Un cerotto, una pasticca e via...

Cerotti da applicare in ogni parte del corpo? Gomme da masticare? Farmaci vari per smettere di fumare?
Tutta colpa di una piccolissima molecola che si insinua nel cervello e che, un po’ alla volta, rende i fumatori dell’ultima ora via via sempre più dipendenti.
Il fumo della sigaretta continua a farla da padrone in tutti i test con esito, ahimè, negativo.
Quasi tutti abbiamo provato, nell’arco della nostra vita, a fumare almeno una sigaretta: c’è chi purtroppo ha preso il “vizio” dopo qualche boccata, di nascosto e con gli amici, e chi invece ha smesso subito perché non provava alcun piacere, la trovava disgustosa e addirittura nauseante. Sicuramente la prima sigaretta non è mai piacevole; col passare del tempo però il bruciore, la nausea e la perdita di equilibrio diminuiscono sempre più per poi sparire completamente. Subentra la voglia di ripetere l’esperienza. La molecola di cui parlavamo all’inizio - la nicotina - in questa fase viene assorbita dal sangue e riesce a farsi strada fino ad arrivare ai centri nervosi del cervello.
Un ricercatore inglese - John St. Clair Robert, direttore medico di una nota Azienda Farmaceutica inglese - dopo aver studiato a lungo il problema, è arrivato alla conclusione che il vaccino da lui scoperto può fermare la dipendenza del fumo. Il vaccino, messo a punto dal Dott. Robert e iniettato nel corpo del fumatore incallito di turno, indurrebbe il sistema immunitario a produrre degli anticorpi che riconoscendo la molecola della nicotina la bloccherebbero formando una sorta di barriera. Il processo della dipendenza, col passare del tempo, comincerebbe a scemare fino a sparire del tutto. In realtà “gli anticorpi” si attaccherebbero alla nicotina rendendola più pesante e quindi incapace di arrivare fino al cervello. La nicotina, una volta rimasta nel sangue, verrebbe espulsa successivamente con le urine.
Ad immolarsi come vittime, offrendo la loro vita per la ricerca medica e la sopravvivenza dell’uomo, come al solito dei topi da laboratorio a cui - i ricercatori dell’Università svedese di Carolinska hanno fatto aspirare abbondantemente nelle loro gabbiette il fumo di migliaia di sigarette come se si trovassero in una sala da ballo super affollata.
Peccato che come per tutti gli antidoti - afferma il Dott. Robert - l’effetto del vaccino e quindi l’efficacia svanisca dopo qualche mese!
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