Wanda degli spiriti: a proposito della “Loggia d’Ungheria”

“State attenti, molto attenti che fuori è tutta una tenebra”.

di Deborah A. Simoncini - venerdì 14 maggio 2021 - 2440 letture

Amici e professori riunitisi la prima domenica di maggio in Toscana in una villa delle “Fattorie Celli” vicino a Poppi, comunicarono con l’aldilà evocando gli spiriti eletti che, informati sui fatti, vennero richiamati a dare la loro versione sulla Loggia d’Ungheria. L’esperimento preparato con cura era atteso, con aspettativa ansiosa, come una vera e propria rivelazione. Don Romano per primo aveva sostenuto il ricorso a Rosa-Assunta, conosciuta come “La Wanda” dal fluido magico. Andati a trovarla in casa, le avevano notificato l’invito per convincerla a partecipare. Fu precettata. Il suo quartier generale era definito scherzosamente “una piccola maison tolérée”, una casa di tolleranza. Nella stanza sacchi di patate, uno scaldino, un bricco di latte e delle scatolette di tonno Palmera, nell’angolo una botte di vino. Sotto il letto tratteneva un grande ritratto del suo antico frequentatore d’un tempo: il signor Benito Mussolini, come lei era solito chiamarlo. “Gli ho fatto molte gentilezze” disse.

Quando si sentiva infelice e non sapeva a che santo votarsi lo tirava fuori, lo guardava e subito si sentiva meglio, perché diceva di avere una grossa preoccupazione in meno. Su un comò un candeliere con sette bracci. L’anziana sedicente contessa, da quando era stata condannata per sfruttamento della prostituzione, si era ritirata a vita privata. Sosteneva: “Sono una signora e pretendo, oltre alla discrezione, il segreto professionale. Una donna che ha fatto la vita ha sempre qualche mistero.”

La Wanda all’alba era stata svegliata da una scampanellata: da un lato il cerimoniere Euplio e dall’altro il fuciliere Emidio, con al centro il Gran Maestro Cefisio, le avevano messo ancora una volta paura di denunciarla. Si sentì rimescolare, presa da una crisi di violento panico. Stretta nelle spalle, le palpebre socchiuse.

L’espressione doppiamente incredula. Si lasciò cadere sul letto. “Alla morte va reso onore per trovarvi un significato. Nella morte c’è l’incontro fra il divino e l’umano e vi si trovano le risposte a tutte le domande.” Pensava e aspettava le risposte in silenzio. Hanno trovato quello che cercano e se lo sono portato via? Mi vogliono uccisa, o derubarmi, farmi dire qualcosa, per vendicarsi? Un omicidio rituale? Intanto la bella Rosina, la sua figlioccia, un vestito rosa, un cappello rosa, con una camicia rosa e l’aria furba, sorrideva di piacere, mentre se ne stava seduta sopra una poltrona rossa, bisunta, completamente sfondata e senza una gamba, a limarsi le unghia. A un tratto, respirando a fatica, inspirò la polvere di una pianta, si stese e abbandonò temporaneamente il corpo.

Si assistette a uno stato transitorio di perdita di sé e del mondo quotidiano. Rosina mise a urlare, si buttò per terra e sbatté la testa contro i muri. Ripeteva continuamente: “Mi sono fatta da me!” Rigirando gli anelli diamantati che teneva alle dita, uno per dito. A questo punto la verità spero possa essere resa pubblica disse Wanda. Passati nella sala accanto, lo spazio libero di mobili, ma circondato di panni, rividero Rosina supina per terra sopra un lenzuolo, i capelli ricci sciolti e gli occhi socchiusi.

Accanto il letto sfatto. Su un semicerchio di sedie i musici della Banda di Pignataro attaccarono a suonare: chitarra, fisarmonica, violino e tamburello. Il corpo ardito della bella Rosina freneticamente iniziò a muoversi, cadeva a terra e sobbalzava al ritmo della musica. Ruotò la testa e agitò il bacino come presa da una tensione sessuale. Scosse la testa a destra e a sinistra, inarcò il dorso e si mise a strisciare sui talloni come un ragno. Si avvicinò al violinista che le si sporse addosso e accelerò il moto dell’archetto. La punta del violino quasi le toccava il corpo. Rosina esausta si stese con le braccia aperte e si rivolse a Wanda. “La commissione ha tenuto sessantanove udienze e raccolto le deposizioni di 171 testimoni, ma non ha ancora presentato il rapporto definitivo. Per molto tempo si è avuta una fortissima pressione politica.

macchianera vs topolino

L’attacco può compromettere la sicurezza nazionale.” Wanda si sentì drizzare i capelli in testa, solo a pensare a tutto quello che aveva da nascondere. Prese la parola e disse: “Il mestiere del magistrato è come quello del vignaiolo lo si tramanda di padre in figlio. La poltrona è ambita e contesa. La passione per il lavoro magistrale per me è un esempio da imitare in tutto e per tutto.” Si ebbe l’impressione che conoscesse qualcosa che non voleva comunicare. “Ho conosciuto il mistero della vita e ne rispondo. La vita è un fantasma inafferrabile. Sia fatta la mia volontà.” Gli occhi si posarono su di lei. “La magistratura segue le stesse logiche della politica, a volte le anticipa. Il discorso, ha radici ideologiche, politiche e culturali profonde, è lungo.

Logicamente K. ha agito per rafforzare la posizione sua e del suo gruppo d’appartenenza e ampliare il consenso interno. La politica ha un lato oscuro e l’obiettivo dell’uno in questo momento coincide con quello dell’altro: sbarrare la strada all’ascesa nel governo a M.M.D. Per farlo occorre puntare sul nuovo che è il benvenuto. La logica da seguire è il potere. Molte le interferenze, dirette e indirette per dividere. Ma l’operazione ormai è andata molto avanti e non può esserci una valida alternativa. Lo Stato va liberato da quanti l’hanno detenuto in pugno. K. è molto sensibile e ciò lo rende diverso dagli altri.”

Abbassò gli occhi e sospirò: “Il padre era un grande bandito e tutti hanno perfino paura di parlarne. Ecco i risultati di tutta la vostra curiosità nel voler sapere chi mi porto a letto. Mi sento personalmente tradita. Su quel nome convergono politica e magistratura. Ma così almeno finirà di fare danni. Questa è la storia. Nulla accade per caso. A muoversi è sempre un meccanismo invisibile. K. è entrato nella loggia per riorganizzarla completamente. Ha diviso i 1.200 iscritti in dodici sezioni e nominato un consiglio consultivo generale di imprenditori di successo. E’ un uomo del “sistema del potere” di cui è stato protagonista dall’inizio. E’ l’uomo più elegante che si possa immaginare e un grande ruffiano. Prima dello scontro decisivo lo volevano persino azzoppare, o almeno ci provarono. Ricordatevi che bugia e tragedia sono da discernere. L’alfabeto è uno strumento e bisogna saperlo manovrare. Come ho avuto già l’onore di dirvi in privato: io non ho mai sentito né detto niente del genere. Niente. Non ho sentito, né detto niente. E voi cosa avete sentito e cosa dite?” Mi afferrò le mani con le deboli dita. Le sue parole erano incomprensibili. Tacque e sembrò meditare. “Farmi chiamare l’ex del presidente è stata una vera porcata, ma non me la prendo perché faccio solo il mio mestiere: il più antico del mondo.” Ci congedò con una stretta di mano a suggellare il patto e chiuse la porta.

“State attenti, molto attenti che fuori è tutta una tenebra.”


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