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Approvata la legge sull’accessibilità nel web

Passa all’unanimità il ddl firmato dal ministro per l’Innovazione. Via le "barriere" dai siti della pubblica amministrazione, per i privati non è previsto alcun obbligo ma un "bollino blu" premierà i siti conformi.

di Luca Salici Redazione - mercoledì 17 dicembre 2003 - 5970 letture

"La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematici". Con queste parole si apre la legge sull’accessibilità delle tecnologie informatiche, voluta dal ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca e approvata oggi all’unanimità dal Parlamento.

Una legge che, al termine dell’anno europeo del disabile, pone l’Italia all’avanguardia nel riconoscere e garantire ai portatori di handicap l’accesso alle autostrade dell’informazione. Unico neo, la copertura finanziaria, che dai 20 milioni di euro previsti nel primo disegno di legge sull’accessibilità (presentato un anno fa dai deputati Campa e Palmieri di Forza Italia) è passata a zero.

Nel momento in cui la legge Stanca sarà promulgata, le pubbliche amministrazioni, così come i privati concessionari di servizi pubblici, le municipalizzate e le aziende a prevalente partecipazione pubblica, non potranno più realizzare siti Internet che non garantiscano l’accessibilità a tutti i cittadini. Per i dirigenti che non osserveranno le disposizioni di legge è prevista anche la rimozione dall’incarico.

Il provvedimento non si applica ai privati, i quali però saranno incentivati a rispettare i criteri di accessibilità tramite l’assegnazione di un "bollino blu", che distinguerà i siti conformi.

"Quella appena approvata è una legge di grande civiltà", ha commentato Stanca "e il pieno consenso che si è realizzato su di essa onora il Parlamento".

Ma quali sono le caratteristiche che rendono un sito accessibile? La nuova legge rimanda l’enunciazione dei criteri di accessibilità ad un regolamento emanato, entro 90 giorni dall’entrata in vigore, di concerto con le associazioni dei disabili e i rappresentanti degli operatori tecnologici. Allo stesso tempo, però, il testo indica come modelli le "direttive sull’accessibilità dell’Unione europea" e le "normative internazionalmente riconosciute". Verosimilmente, quindi, le linee guida contenute nel regolamento si ispireranno alle Web Content Accessibility Guidelines enunciate dal W3C, il consorzio indipendente che fissa gli standard adottati sul Web.

D’ora in avanti, dunque, i siti della pubblica amministrazione dovranno curarsi di fornire alternative testuali alle immagini e ai video, in modo che anche chi, come i non vedenti, utilizza browser vocali possa usufruire di tutte le informazioni contenute in un sito. Allo stesso modo, i siti istituzionali dovranno evitare l’uso di finestre pop-up, poiché ciò potrebbe disorientare quegli utenti che non sono in grado di vedere esattamente cosa succede sullo schermo.

E questi sono solo alcuni esempi di cosa voglia dire "accessibilità". Una parola che non significa necessariamente realizzare siti brutti o spartani: "Le nostre linee guida non vogliono scoraggiare gli sviluppatori ad utilizzare immagini, video, e così via", spiegano dal W3C. "Piuttosto, vogliono spiegare come rendere i contenuti multimediali accessibili ad un’utenza più vasta".

Non a caso, Stanca ha sottolineato come questo provvedimento "consentirà di abbattere le barriere digitali e creare invece rilevanti opportunità per consentire agli oltre 3 milioni di disabili italiani di poter studiare, lavorare e partecipare attivamente alla vita sociale, senza esclusioni". A questo proposito, la legge appena approvata si applica anche agli strumenti didattici e formativi: alle biblioteche scolastiche dovranno essere sempre fornite copie in formato digitale e accessibile dei libri di testo e degli altri materiali didattici. Anche tale fornitura, però, come le altre disposizioni del provvedimento, dovrà fare i conti con le disponibilità di bilancio: la via italiana all’accessibilità, per ora, è a costo zero.

Fonte: Alessio Balbi - La Repubblica.it


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>Accessibilità nel web
30 dicembre 2003, di : Ing. Giammario Domizi

Mi sto da tempo occupando di ACCESSIBILITA dei siti Web ed avevo già scritto queste note che sottopongo alla sua attenzione. In particolare una breve analisi finale del sito della Regione Marche, regione nella quale vivo


Accessibilità dei siti Web: le motivazioni per fare siti e portali accessibili. Approvata la legge sull’accessibilità del WEB, una legge italiana riconosciuta come un modello da prendere ad esempio in occasione di un recente vertice sulla disabilità a Washington tra il Governo Usa e quello UE, le pubbliche amministrazioni, i privati concessionari di servizi pubblici, le municipalizzate e le aziende a prevalente partecipazione pubblica, non possono più realizzare nuovi siti e portali disconoscendone i principi e cioè che non garantiscano l’accessibilità a tutti i cittadini. Principi che tendono ad eliminare tutte le barriere che possono impedire, anche ad una sola parte della popolazione, l’accesso ad internet ed ai servizi che attraverso internet vengono erogati. La legge stabilisce che non si possono stipulare, a pena di nullità, contratti per la realizzazione e la modifica di siti INTERNET quando non è previsto che essi rispettino i requisiti di accessibilità stabiliti dal decreto. Sanzioni sono previste anche per i dirigenti che non osserveranno le disposizioni di legge. La legge tende a favorire l’accesso di tutti agli strumenti informatici, evitando che le nuove tecnologie determinino forme di emarginazione forse ancora più pericolose di quelle tradizionali e, anzi, promuovendo l’uso delle medesime come fattore abilitante e di superamento delle disabilità e delle esclusioni. Lo scopo della legge, in applicazione del principio costituzionale di eguaglianza, è quello di abbattere le "barriere virtuali" che limitano l’accesso alla Società della Informazione e escludano dal mondo del lavoro, dalla partecipazione democratica, da una migliore qualità della vita. Si tratta quindi di garantire ai cittadini tutti il diritto di accesso alle risorse informatiche e ai servizi telematici, assicurando anche a loro una migliore opportunità di conoscenza, istruzione, lavoro, informazione ed intrattenimento. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore, di concerto con le associazioni dei disabili e i rappresentanti degli operatori tecnologici, verrà emanato un regolamento che enuncia i criteri di accessibilità. Per la prima volta il semplice cittadino ha a disposizione uno strumento potente ed estremamente facilità per verificare l’applicazione o meno di una legge; nel sito www.w3c.org sono disponibili a tutti i validatori necessari sia rispetto all’HTML (oggi il livello deve essere almeno 4.1), al CSS ed al WAI (Web Accessibility Iniziative). Già si stilano graduatorie sulla qualità dei siti e l’accessibilità è uno dei principali parametri di valutazione. Il provvedimento non si applica ai privati, i quali però saranno incentivati a rispettare i criteri di accessibilità tramite l’assegnazione di un "bollino blu", che distinguerà i siti conformi.

Le barriere da eliminare possono essere:

Ø Fisiche Quando ci si riferisce a barriere fisiche, si pensa quasi esclusivamente ai cosiddetti handicappati, oggi più spesso detti anche portatori di handicap o meglio ancora persone diversamente abili. Quando ci si riferisce ad essi si pensa quasi esclusivamente a persone le cui difficoltà fisiche/psichiche sono più o meno visibili – persone che già sono un numero considerevole – ma in effetti le persone diversamente abili sono in un numero molto maggiore: la società che invecchia sempre più ed i problemi che si porta dietro già da sola colpisce una popolazione veramente vasta. In realtà una disabilità fisica visibile – ad esempio una disabilità motoria degli arti inferiori – non si traduce automaticamente in una impossibilità della persona all’accesso ad internet mentre una disabilità visiva o uditiva - daltonismo, ipovedenza, sordità - o motoria lieve – difficoltà nell’uso di un mouse, puntamento, doppio click ecc – sono inabilità che possono impedire l’uso di internet. I siti debbono essere progettati e realizzati per supportare tali impedimenti. Si pensi ad un non vedente che “legge” lo schermo del computer con un software che sintetizza oralmente lo scritto del video – detto screen reader - se il contesto non è congruente con il testo, se esso non è nella sequenza giusta, il sintetizzatore “dirà” cose senza senso. Se l’immagine non è opportunamente descritta, se il link non è opportunamente commentato il non vedente non potrà comprendere quanto rappresentato. Spesso il sito è realizzato tenendo conto solamente dei normodotati i quali sono in grado di “agire” per il semplice fatto di associare le posizioni degli oggetti nel video: l’icona ciccabile, il link distinto dal diverso colore, il “clicca qui” ha un significato per il normovedente ma nessun significato per il non vedente in quanto il link viene “letto” dallo screen reader in una sequenza diversa da come viene vista, la freccia del mouse che si trasforma in manina ecc. Frequenti sono le pagine che non hanno nessuna indicazione di dove cliccare per proseguire e che i normodotati sono costretti ad esplorare con il mouse alla ricerca di un punto cliccabile: per un non vedente non è possibile spesso neppure entrare nel sito – causando ovvie frustrazioni.

Ø Tecnologiche Il mondo informatico è sempre più alla ricerca di una indipendenza rispetto a fornitori di hardware ma soprattutto software proprietari, orientandosi verso il cosiddetto mondo dell’open source. D’altro canto il software proprietario e le politiche di marketing che si stanno manifestando creano difficoltà anche alle grandi aziende ed istituzioni: i costi delle licenze e la necessità di “essere in regola” spingono alla ricerca di soluzioni più economiche. Questo porta all’obbligo che chi crea siti e portali tenga conto di questa tendenza: sistemi operativi come Linux, linguaggi come Java e Php, browser come Mozilla ecc. completamente gratuiti fanno gola. Molti siti oggi sono dipendenti da particolari software – in special modo quelli del mondo Microsoft – creando impossibilità di accesso a chi non dispone di essi o non può permetterseli economicamente. Questo è dovuto in modo prevalente al fatto che gli strumenti utilizzati per creare le pagine Web di quei siti non rispettano pienamente le direttive del W3C ed i risultati possono essere perfettamente rappresentati solamente da determinati browser o peggio da browser da un certo livello in poi. A questo si frappongono anche barriere fisiche come la non disponibilità di una banda adeguata – costi, zone non servite etc. - impedendo di fatto il download di pagine particolarmente “pesanti” perché ricche di immagini, icone ecc. oppure l’indisponibilità di processori particolarmente potenti rendono inaccettabili i tempi di rappresentazione delle pagine ed ostacolando di fatto l’utilizzo del sito.

Ø Culturali Il livello culturale ed intellettuale o formativo della persona condiziona il suo utilizzo di internet. La formazione informatica è ora un obiettivo di qualsiasi scuola sia ad indirizzo tecnico che ad indirizzi letterari o artistici. Ad oggi però c’è una popolazione sufficientemente vasta e sufficientemente giovane senza ancora alcuna formazione informatica il che significa che abbiamo davanti diversi decenni in cui esisterà una popolazione appena alfabetizzata nell’informatica e che dovrà essere comunque abilitata ad accedere ad internet, anche se a livelli minimali. Va poi tenuto conto del fatto che siamo in presenza di una popolazione sempre più multietnica, con culture e tradizioni diverse, con conoscenze limitate della lingua italiana – lingua non certo tra le più facili, che fa largo uso di subordinate che rendono i concetti difficili da comprendere ecc.

Come deve essere realizzato il sito portale accessibile e fruibile. La prima regola è ovviamente quella di una corretta progettazione dei contenuti. Oggi siamo purtroppo in presenza di siti creati nel tempo, mano a mano che si sono presentate esigenze o idee nuove, senza una progettazione iniziale dei contenuti che si sarebbero dovuti pubblicare. Le conseguenze sono state che spesso si è sentita la necessità di ristrutturazione del sito ma che, per motivi di tempi e costi, non è stata mai realizzata; risultato: siti disarticolati, disomogenei tra sezioni e sezioni, con grafiche che non danno neppure l’idea di essere all’interno dello stesso sito, siti in cui è facile perdersi o addirittura che portano fuori senza che chi lo sta utilizzando se ne accorga o venga avvertito. Considerando che lo strumento principe della ricerca in internet è ormai l’uso dei motori di ricerca – che già di loro generano un overload di informazioni in cui è difficile districarsi – e che hanno la prerogativa di ntrare trasversalmente nei siti: se il sito non è costruito in modo che chi accede abbia una immediata visione di dove si trova e come si può muovere – mediante la presenza di indici disponibili in tutte le pagine, con l’indicazione immediata del percorso seguito per raggiungere la pagina in oggetto etc. – si ha il risultato che chi entra è poi invogliato ad uscirne subito in quanto non in grado di navigare il sito raggiunto. Occorre progettare il sito in modo da rispondere a tutti i requisiti di accessibilità ed usabilità, costruire gli indici in tutte le pagine, pagine semplici, con pochi richiami esterni, con le zone sensibili facilmente individuabili, che permettano la gestione della dimensione del carattere, che visualizzi sempre il percorso seguito per raggiungere la pagina etc. Ma comunque il problema principale per creare e mantenere un sito accessibile è quello della cultura dell’accessibilità: oggi si parla ormai di “reti” di redattori; una azienda o amministrazione pubblica è talmente complessa e le informazioni da pubblicare sono talmente tante che non si può più pensare di dedicare una sola risorsa o un solo ufficio alla pubblicazione delle informazioni e se la cultura dell’accessibilità, le sue regole e le direttive non sono a tutti note si rischia di avere sezioni accessibili e sezioni non accessibili o peggio ancora il rischio che chi aggiorna una pagina accessibile la possa rendere non accessibile. I siti sono costruiti con strumenti: lo strumento oggi più appetibile è il CMS (Content Management System). Misurare la qualità di un CMS non è cosa facile – non esistono ancora parametri comunemente accettati – e soprattutto non esistono CMS migliori per qualsiasi situazione. Il parametro forse più facile da misurare è proprio quello sull’accessibilità: fare una pagina sufficientemente rappresentativa delle informazioni da pubblicare e farla analizzare dai validatori. Valgono poi tutte le considerazioni relative agli automatismi con cui si creano e si gestiscono gli indici – orizzontali e verticali – agli strumenti ed oggetti specifici che facilitano la pubblicazione di singole tipologie di informazioni, la disponibilità degli strumenti generalizzati – news, forum, newsletter, sondaggi, motore di ricerca, statistiche etc. – la presenza di workflow di pubblicazione, la gestione automatica delle pagine scadute, la mappa automatica del sito, l’evidenziazione delle pagine in scadenza, la disponibilità di canali per tipologie di informazione, il sezionamento per editore delle pagine etc. etc.

I siti già esistenti. Per i siti portali già in essere occorre una attenta analisi della situazione: di siti veramente accessibili se ne contano pochissimi. Spesso l’atteggiamento dei responsabili tecnici è quello di credere con pochi “colpi di martello” il sito possa essere reso accessibile. Questo denota una non ancora completa conoscenza del problema. Se il sito ha importanza strategica o è il sito istituzionale o si debbono apportare una mole di aggiornamenti significativamente rilevanti può valere il caso di riprogettare completamente il sito avvalendosi di strumenti idonei alla creazione di siti accessibili. La Pubblica Amministrazione, la prima a cui la legge impone di conformare i siti, ha l’opportunità di adeguarsi per il fatto stesso che la maggior parte di essi debbono essere riprogettati per adattarli agli schemi della metafora eventi della vita.

Sito Regione Marche

Generale: le pagine non contengono mai un indice che consente di passare rapidamente da una sezione ad un’altra ed a volte (es. pagina “programmazione/pit” si torna alla home con una icona non documentata mentre nella pagina “programmazione/prs” c’è una scritta Home Page indicando quindi una disomogeneità nella costruzione del sito

Home Page Non presenta alcuna descrizione ed occorre “andare a tentativi” per entrare. L’icona per il video sulla intervista al presidente porta a credere che sia l’ingresso al sito e non dichiara esplicitamente che invece apre il video . Il simbolo della regione fa ritenere essere il punto da cliccare mentre in realtà non è cliccabile.

Pagina: index.asp Si presenta come un numero infinito di link, molto “appiccicati” e spesso non ben distinguibili se uno o molti (es. sezione “L’ISTITUZIONE” sono molti a differenza della sezione “COMMERCIO CONSUMATORI” che sembra analoga ed invece è un solo link, la sezione “SCUOLA FORMAZIONE” si clicca una icona invece di un link – disomogeneità- la sezione “MOSTRA EGITTO” apre un’altra pagina senza dovuta informazione mentre le sezione “ LE REGIONI”, “NORD SUD” lasciano addirittura il sito della regione marche senza alcuna informazione e, se non si è più che attenti, si rischia facilmente di perdersi. I link che lasciano il sito sono frammischiati a quelli che navigano nel sito mentre dovrebbero quantomeno essere raggruppati separatamente in una sezione particolare…..Una grande disomogeneità grafica: la sezione “LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE” ha 5 link, due nel sito della regione ma con grafiche completamente diverse e disomogenee, due aprono altri siti – tra l’altro il sito “TELEVIDEO REGIONALE” restituisce un errore di programmazione - uno apre una nuova finestra nel sito della regione marche; risultati: disorientamento ), una pagina enormemente lunga

Pagina : programmazione/prs/ Si presenta come una pagina bianca, con alcuni link poco esplicativi nella frame laterale sinistra con poco risalto e difficile da interpretare. Il primo click apre un sottomenù ma la pagina resta inesorabilmente bianca. Solo al terzo click si ha finalmente qualche notizia utile. L’intestazione della pagina è uno sconfortante “Nuova Pagina 3”. La chiusura dell’indice non ripulisce la pagina per cui si ha come l’impressione che non sia avvenuto nulla. Idem se si apre un nuovo indice

Pagina: programmazione/psr I link della parte indice invadono la parte delle informazioni, il link alla Home Page è nella parte inferiore mentre nell’analoga pagina “programmazione/prs” è nella parte superiore

Pagina: programmazione Non esiste la possibilità di ritorno alla pagina precedente per cui se accedo da un motore di ricerca posso solamente uscire senza alcuna possibilità di navigazione. Idem per la pagina /bur/98/S23.2910/leggi/1.html.

Pagina: S15pa1.pdf è completamente vuota

Pagina: /tabella%20settori.pdf Apre direttamente un PDF senza alcuna possibilità di navigazione

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