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Perchè il processo di S.Anna di Stazzema? Perchè l’indifferenza uccide la pace.

Il 20 aprile scorso, doveva essere celebrata la prima seduta del processo sulla strage di S.Anna di Stazzema, ma è stata aperta, chiusa e rinviata, a data ancora da stabilire.

di Laura Giannini - mercoledì 5 maggio 2004 - 5409 letture

S.Anna, un piccolo paese della Versilia, a 600 metri sul livello del mare, circondato dai castagni. Uno di quei luoghi che la mente riesce soltanto ad associare a immagini di serenità, di quiete, di riposo. Eppure, quel paese, tanto isolato, un tempo, il 12 agosto 1944, fu teatro di una delle pagini più turpi della nostra storia, della storia della resistenza italiana e delle rappresaglie tedesche. Nonostante ci siano stati vari tentativi di nascondere la vicenda, oggi sembra di essere finalmente giunti a una svolta. Il 20 aprile scorso si doveva celebrare la prima seduta del processo, ma è stata aperta, chiusa e rinviata, a data ancora da stabilire. La storia presenta i conti: ciò significa tanto per S.Anna, per il Comune, per gli abitanti, per chi era presente quel giorno, ma che, per un fortuito caso del destino o grazie all’aiuto di qualcuno, è riuscito a salvarsi, per chi ha perso i propri cari senza sapere come e perchè. A distanza di 60 anni dall’accaduto, si sente più che mai viva l’esigenza di capire il perchè di quella strage, perchè in quel rifugio ideale, lontano dai bombardamenti della città, dai rastrellamenti e dalle rappresaglie?

Di capire le vere dinamiche dell’evento: colpa dei partigiani, dei tedeschi, di tutti e due, che non si sono minimamente curati dei civili? Proprio da questa necessità, è nato un parco. Il parco della pace, luogo tranquillo, quieto, ideale, proprio com’era S.Anna prima della strage: un mondo a parte. Il progetto della sua realizzazione risale al 1987 e, adesso che è stato finalmente istituito, il parco si pone lo scopo di diffondere un messaggio di pace universale, di aprire davanti all’opinione pubblica un clima di attenzione, di solidarietà, di memoria, per far sì che ciò che è accaduto non accada più. Anche se troppe volte l’umanità ha dimenticato simili orrori, troppe volte li ha ripetuti, e li ripete tuttora.

Il parco della pace, quindi, è necessario per non dimenticare ciò che è stato: è un debito che noi, figli della Repubblica, della Costituzione, della Democrazia, abbiamo nei confronti delle vittime di questo come di tutti gli eccidi che si sono verificati, simboli di odio e di dittatura. Proprio perchè la nostra Repubblica, la nostra Costituzione, la nostra Democrazia sono anche il frutto del dolore delle morti di quei 245 uomini, di quelle 200 donne, di quei 115 bambini. Accanto alla compassione delle famiglie, bisogna unire gratitudine a memoria: perchè questo è il solo modo di offrire alla nuove generazioni strumenti per costruire davvero la pace. E la pace può venire soltanto dalla lettura veritiera della storia, e non dalla sua rimozione e cancellazione.

I martiri di S.Anna di Stazzema ci insegnano! E se vogliamo, ci aiutano a rifuggire ogni ideologia che supera il limite consentito. Ieri, nazismo, fascismo, comunismo, maoismo e tutti gli "ismi" in genere, oggi l’imperalismo americano... perchè l’uomo è sempre uguale a se stesso, e l’ambizione e la brama di potere fanno parte della sua natura. Il legame di memoria si allarga da S.Anna e abbraccia idealmente Iraq, Afganistan, Curdistan, ma anche Africa Centrale, Asia Meridionale e Indocina, America Latina e Chapas. Nel nostro mondo non ci sarà pace fino a quando non avremo il coraggio di coltivare memoria storica, perchè quello che è successo non si ripeta più. E’ l’indifferenza che uccide la pace. E il processo di S.Anna serve a impedire che questo accada.


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