Un canto scritto alla libertà: la cultura ci aiuterà a raggiungerla
Isole carcere : Geografie e storia / Valerio Calzolaio. - Edizioni Gruppo Abele, 2022. - 224 p. - ISBN 978-88-6579-317-6.
Valerio Calzolaio, giornalista e saggista, ci spinge a sommergerci in un arcipelago culturale intitolato Isole carcere. Geografie e storia, pubblicato nel 2022 da Edizioni Gruppo Abele.
- Copertina di Isola carcere, di Valerio Calzolaio
È veramente un’opportunità per sentirsi liberi. Dopo essere stati travolti inaspettatamente da un intruso che ci ha fatto capire cosa vuol dire essere isolati, Isole Carcere ci dà la possibilità di fuggire tuffandosi in mare, o meglio in tanti mari. Senza bisogno di nulla o di un semplice costume; si galleggia, si nuota, ci si lascia guidare dalle correnti perché in lontananza c’è l’isola, quella che fa per noi, dove sentirsi a casa e sopravvivere con poco.
Il libro fa questo effetto, ci rinfresca in numerosi sensi. In primo luogo la memoria; ci accompagna in un percorso di analisi e curiosità geografiche e storiche, di territori che noi sapiens abbiamo occupato e vissuto. Abbiamo reso emigrabili e immigrabili - scrive Valerio Calzolaio - nuovi territori chiamati isole perché emersi interamente circondati dall’acqua.
Il concetto di isola viene sviluppato e vediamo il suo disteso percorso; molto ospitale per la biodiversità di specie e di ecosistema. Calzolaio ci spiega: Darwin lo aveva capito: le isole sono un acceleratore evolutivo soprattutto per le specie che non nuotano e non volano in e da quegli ecosistemi. Si emigrava liberamente e mi viene da dire “allegramente” verso quelle terre fertili; coste, valli o città metropoli alla ricerca di un mondo migliore, di libertà e felicità.
Si emigrava anche più forzatamente come fuga, esilio, esodo, deportazione, diaspora o detenzione
La concezione di isola si è estesa a qualsiasi habitat isolato da un contesto considerato più ospitale o inospitale rispetto ad altri (Valerio Calzolaio)
Calzolaio ha reso chiaramente visibile il complesso meccanismo che porta i sapiens alle isole carcere, narrando una migrazione forzata, dove si farà di tutto per evitare l’evasione. Analizzare il modo in cui si è sviluppato il sistema penitenziario nel tempo, avvistato dalla nostra personale torre di controllo, ci fa pensare e persino immaginare il sistema, il suo sviluppo, la sua funzione e il fatto culturale che presuppone.
La cultura aiuta a non isolare più altri in un’isola. Sulle isole valorizziamo, dunque, lavoro, cultura, parchi e musei, scienza e arte (Valerio Calzolaio)
In secondo luogo, Calzolaio ci rinfresca e ravviva il desiderio di cultura, di itinerario culturale per raggiungere la libertà; perché tutti possiamo navigare ed arrivare ad esplorare queste isole carcere cercando di percepire la cultura: il parco protetto, la fauna e flora, il museo e alcune guide sapiens.
L’importanza del lavoro generato dal nostro arrivo come ospiti, unita alla collaborazione di volontari, crea spesso un contesto sociale specifico, unico e irrepetibile che consiglio calorosamente.
Un’isola non è, per natura, una prigione (Valerio Calzolaio)
Uno degli esempi è Alcatraz, un’isola carcere dismessa dichiarata parco nazionale che si può visitare accompagnati da un ranger del National Park. Il visitatore ha l’opportunità di ammirare fauna, flora e panorami che volgono verso il famoso Golden Gate Bridge e i grattacieli di San Francisco (California).
Suggeriamo piuttosto di organizzare nei prossimi decenni altri parchi e musei nelle piccole isole, ove magari si trasmettano le memorie di quando avevano funzione pure di isolamento detentivo (Valerio Calzolaio)
Come suggerisce Calzolaio, in questo caso l’isola carcere è diventata virtuosamente fulcro di numerose attività. Ho potuto apprezzare personalmente alcune iniziative durante la mia visita all’isola, ad esempio L’Escape From Alcatraz Triathlon - gara per triatleti - “professionisti galeotti” ma, in realtà, anche per selezionati amatori.
Calzolaio ci ha condotto per mano attraverso lo sviluppo delle isole nella storia, la loro geografia e architettura, il modo in cui si è arrivati alla privazione di libertà. Ci ha fatto immergere in un mondo culturale e sociale che ci fa comprendere la condizione insulare ed il suo sviluppo nel tempo.
Ha fatto riflettere noi sapiens, e ci ha fatto ricordare che la staticità non è una caratteristica dell’essere umano. Ci ha fatto ragionare sulla migrazione e sull’accoglienza, dunque la sua opera costituisce anche un richiamo all’ospitalità.
Continueremo a muoverci da ospitanti e ospiti, senza soluzione di continuità: farlo inseguendo la cultura ci aiuterà a raggiungere la nostra libertà.
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