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Quando Topolino entrò nella NATO

Si celebrano per strana coincidenza i 75 anni della nascita della NATO e i 75 anni di Topolino in versione italiana...

di Sergej - martedì 23 aprile 2024 - 450 letture

Strane coincidenze. 75 anni per ciascuno.

Per la NATO (o OTAN), in inglese North Atlantic Treaty Organization; in francese Organisation du traité de l’Atlantique nord. Si tratta di una organizzazione militare in cui, sotto l’egida degli Stati Uniti, vengono coordinate le forze militari (e politiche) di alcuni Paesi europei. In Italia la chiamiamo "alleanza". Era il 4 aprile 1949.

E per la versione italiana di Topolino, ovvero Mickey Mouse, il topo più longevo della casa di produzione Walt Disney. In Italia è stata l’occasione per l’uscita del numero 3567, il 3 aprile 2024, del settimanale oggi edito da Panini Comics. All’epoca era una operazione Arnoldo Mondadori e uscì come mensile. Mondadori detenne per anni i diritti del giornalino, accompagnando diverse generazioni di lettori. Sul numero 3567 c’è una utile cronistoria delle diverse fasi di questo settimanale nel corso degli anni [1].

L’Europa appena uscita dalla guerra, veniva in questo modo risistemata. Un progetto complesso e complessivo, proprio di una generazione che aveva una concezione ingegneristica (e militare) della possibilità di agire nel mondo. La generazione che sotto Franklin Delano Roosevelt aveva imposto il New Deal e poi la guerra a una nazione riottosa; e subito dopo, con Harry Truman aveva dismesso le istanze "democratiche" per passare all’azione: con la bomba atomica e con il maccartismo. Con immediate ripercussioni in Italia, in cui - dopo l’imposizione della nuova Costituzione (lo stesso si fece in Germania e Giappone), furono estromessi dal governo i partiti della sinistra e filo-sovietici e si passò a governi decisamente di destra e cattolici.

Un progetto complessivo, che non solo faceva leva sul piano Marshall [2]. Ma anche sull’uso della propaganda, sullo strumento del consumismo. Era un progetto non solo di egemonia militare o economica, ma anche culturale (e linguistico). Un progetto portato avanti, fra alti e bassi, e in maniera non sempre unitaria. C’erano contrasti all’interno delle potenze vincitrici (tra Stati Uniti e Gran Bretagna; e all’interno dei diversi dipartimenti amministrativi degli USA), e nel frattempo anche il mondo - e gli equilibri internazionali - cambiavano velocemente. La Russia allora URSS si dotò presto della bomba atomica e cominciò a sperimentare i razzi orbitali. Una accelerazione "progressista" della storia, per alcuni Paesi europei furono gli "anni gloriosi", il boom economico degli anni Sessanta.

Nel 1949 il PCI guidato da Palmiro Togliatti palesò un doppio niet. No alla NATO, e no ai fumetti. In entrambi si avvertiva lo stesso pericolo e significato: la mano armata della reazione, dei Paesi capitalistici. La vicenda del no di Togliatti alla NATO e all’europeismo è stata di recente ripresa da un piccolo ma sostanzioso pamphlet [3]. Altrettanto interessante la posizione di Togliatti nei riguardi del fumetto. Chiaramente, il vecchio leader, avvertiva l’uso propagandistico che veniva fatto del fumetto - specie nelle forme ancora rozze del fumetto occidentale appena uscito dalla guerra e che era ancora formato dagli stessi autori e dalla stessa forma mentale di chi faceva il fumetto di regime nei diversi Paesi europei - in Italia, come nel resto dell’Europa. Un fumetto belgo-francese come quello di Tin Tin che va a Mosca [4] è abbastanza esemplare, come pure esemplare la vicenda controversa che in Italia ebbe lo stesso Topolino con il regime fascista [5].

Una posizione, quella di Togliatti, che fu presto messa nei fatti in discussione [6]. Soprattutto dalle frange più giovani del Partito dell’epoca. Oreste del Buono, con la sua attività all’interno della rivista "Il Pioniere" dedicata ai giovani pre-quadri del Partito, diede spazio ai fumetti. Una via "comunista" al fumetto, alternativa a quella borghese e statunitense. D’altra parte, in quegli anni, si sviluppò "oltrecortina" anche un embrione di cinema di animazione alternativo a quello monopolizzato in pratica da pochi produttori/monopoli statunitensi: Disney, soprattutto; con piuttosto ai margini le produzioni Warner e Hanna & Barbera.

Non ci poteva essere, nei fatti, una dissidenza manifesta. Era una disobbedienza tutta giovanile, e che passava nelle sfumature. Anche, la provenienza da storie e classi sociali diverse, di queste nuove generazioni di funzionari e persone di cultura. Che avevano attraversato la guerra e la resistenza, ma che per età sentivano di essere più recettivi rispetto al nuovo. Più "aperti". Più pronti a essere parte di quel mondo dei consumi che stava diventando dominante in Italia, annichilendo tutte le cultura che si erano sedimentate. Con Umberto Eco (di dieci anni più giovane di del Buono [7], e ormai fuori dal PCI) si sanziona lo sdoganamento definitivo - almeno per diversi decenni - del fumetto. Sembra in quel momento che il fumetto possa maturare una autonomia dalla finalità propagandistica (di regime) per diventare mezzo di comunicazione culturale, allo stesso livello del cinema o della saggistica di consumo ecc_. C’è stata l’esperienza degli autori e delle riviste degli anni Settanta: Rank Xerox e Andrea Pazienza. Oggi, con la graphic novel e con ZeroCalcare il fumetto devia verso forme ancora "più mature e avanzate" cioè adattate ai tempi e alle possibilità che il tempo storico consente. Nel frattempo il milieu politico è cambiato, e questo non potrà non avere influenze anche sul fumetto. Chissà quali strade prenderà il rapporto tra politica e fumetto, all’interno della cultura italiana.

[1] Vedi anche: Wikipedia.

[2] Vedi: Wikipedia.

[3] Altri confini : Il PCI contro l’europeismo (1941-1957) / Luca Cangemi ; prefazione di Giorgio Cremaschi. - Roma : DeriveApprodi, 2019. - 106, [6] : br. ; 21 cm. - (Ricerca). - ISBN 978-88-6548-278-0.

[4] "Tin Tin nel paese dei Soviet" (Tintin au pays des Soviets, 1930), vedi: Wikipedia.

[5] Eccetto Topolino : Lo scontro culturale tra fascismo e fumetti / Fabio Gadducci, Leonardo Gori, Sergio Lama ; prefazione Mimmo Franzinelli. - 2 ed. - Eboli : edizioni NPE, 2020. - 494 p., [4] : ril. ; 27 cm. - (L’arte delle nuvole ; 29). - ISBN 978-88-94818-65-9.

[6] Falce e fumetto : Storia della stampa periodica socialista e comunista per l’infanzia in Italia (1893-1965) / a cura di Juri Meda. - Firenze : Nerbini, 2013. - 335 p., [1] : br. ; 21 cm. - (Nerbiniana ; 5). - ISBN 978-88-6434-073-9.

[7] Del Buono fu importante anche per una rivista come Linus. Cfr: Linus : Storia di una rivoluzione nata per gioco / Paolo Interdonato ; prefazione di Umberto Eco. - Milano : RCS Libri, 2015. - 380 p., [6] : ril. ; 21,8 cm. - (Rizzoli Lizard). - ISBN 978-88-17-08040-8.


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