Il Giolitti Rumeno

Julius confermò: “Avrò il premierato! Da santone del liberalismo ne continuerò la tradizione gloriosa. Da sempre liberista, governerò col metodo della libertà come l’ho definito nei miei libri...". Julius Di Zundri Puttmaker

di Deborah A. Simoncini - martedì 30 agosto 2022 - 3690 letture

Giorgia scesa dal pullman stracarica di ortaggi e fiori si incamminò verso la scala mobile. Dal suo viso e dal suo modo di fare trapelava un cordiale e sano piacere. A Battipaglia aveva dovuto prendere la corriera che andava a Pontecagnano. Motivi ignoti avevano bloccato la ferrovia. Senza vedere intorno a sé il paese temeva di aver sbagliato fermata e si spaventò.

Quell’anno aveva ottenuto oltre ai meloni un eccezionale raccolto di cetrioli bianchi e doveva ringraziare Santo Finocchiaro il giarratano commerciante di caramelle che le aveva fornito i semi per poi introdurla in quel mercato a lei sconosciuto. Non poteva perdere l’occasione della fiera che accompagnava il “Fiamma e Faville Festival.” Passò davanti all’enorme vetrata di un ristorante e si accorse di Julius: la faccia incolta, la fronte lucida, l’espressione dismessa di un bracciante povero e infelice, se ne stava con la schiena curva e le mani segnate, usurate dal lavoro, aveva la testa sprofondata sul tavolo, tra le braccia e vicino al gomito teneva un bicchiere rovesciato. Gli scosse delicatamente le spalle e gli parlò, vagamente divertita e preoccupata. Lui le disse che era capitato in quel ristorante perché gli avevano detto che costava poco, ma aveva avuto una fregatura, vi si mangiava veramente ma veramente male. L’accompagnava un uomo alto con il monocolo.

“Mi fa molto piacere conoscerla.” “E’ un conte, un conte russo.” Tutti sospettano sia un imbroglione. L’ho conosciuto a una festa e accortosi della facile preda, già il giorno dopo si è trasferito in casa mia. Ha bisogno di morfina, senza diventa prepotente e violento. Le porse un bicchiere riempito di vodka. “Bevi cara.” “Alla salute vostra. Su?…” “Non bevo e ringrazio umilmente.” Se perdo un’ora non mi basta un anno poi a recuperarla. “Come volete e se bisogna andare si va.” “Beviamoci un bel caffè e poi marsch!” “Arrivo, arrivo, che gracchi. Ricordati che con la cultura non si mangia, va trattata come una scoreggia di cane priva di valore: merita solo sdegno, disprezzo e infamia. Per primo obiettivo dobbiamo liberarci dei quattro flagelli: passeri, ratti, zanzare e mosche.” “Mobiliterò l’intera popolazione affinché agiti bastoni e scope, così da fare tutto un gran baccano. I passeri colti da spavento non si poseranno sulle colture ed esausti per il volo cadranno a terra per la stanchezza.”

“A dodici anni mi hanno messo a lavorare nei campi. Mi svegliavano alle tre del mattino per falciare la segale. Le mani mi diventavano gonfie e sanguinanti e non riuscivo a dormire. Mi picchiavano con la frusta per i cavalli, fino a farmi sanguinare la schiena. Da vero contadino estivo ancora oggi falcio e coltivo. I rami secchi bisogna tagliarli, senza aspettare l’aiuto di qualcuno. E poi ci arrivi tu Giorgia che ti industri a parlar sottile e cianci con fumisterie. Al posto degli occhi vedo che hai cocuzze. Da meteorica saccente incedi per la tua via e ti muovi scalza, torci gli occhi con prosopopea e con le tue sottilissime sciocchezze, vuoi diventare persino primo ministro. Da predatrice di discorsi altrui ti metti sempre a cianciare. Aspra dai tratti marcati, nulla può addolcirti, stringi sempre gli occhi azzurri e forti quando ti vedo di faccia a faccia.”

“Alle tue parole risponderò con le scorregge che rintronano e infondono timore, tremore e spavento. Prah, prah!, papaprah! Chi sono questi che cantano così solennemente? E’ da sciocchi contenere la ventosità stringendo le natiche. L’imbroglio è arte rifatta di altrui pensieri concettuali per rendere la chiacchiera tornita, sorprendere e incantare. Bassa di statura sono, ma elevata spiritualmente e moralmente, impegnata in difesa dei diritti civili, per conciliare felicità e utilità. Per essere political correct ho sedotto e sposato una assidua lesbica.” Indossò il frac e si pavoneggiò avanti e indietro nell’ingresso di servizio del convento. “Proprio perché un mondo giusto e pacifico nasce partorito nel sangue e nel fuoco introdurrò le punizioni corporali a scuola, con tanto di bacchettate. Qua le mani!”

“Smettila con le sciocchezze che vai dicendo. Hai la testa dura, anche se t’accompagna una voce sacra, soave e miracolosa! Sei così disgraziata che riesci a provare piacere di una cosa solo a condizione di soffrire se va a finire male. Il che accade di continuo.”

“Sono perfetta ma mi volete vedere piena di imperfezioni e c’è chi dice che merito solo disprezzo e avversione. Voglio essere grande e felice, amare me stessa e considerare solo me stessa. Come fare? Ho frequentato una scuola per modelle, ma non sono fotogenica. Mi sono esercitata per sei settimane a camminare con un libro in testa, senza successo, cascavo sempre … Giulio lo so che sai maneggiare bene la falce, ma hai bisogno di un periodo di riposo, anche tu bevi troppo.” Il vento si alzò e si sentì un rombare sordo di tuoni.

Giulio tolta la mano dall’impugnatura della sedia raddrizzò la schiena. Sentì il rumore della pioggia abbattersi sulla via e si mise a correre col temporale alle calcagna. Giorgia si avvolse un foulard sgargiante attorno alla testa. Nell’aria c’era un freddo pungente.

“Arri, arri, arri!” urlò. “Prenderemo il potere, lo toglieremo dalle mani dei bevitori di Martini.” “Perché avete cominciato a soprannominarmi “il Vedovo?”

Lo spavento gli arrivò alle ossa. Tirò un sospiro di sollievo nel riconoscersi riflesso in uno specchio d’acqua. Subito si accorse che c’era qualcosa che non andava. Sentì ringhiare un cane nero, grosso come un vitello che emise un suono terribile e si mosse verso di lui. Alzò le braccia in segno di resa e rimase fermo, immobile. Il cane gli si piazzò davanti e appoggiò la testa sulle zampe anteriori, quando si alzò si mise a leccargli una mano.

“Ti credi migliore del prossimo solo perché sei un politico?” In attesa si mise a passeggiare avanti e indietro nel porticato, con le dita intrecciate dietro la schiena. E’ mio coetaneo, ma la lunga barba lo fa sembrare più vecchio. Sa di essere un tipo singolare. “Reverendo Immobile, vi attendevo con ansia.”

Annuì con un fare burbero e lo seguì impacciato, con molte scuse. Si appellò a tutto il suo coraggio ed entrò. “So che voi avete buone mani. Ho la vostra protezione?” Avvertì subito la sensazione di aver violato uno spazio intimo. Nella stanza stavano racchiusi i suoi ricordi e tutto lo sconforto di tante notti insonni. Aveva i lineamenti stanchi e contratti, un’espressione cortese e nello stesso tempo rapace. All’improvviso si sentì un intruso. Julius sentì il bisogno urgente di fare pipì e afferrò un boccale di birra per farci dentro il suo “bisogno piccolo.”

Immobile così parlò: “I pensieri regolati appartengono a due specie. Fame, sete, concupiscenza e ira sono passioni sensuali. La reminiscenza fa passare nella mente le nostre precedenti azioni. Il futuro è finzione della mente.” Per ammazzare il tempo e ingannare l’attesa Giorgia cominciò a succhiarsi il pollice e poi si mise a sgranocchiare dei semi di zucca tostati. Digrignò i denti: “Spicciati e parla.” Sfilò da sotto il mantello un sacchetto e lo soppesò. “La situazione è eccellente. Molti i problemi, ma il nostro futuro è luminoso!” La via amara al capitalismo fa parte della propaganda comunista basata su menzogne e falsificazioni. Giuseppi l’hanno costretto a indossare un “cappello rosso,” fa il barbiere indipendente, ma guadagna più di un chirurgo ospedaliero e si è rivolto al Comitato Permanente dell’Assemblea del Popolo per approvare la risoluzione che colpisce e punisce duramente i crimini economici. Ha raccontato della sua ascesa al monte Ventoso da Valchiusa dove ha dichiarato: “Sono la persona più italiana che ci sia, sono lo spirito italiano.” Mi vuol rubare il posto. Per questo ho convinto Matteo a mostrare l’immagine di un uomo africano armato fino ai denti, mentre io che sono Giorgia nella piazza di Ascoli Piceno: ho fatto volare un aquilone, sottotitolato “L’ASCESA DELL’ITALIA … e se date retta a me li mandate tutti a fare in culo.”

Julius confermò: “Avrò il premierato! Da santone del liberalismo ne continuerò la tradizione gloriosa. Da sempre liberista, governerò col metodo della libertà come l’ho definito nei miei libri. Le mie idee, i miei programmi trionferanno perché corrispondono a bisogni e promesse veri. Senza immischiarmi nell’attività privata commerciale, mi farò distributore delle ricchezze pubbliche statali, e promuoverò consorzi e monopoli, a tutto vantaggio degli interessi particolari di consorterie, cricche e clientele locali. Difenderò in tutto il mio prestigio e dovete adattarvi alle mie condizioni.”


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