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Death of a President

Un film di Gabriel Range.E’ venerdì 19 ottobre 2007, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush è in visita a Chicago, in città la tensione è alta, migliaia e migliaia di persone manifestano contro la guerra e la politica estera della Casa Bianca...

di Antonio Cavallaro - martedì 20 marzo 2007 - 4921 letture

E’ venerdì 19 ottobre 2007, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush è in visita a Chicago, in città la tensione è alta, migliaia e migliaia di persone manifestano contro la guerra e la politica estera della Casa Bianca. La stessa sera, all’uscita dal ricevimento tenutosi in suo onore, Bush viene colpito al petto da colpi di arma da fuoco, s’accascia a terra prima d’essere infilato dentro la limousine presidenziale per una disperata corsa verso l’ospedale. L’attentatore è riuscito a fuggire approfittando del caos venutosi a creare, la notizia fa subito il giro del mondo che per qualche ora trattiene il fiato, poi l’annuncio arriva: George Bush è morto.

Le prime indagini portano all’arresto di un cittadino siriano con qualche ombra nel passato, ma CIA e FBI sono molto lontane dalla verità... Il film di Gabriel Range, prodotto dall’inglese Channel 4, è un finto documentario, un gigantesco “What if…” su un fatto non avvenuto, che ha scatenato polemiche a non finire. La baraonda politico/polemica – mediatica seguita al film, in verità è servita soltanto ad alimentarne la fama (è il vettore promozionale più in voga al momento, ottimale per film e filmetti), il film Death of a President, dopotutto è deludente.

Realizzato come se si trattasse di un documentario fatto per la tv, il film regge bene la prima mezz’ora, fino a quando ci viene presentato l’evento e comincia la marcia a ritroso, fino all’attentato. Range alimenta in maniera capace la suspence, strumentalizza filmati di repertorio e astuzie registiche, si serve di effetti speciali abbastanza efficaci e intramezza il racconto narrativo con delle autentiche false testimonianze di sedicenti collaboratori presidenziali e agenti dei servizi segreti coi lucciconi. A suo modo fa il verso a episodi reali come l’assassinio Kennedy (il fucile, l’edificio da dove partono i colpi), ma ben presto la tensione del film tende a scemare, poco importa se l’assassino vero sia il siriano oppure no.

Il film riacquista interesse quando ipotizza le conseguenze seguenti all’assassinio: Dick Cheney che diventa presidente, la promulgazione di nuove leggi liberticide, i prodromi di nuovi scenari di guerra; e fuori dal contesto filmico per come mostra, indirettamente nel gioco della finzione, l’incredibile potere della manipolazione.

Scoprire alla fine che ad uccidere il presidente è stato un veterano della prima guerra del golfo, che lo ritiene colpevole di tutte le disgrazie accadute alla propria famiglia e alla propria nazione, ha una duplice funzione. Da un lato mette dell’arrosto morale in mezzo a tutto il fumo sollevato da Range, e dall’altro regala al film una altrimenti sfuggente morale. Il fatto che il siriano arrestato sia destinato a restare malgrado l’innocenza (nel nostro futuro) ancora in galera, sembra voler suggerire allora che l’agognata e sbandierata libertà/democrazia, di cui gli Usa si fanno araldi, non ci sarà, non arriverà, neanche quando un Bush non ci sarà più.


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Death of a President
31 marzo 2007, di : flora

film coraggioso e interessantissimo. Lavoro serissimo su un evento che se accadesse vedrebbe scatenarsi una caccia serrata contro ipotetici omicida di comodo. Perchè nella mentalità ufficiale, tutto deve essere utilizzato per la causa. Quale causa?