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La Sicilia fascista

E’ una Sicilia che corre in soccorso dei figli dei soliti ignobili quella uscita dalle urne poco frequentate di domenica 5 novembre 2017.

di Sergej - mercoledì 8 novembre 2017 - 5974 letture

E’ una Sicilia che corre in soccorso dei corrotti quella uscita dalle urne poco frequentate di domenica 5 novembre 2017. Stavolta ad essere utilizzati, affinché nulla cambi, non sono i residui della nobile storia comunista dell’isola (Crocetta, lo si continua a dire come un disco rotto, è figlio di onesti militanti del PCI: e questo ci fa ricordare come nell’isola non ci siano eredi di quella storia nelle generazioni nate dopo il 1960), ma quella cosa strana che è stato il fascismo catanese e messinese dell’isola negli anni Sessanta del secolo scorso.

Scrive Alfredo Marsala su Il Manifesto:

"La Sicilia passa dalle mani di un ex Pci come Rosario Crocetta a quelle di ex Msi come Nello Musumeci, che da giovane menava le mani negli scontri tra fascisti e comunisti e in casa tiene la foto di Mussolini. Sonfitto Giancarlo Cancelleri, ma i 5stelle col 28% sono il primo partito e avranno in Parlamento il gruppo più numeroso, una ventina di deputati. Musumeci, che sfiora il 40%, lo ha staccato di oltre 100 mila voti, tanto basta per tappare la bocca a chi, tra i grillini, era pronto a gridare a brogli se la distanza era risicata. Non l’ha presa bene Cancelleri, che a fianco di Di Maio, nel quartier generale a Caltanissetta, non fa mostra di fair play. «Non chiamerò il vincitore altrimenti avrei dovuto chiamare tutti quelli che hanno vinto nelle liste che lo hanno sostenuto», dice con un certo livore. «Questa è una vittoria contaminata dalla complicità dei media nazionali – attacca – e da Nello Musumeci che ha candidato gli impresentabili».

Uno di quelli tirati in ballo è Luigi Genovese, mister 17 mila voti. Tanti ne ha presi il ragazzino di 23 anni che ha trainato la lista di Forza Italia a Messina e che sembra avere le carte in regola per ripercorrere le orme del padre Francantonio, transitato dal Pd al partito di Berlusconi dopo l’arresto e la scarcerazione per lo scandalo dei corsi professionali fantasma. Un business di milioni di euro, crollato per le inchieste della magistratura e per la lotta al sistema fatta da Crocetta. Con Genovese, ha rincarato Cancelleri, «hanno vinto Cuffaro, Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè». In realtà, hanno vinto pure i tanti ex missini che lavorano a fianco di Musumeci, hanno vinto Salvini e Meloni e hanno vinto i tanti transfughi passati con nonchalance dal centrosinistra al centrodestra, fiutando la vittoria e condannando alla sconfitta gli ex colleghi di Ap e ei centristi di Casini. Una fotografia in bianco e nero che riporta l’isola indietro nel tempo, ma con nuovi innesti a destra."

Continua il notista:

"MA È UNA VITTORIA A METÀ, comunque. Anzi, al di sotto. Perché a stravincere queste elezioni è stato ancora una volta il partito del non voto, con il 53,24%. Alle urne si è recato solo il 46,76% degli aventi diritto, ancora meno del 47,41% di cinque anni fa. La sfida a cinque si è ridotta subito a due. Con le ossa rotte ne esce la coalizione di centrosinistra. Il candidato imposto al Pd da Leoluca Orlando, Fabrizio Micari, si blocca al 18,7%, mentre quello della sinistra, Claudio Fava che puntava al “sorpasso” su Micari, ottiene solo il 6,3%. Quindi con un apporto di Mdp piuttosto relativo. A livello di liste il quadro è frammentato: Fi ha il 16,2%, Fdi-Noi con Salvini il 5,2%, l’Udc il 7,1%, DiventeràBellissima di Musumeci il 6%, gli ex cuffariani alleati con gli autonomisti dell’ex Mpa il 7%.

NEL CENTROSINISTRA IL PD è al 13,2%, Ap al 4% e fuori dal Parlamento, mentre Sicilia Futura dell’ex ministro Totò Cardinale con il 6% si prepara a dare un sostegno a Musumeci, che per una manciata di voti non avrà la maggioranza all’Ars. Fi e Pd bissano grosso modo le performance di 5 anni fa, ma con percentuali di interpretazione complessa sul piano nazionale: nel caso di Fi il risultato ricalca i sondaggi nazionali, per il Pd è assai inferiore come per Fdi-Noi con Salvini."

Quello che si diceva nei giorni delle elezioni si è avverato: capi e capetti del PD che dichiaravano che avrebbero votato Musumeci nel voto disgiunto, brindisi da parte dei vasti ceti che sono interessti in Sicilia affinché nulla cambi. Berlusconi sarà molto grato con la Sicilia, come sempre (cioè, per niente) dato che queste elezioni lo riportano sulle televisioni nazionali come "leader" (con la dentiera). Auguri Sicilia, auguri Italia.


L’articolo di Marsala è uscito su Il Manifesto. Questo quotidiano non arriva più da diversi anni in edicola in Sicilia, può essere letto solo online.


Addentellato a questo articolo: La Sicilia fascista (2) per chi vuol leggere...



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