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L’importanza di dove sei

Vai e vivrai / Radu Mihaileanu, Alain Dugrand ; traduzione di Cristina Volpo. - Milano : Feltrinelli, 2005. - 177 p., (7) : br. ; 20,5 cm. - (Super UE Feltrinelli). - Tit.orig.: Va, vis et deviens. - ISBN 88-07-84055-3.

di Sergej - domenica 13 agosto 2023 - 396 letture

Lui è Radu Mihaileanu, il regista e autore di uno dei film più belli del cinema europeo, Train de vie (1998). Un rumeno che ha scoperto le proprie origini ebraiche e che ha vissuto in Israele ma soprattutto in Francia. Quel film, che ancora una volta tornava sulla ferita aperta dalle persecuzioni antisemite del nazi-fascismo - ma in forma di sarabanda e umoristica, grottesca, delirante e libertaria - al contrario dell’operazione contemporanea di Benigni con il coetaneo e tristo La vita è bella -, sarà probabilmente da pensare come la punta più alta di una cultura collettiva, democratica e civile, che abbiamo visto crollare negli anni Venti di questo millennio.

“Vai e vivrai” è un film, e un libro - parliamo qui del libro - altrettanto bello e commovente. La storia è ambientata nell’ambito dell’Operazione Mosè [1], che vide la traslazione dall’Etiopia, via Sudan, di migliaia di falascia (8mila, tra il 1984 e i primi del 1985), popolazioni etiopi ma di religione antico-ebraica, fino a Gerusalemme, “riaccolte” nell’ambito della comunità israelitica. Lo Stato di Israele si era composto fin dall’inizio come terra di immigrazione, di accoglienza, per popolazioni provenienti un po’ da tutto il mondo (soprattutto dall’Europa), di religione ebraica - è il mito/motivo della aliyah [2]. Con i falascia, Israele ebbe problemi: perché erano neri, perché erano africani, perché erano poveri, perché il loro antico-giudaesimo non era accettato dagli ortodossi neo-sionisti. Insomma, ci furono problemi - oggi si scriverebbe: “problemi di integrazione”.

Il racconto è imperniato sulle vicende di Shlomo, un ragazzino di origini cristiane che la madre, per salvarlo, affida a una anziana madre falascia che ha appena perso il proprio figlio Salomon. Il ragazzino, trasferito a Tel-Aviv e accolto in una ricca famiglia laica, vive i sensi di colpa riguardo alla menzogna di cui è portatore, oltre al suo essere nero e marchiato come falascia. Un racconto sul "dove", perché il dove ci si trova condiziona sempre la nostra esistenza.

Il racconto è molto intenso, commovente, tenero, pieno di humour e di sfaccettature. C’è il tema della povertà, della menzogna, della figliolanza, dell’abbandono. In una società plurietnica e in cui convivono persone provenienti da tutto il mondo e da tante culture originarie diverse, ma nonostante tutto, tutti concordi nello sforzo di creare qualcosa di nuovo e diverso, un nuovo Paese in cui tentare di coesistere tutti quanti. Con mille contraddizioni. E con le incrinature che iniziano a manifestarsi, e saranno sempre più evidenti nella storia di Israele degli anni successivi. Il predominio attuale degli integralisti soprattutto, e la progressiva scomparsa della cultura laica.

Mihaileanu mette insieme una favola del possibile, aiutandosi con lo sguardo e gli occhi del ragazzino nero che deve decifrare una realtà incomprensibile. Oppresso dai sensi di colpa, questo ragazzino che cresce riesce a non perdere l’innocenza - ostinandosi a ricordare, a non voler perdere la propria identità, il proprio colore. Perché Adamo non era bianco né era un nero, era rosso, come “dimostra” nell’ambito di una “disputa” talmudica. Il valore salvifico dell’umorismo ebraico.

Un libro e un film che ci ricordano che siamo tutti immigrati, che tutti noi - nessuno escluso - è Sud rispetto a qualcun altro. E che ognuno di noi è portatore di una propria storia, individuale e familiare, che è il nostro sale e quello che ci fa davvero diversi gli uni dagli altri. C’è stato un tempo in cui la civiltà culturale europea sapeva esprimere i valori della pluralità delle anime. C’è stato un momento in cui ancora non avevamo perso la nostra anima.

È un libro che davvero consigliamo di leggere.


Letto il 10-13 agosto 2023. Thanks to France.

[1] vedi: Wikipedia.

[2] vedi: Wikipedia.


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