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Sant’Anna di Stazzema: Finalmente il processo

Il processo per la strage di S.Anna si farà il prossimo 20 aprile, davanti ai giudici del tribunale militare di La Spezia.

di Laura Giannini - mercoledì 21 gennaio 2004 - 12464 letture

Cosa successe nel 1944 a S. Anna di Stazzema

Il 19 agosto 1944, alle prime ore dell’alba, un reparto di circa 300 unità, comandato dal Maggiore Walter Reder e orientato da truppe fasciste, circondò il paese di S.Anna di Stazzema. Fu una strage che si manifestò in tutta la sua crudeltà, che non risparmiò nemmeno una vita e che raggiunse il suo apice con il rogo umano, acceso sulla piazzetta del paese, davanti alla Chiesa. A nulla valse l’appello di Don Innocenzo Lazzari, il parroco del paese. I tedeschi applicarono senza pietà la regola 1- 10: 1 tedesco 10 italiani. Alcune esecuzioni sono rimaste nella memoria, tristemente famose, per la ferocia con cui sono state commesse: quella di Don Fiore Menguzzo, 28 anni, trucidato assieme ai propri compagni alla Molina di Stazzema; quella della giovane madre, Genny Bibolotti Marsili, la quale, dopo essersi nascosta in una stalla con il figlio, nel momento stesso che si accorse dell’arrivo di un SS, scagliò loro uno zoccolo e fu subito falciata. Alcuni sono sopravvissuti, ma portano ancora addosso le ferite e gli angosciosi ricordi di quella terribile mattina. Si sparò sulla folla, che invocava pietà. La Commissione per i crimini di guerra dell’esercito americano, incaricata di investigare sull’eccidio di S.Anna, si riunì per la prima volta nel settembre 1944 presso il Quartier Generale della V Armata a Livorno per raccogliere le testimonianze di Alfredo e Marino Curzi, due partigiani. Il giorno successivo per sentire il militare Willy Haase e il Tenente americano William G. De Wall, che prestava servizio come interprete negli interrogatori dei prigionieri tedeschi. Dalle loro deposizioni emerse un dato sconcertante: la data dell’eccidio sarebbe stata il 19 agosto, anzichè il 12. Dopo la liberazione di Pietrasanta, gli americani effettuarono un sopralluogo a S.Anna, inviando sei ufficiali del II gruppo Corazzato e della 673a Compagnia Medica, che visitarono il paese distrutto e analizzarono quel che rimaneva dei resti umani. Dall’esito del sopralluogo e dalle informazioni contenute nel rapporto, inoltrato al reparto inglese, la Commissione potè acquisire maggiori dettagli.L’8 settembre si recò a Valdicastello per interrogare Don Giuseppe Vangelisti, Demesio Rossi e Alemano Garibaldi, tutti quanti indicati dai Curzi come probabili conoscitori della vera dinamica dell’evento. Dalle loro dichiarazioni fu possibile rettificare la data della strage: il 19 agosto. Don Vangelisti ebbe l’incarico di stendere l’elenco delle 560 vittime accertate e di dare loro degna sepoltura. Gli americani entrarono poi in possesso di numerose testimonianze, di Giuseppa Bottari, del piccolo Mario, quel bambino che era riuscito a salvarsi, benchè gravemente ferito, grazie al sacrificio della madre, Genny Bibolotti Marsili, e pochi altri. Senza aver potuto raccogliere informazioni utili per l’identificazione dei responsabili, la Commissione consegnò tutto al Comando Supremo della V armata di Livorno.

"Oggi" il processo

A distanza di quasi sessant’anni, quel processo si farà il prossimo 20 aprile davanti ai giudici del Tribunale Militare di La Spezia. Il giudice delle udienze preliminari, Roberto Rivello, dopo un’ora e quaranta di camera di consiglio, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio per i tre ufficiali SS accusati di essere gli esecutori dell’eccidio. Si parla di Gerhard Sommer, 83 anni, comandante del II Battaglione della divisione di Panzergrenadier "Reichsfuher" e degli ufficiali Alfred Schonber, 83 anni, e Ludwig Sonntag, 80 anni. Per altre due SS, Werner Bruss, 84 anni, e Georg Rauch, 83 anni, è stato chiesto il non luogo a procedere, mentre per il sesto imputato, Heinrich Schendel, 82 anni, il Gup ha rinviato gli atti al pubblico ministero fissando come termine massimo 5 mesi per ulteriori indagini. Per anni è stata considerata attendibile l’ipotesi che S. Anna di Stazzema fosse stata distrutta assieme alle sue 560 vittime perchè luogo di rifugio di un gruppo di partigiani, i quali, durante lo scempio, sarebbero rimasti sui monti circonstanti, evitando lo scontro diretto con i nazisti. Marco De Paolis,Procuratore Militare di La Spezia, durante l’udienza, ha smentito questa opinione comune che vedeva i partigiani come i responsabili indiretti dell’eccidio. A carico di questa tesi, De Paolis avrebbe portato delle prove dedotte dalle varie testimonianze, vecchie e nuove, e dall’analisi dettagliata della documentazione raccolta. Infatti, stando ai fatti, le offensive tedesche del 8 agosto sul Monte Ornato e sul Monte Gabberi, presso Farmocchia, avevano allontanato e ucciso una cospicua quantità di partigiani. Pertanto, nella zona di S.Anna, undici giorni dopo, non era possibile che vi fosse un numero di forze di resistenza tale da motivare un eccidio di quelle dimensioni. Ecco avvalorata l’ipotesi che la strage non sia stata una rappresaglia,ma, anzi, una strage pianificata, che serviva da monito per chiunque si fosse "azzardato" a mettersi contro l’esercito tedesco, civili inclusi. Un’udienza lunga, segnata da tre rinvii a giudizio, da due non luoghi a procedere e dall’apertura di un nuovo fascicolo per altri quaranta indagati. In apertura di udienza,l’avvocato Gian Mario Rocchitta dell’Avvocatura di Genova ha presentato la richiesta di costituzione di parte civile del governo. Infatti, nel processo che si terrà ad aprile, la Regione Toscana, la Provincia di Lucca, il Comune di Stazzema e l’Associazione "Martiri di S.Anna" si costituiranno parte civile: scelta senza precedenti.

Torna protagonista "l’armadio della vergogna"

Il processo è stato riaperto grazie alla scoperta dell’"armadio della vergogna". Da quell’archivio, nascosto nella Procura Militare di Roma, nel 1994 sono usciti 695 fascicoli con il timbro di "archiviazione provvisioria", in cui erano scritti i nomi della vittime e dei responsabili dei crimini compiuti dai tedeschi dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945. La Germania come la Toscana, e quindi come l’Italia, vuole conoscere la verità sulle stragi che segnarono il nostro paese. La conferma è emersa dagli incontri che si sono tenuti a Essen, Werden, Ludwisburg e Stoccarda e dalla delegazione del "Comitato Regionale di Coordinamento sull’Armadio della Vergogna", fondato dal Presidente del Consiglio Regionale toscano, Enrico Cecchetti, dal Sindaco di Stazzema, Gian Piero Lorenzoni, e dal direttore del "Museo sulla Resistenza", Enio Mancini (uno dei pochi supestiti dell’eccidio). Cecchetti, Lorenzoni, Mancini, hanno affrontato la parte relativa alla indagini sulla strage, prima con il vertice nella Procura di La Spezia, il 1 dicembre 2003, e poi a Ludwisbrug con il direttore dell’ufficio centrale tedesco responsbile dei procedimenti penali nazisti. "I risultati sono stati pienamente soddisfacenti- ha detto Cecchetti- sia per la conferma di diverse informazioni, sia per il clima di assoluta collaborazione". Sul tema della memoria è tornato a mobilitarsi il movimento di opinione pubblica, dopo le recenti indagini condotte dalla giornalista Kristiane Kohl su ex militari SS, poi trasmesse dalla televisione. Un contributo importante è venuto anche dal settimanale "l’Espresso", che ha pubblicato le foto della strage di S.Anna, reperite presso i National Archieves di Washington. Cos’altro aggiungere, se non che ci auguriamo che questo processo riesca a fare luce su una pagina misteriosa della nostra storia.


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> Sant’Anna di Stazzema: Finalmente il processo
4 febbraio 2004, di : verderio giuseppe

PERCHE’INSISTE NELLA TESI CHE IL COMANDO ERA AFFIDATO A REDER QUANDO NON VI E’ TRACCIA DOCUMENTALE CHE CIO’ SIA VERO, ANZI? CORDIALI SALUTI

G. VERDERIO

    > Sant’Anna di Stazzema: Finalmente il processo
    7 febbraio 2004

    Buongiorno. Ho visto il suo messaggio e posso soltanto dirle che ciò che ho scritto è frutto di documentazioni e di testimonianze. Per scrivere questo articolo mi sono informata da chi ne sa più di me: ad esempio, da alcuni dirigenti della Regione Toscana. Non so dove abita, ma le assicuro che qui a Lucca e a S.Anna di Stazzema è opinione comune che Reder fosse il responsbile del comando. Lei su quali basi nega questo?Mi fa sapere?Sarò felice di ascoltarla e di apprendere da chi è più informato di me. Grazie e cordiali saluti.
      > Sant’Anna di Stazzema: Finalmente il processo
      7 febbraio 2004

      Volevo precisare il messaggio che ho mandato al Sign. Verdonio, dicendo quali sono i testi a cui ho fatto riferimento."Antifascismo e resistenza in versilia", di Fancesco Bergamini e Giuliano Bimbi; "Tra storia e Memoria" di Marco Palla; "Operazioni contro i ribelli" di Giovanni Cipollini. Inoltre, ho raccolto degli articoli di quotidiani locali e alcune testimonianze.
        > Sant’Anna di Stazzema: Finalmente il processo
        7 marzo 2004, di : Carla Bianchi

        Gentile Sig.ra Giannini, probabilmente il Sig. Verdonio si riferiva alle ricerche compiute da Paolo Paoletti; il suo libro, edito da Mursia nel 1994 e di cui ora non ho a disposizione il titolo, è molto interessante, glielo consiglio. Cordialmente, Carla Bianchi
> Sant’Anna di Stazzema: Finalmente il processo
22 aprile 2004, di : sergio |||||| Sito Web: http://fun.supereva.it/bcs.freeweb/...

sono il WM del sito su s.anna, vorrei inserire il tuo articolo nelle mie news, attendo tue notizie e la tua autorizzazione, cordiali saluti, sergio
    > Sant’Anna di Stazzema: Finalmente il processo
    23 aprile 2004, di : Ugo Giansiracusa

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