tellaro, dopo vent’anni di attese e smentite; dall’altro, l’autorizzazione alla percorrenza dell’autostrada Siracusa-Gela, altra tela di Penelope siciliana.

Su questa seconda opportunità, le notizie contrastanti che giungevano, non davano ampio spazio ad interpretazioni definitive, tanto da farci nascere la curiosità di andare a verificare di persona. I titoli esaltanti sui quotidiani locali e i lunghi servizi televisivi hanno complicato, notevolmente, il nostro concetto di idea sull’argomento.

Abbiamo ascoltato, con la tentazione di cambiare immediatamente canale, le belle parole del sindaco uscente Bufardeci che, nel riprendere il suo discorso di commiato alla cittadinanza, pronunciato qualche settimana fa per annunciare la sua “rinuncia” al trono della città a favore di una candidatura di maggiore prestigio, come quella ad una poltrona alla Regione Siciliana, ha ribadito i suoi successi e le sue conquiste architettoniche in quasi nove di mandato, tra le quali, appunto, questo nodo di comunicazione.

E non si è risparmiato nella descrizione di quella, che ha definito “…la nostra autostrada”: voluta, sudata e realizzata dalla sua Giunta. A suffragarlo in questa sua esternazione, ci ha pensato anche l’ingegnere De Benedictis, altro candidato antagonista nella corsa all’ARS , nonostante le opportune polemiche che hanno caratterizzato la compilazione delle liste del PD Sicilia.

Magari, ci saremmo aspettati qualche nota aggiuntiva che, con dovere di cronaca e di rispetto verso la classe operaia e i rischi connessi alla propria attività lavorativa, contemplasse con maggiore enfasi, sia i ritardi di consegna che i problemi legati alla sicurezza, ricordando le vittime, protagoniste del tratto della Siracusa-Catania, che rappresenta il cordone di congiunzione con la Siracusa-Gela.

Si sa, in questo periodo di campagna elettorale, le affermazioni di successi conseguiti e di quelli da conquistare, monopolizzano qualsiasi intervento o dibattito pubblico. E’ per questo motivo che, sabato mattina, abbiamo imboccato l’autostrada, decisi e diretti a darci delle risposte sull’efficienza e la praticità di questo nuovo servizio offerto alla collettività.

La giornata di primo caldo primaverile ha acceso l’entusiasmo per questa breve gita. Entusiasmo incrementato, quando giunti all’uscita di Cassibile, abbiamo verificato che era possibile proseguire oltre. C’erano voluti quaranta anni, ma si poteva proseguire.

La meta prefissata rimaneva la Villa del Tellaro, ma la curiosità ci spingeva più avanti di quel traguardo. A rompere gli indugi e a smorzare gli entusiasmi, ci ha pensato la stessa autostrada che, 14 km dopo (o forse, erano 15?) ci ha costretti ad uscire a Noto, precludendoci il sogno di poterla finalmente percorrere tutta. Un ultimo sguardo a sinistra, rivolto al serpentone stradale negato, ci siamo diretti verso l’ennesima uscita coatta.

Qualche considerazione, in merito a questa nuova regalia dei nostri amministratori. Una prima caratteristica, che accomuna questo nuovo tratto a quello originale Siracusa-Cassibile, è il manto stradale che, contrariamente a quanto si potrebbe dare per scontato, ha già un colore alquanto sbiadito rispetto al nero pece, tipico delle strade nuove, e tende piuttosto ad un grigio consunto.

All’uscita obbligatoria di Noto, le indicazioni stradali sono almeno sommarie. Dopo aver percorso una serie di curve ad una sola corsia per senso di marcia, si giunge ad un incrocio ed un cartello ci indica “Noto” a sinistra e “Lido di Noto” a destra.

Sappiamo che, nessun indigeno locale avrà la minima difficoltà di proseguire verso la qualsiasi località, decidesse di raggiungere. Qualche problema lo avrebbe di certo, il turista sprovveduto che, se da quell’incrocio volesse dirigersi verso, appunto, la Villa del Tellaro, dovrebbe affidarsi al GPRS di bordo e sulla sua predisposizione all’avventura.

Raggiungere addirittura località più remote, quali la Riserva di Vendicari, San Lorenzo o Marzamemi, sarebbe pretenziosa un’idea di indicazione turistica. Ma i segnali erano lacunosi anche prima dell’apertura dell’autostrada. E poi, forse, la competenza non è più comunale. Al comune, sono “doverosi” solo gli eventuali meriti.

Sempre descrivendo il manto stradale, si può aggiungere che, gli eccessivi dossi innaturali che impegnano oltre misura l’attenzione dell’autista, invitano ad una maggiore prudenza nella guida. A questa analisi, poi, si potrebbe aggiungere la segnalazione che, nell’eventualità di dover prendere l’autostrada in senso inverso, provenendo da Pachino, non esiste alcun segnale stradale da seguire fino all’imbocco del casello di Noto.

In compenso, sono molto evidenti i cartelli che indicano i pedaggi “Cash”, “Fast Pay” e “TelePass”. Da tenere a mente: da Siracusa, subito dopo l’ingresso in autostrada, è accessibile un’area di servizio. Questa è l’unica che si incontra per tutto il percorso fino a Noto. Quindi, accertarsi delle proprie riserve di carburante, prima di proseguire.

Riguardo la nostra gita, dopo essere finalmente giunti sulla strada Noto-Pachino, superato il ponte sul Tellaro, abbiamo svoltato a destra seguendo le indicazioni per la contrada Caddeddi. Il casolare settecentesco, che ospita la Villa del Tellaro, ci ha accolto con la sua imponenza murale. I mosaici all’interno hanno fatto il resto.

Si rimane estasiati alla vista dei mosaici pavimentali di questa villa romana del IV secolo d.c.. Osiamo dire, oltre la meraviglia e l’orgoglio che si prova nel visitare la Villa del Casale a Piazza Armerina. Scontato affermare che, nonostante l’abbandono, protratto per troppi anni, e la sua non accessibilità, questo patrimonio merita l’attenzione degli appassionati di archeologia e dei cultori del bello.

Rimane la considerazione di aver ereditato, forse impunemente, un’ennesima meraviglia del nostro passato, che merita di essere tutelata gelosamente. Da parte nostra, menzioniamo la possibilità di lasciare al futuro, i dossi creativi della Siracusa-Gela e le rotonde dell’amministrazione Bufardeci.


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