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Relazione annuale della Corte dei Conti sull’Inps

Ampiamente condivisa la critica che la Relazione annuale della Corte rinnova su una riorganizzazione dell’Istituto priva di una visione unitaria ed appaltata ad una società esterna

di Redazione - giovedì 8 novembre 2012 - 2784 letture

Dal Magistrato della Corte dei conti ci divide sicuramente l’idea sul futuro della previdenza sociale nel Paese. Restiamo convinti oppositori della previdenza complementare e dello scippo del TFR a favore dei Fondi privati, impegnandoci quotidianamente per il rilancio della pensione pubblica attraverso la rivendicazione di una più incisiva lotta all’evasione contributiva e di un azzeramento delle numerose tipologie di lavoro precario.

Per il resto, troviamo ancora una volta molti spunti interessanti nella Relazione annuale sull’attività dell’Istituto pubblicata ieri sul sito della Corte dei conti.

Ci trova d’accordo l’esigenza di mettere mano al governo dell’INPS, più volte rappresentata anche da USB. La guida dell’ente non può essere lasciata nelle mani di un solo manager, per giunta impegnato contemporaneamente in altri venticinque incarichi.

Ampiamente condivisa la critica che la Relazione annuale della Corte rinnova su una riorganizzazione dell’Istituto priva di una visione unitaria ed appaltata ad una società esterna che sta estendendo sempre di più la propria attività all’interno dell’ente. L’eccessivo ricorso all’apporto delle società esterne, nonché l’utilizzo generalizzato di procuratori legali e sostituti d’udienza e l’impiego massiccio di medici legali convenzionati in misura superiore alla dotazione organica, secondo la Corte dei conti rischiano di mettere in pericolo il mantenimento del governo dell’ente e lo svolgimento indipendente e uniforme di delicate funzioni istituzionali.

I conti dell’INPS vanno male. C’è il pericolo che il patrimonio netto, passato da 41,3 mld di euro del 2011 a 25,2 mld nel bilancio assestato 2012, sia azzerato nel giro di tre anni mettendo in dubbio la correntezza delle prestazioni. Quand’è che saranno versati i contributi dovuti all’INPDAP dalle amministrazioni dello Stato?

Diminuiscono nel 2011 gli accertamenti ispettivi –16,4%. Sono state fatte ispezioni nel 3,7% delle aziende censite e accertati 141 mln di euro in meno rispetto al 2010. Sono dati che da una parte descrivono una lotta impari contro l’evasione e dall’altra segnalano una probabile errata programmazione dell’attività.

Apprezzabile e in controtendenza con la spending review il capitolo della Relazione che riguarda il personale. A fronte di una riconosciuta esigenza di personale altamente professionalizzato, la Corte dei conti giudica incongruo il taglio lineare del personale e il blocco del turn over, rappresentando l’esigenza di tornare ad assumere tramite concorso pubblico. In evidenza una scopertura di personale nel 2011 pari a –8,7%. Da rimarcare anche la sottolineatura rispetto al notevole divario di retribuzione tra le Aree professionali A-B-C e i dirigenti.

Condividiamo le preoccupazioni della Corte dei conti per la problematica gestione dell’invalidità civile. La Relazione sposa la tesi di riunire in un unico soggetto tutte le competenze in materia. Si dovrebbe, tuttavia, mettere mano all’organico dei medici ed adeguarlo alle esigenze. Nel 2011 solo nel 37,7% dei casi i medici INPS hanno partecipato alle verifiche mediche sull’invalidità presso la ASL, anche con l’utilizzo di medici esterni.

Aumentano le entrate nel Fondo lavoratori dipendenti +3,6 mld e in quello dei lavoratori autonomi +0,84 mld, mentre la Gestione separata registra un calo di entrate di 1,2 mld di euro nonostante aumentino gli iscritti. Restano, tuttavia, i pesanti passivi di alcune gestioni e la Corte dei conti mostra preoccupazione per l’aumento della spesa pensionistica +3,2 mld.

Infine uno sguardo all’avvio di nuovo contenzioso, che nel 2011 registra una flessione del –25%.

Mentre il Presidente, nominato dal governo di centro destra e prolungato nell’incarico dal governo dei professori, sembra che si butti a sinistra fiutando il vento che cambia, per fortuna all’INPS c’è anche chi tiene la barra dritta e continua con grande lucidità a richiamare chi governa l’Istituto alle proprie responsabilità.


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